Visualizza la versione completa : Italia, internet, censura...
Ciao a tutti, inizio questa discussione per segnalare un avvenimento per molti insignificante ma a mio parere di una gravità enorme in uno stato di diritto: la chiusura del sito (http://www.tomshw.it/cont/news/labaia-net-chiude-la-finanza-lucchetta-i-server-proxy/24575/1.html) labaia.net (http://www.labaia.net). Facciamo prima una premessa: non mi interessa nulla di Thepiratebay e non mi interessa scaricare i .torrent, è una questione generale di principio e di libertà, applicabile a qualunque sito e forma di espressione.
Facciamo ora un passo indietro: come molti di voi sapranno da un paio di mesi il sito thepiratebay.org è inaccessibile dall'Italia, o almeno "dovrebbe" esserlo in quanto i metodi per aggirare il blocco sono molto semplici. Il motivo è che un tribunale ha ritenuto che thepiratebay violasse il diritto d'autore, poco importa se il sito materialmente non ospiti contenuti soggetti a copyright, che non abbia neanche più un tracker proprio, che si trovi al di fuori del territorio italiano, etc... Il giudice ha stabilito che siccome "potrebbe" permettere l'accesso a contenuti definiamoli "illeciti", va oscurato;
labaia.net, al di là del nome, non è (era) altro che un proxy, esattamente come anonymouse, hidemyass e altri; infatti lo si poteva utilizzare per accedere a qualsiasi sito in forma anonima digitandone l'indirizzo nell'apposito campo, tra questi anche a thepiratebay.org. Un giudice (credo lo stesso di cui sopra) ha deciso che siccome questo sito "avrebbe potuto" essere utilizzato per accedere ad un altro sito che a sua volta "avrebbe potuto" consentire l'accesso a contenuti protetti da copyright allora andava chiuso. A questo punto potranno vietare l'utilizzo di opendns, di Google translate o addirittura di Google search perchè attraverso questi strumenti si può in teoria accedere a Thepiratebay (Cfr. piratebayitalia.com/ (http://piratebayitalia.com/)). Intanto un altro piccolo pezzo di libertà se ne va... e noi popolo bue muti ad assentire, perchè è per il bene di tutti!
non ho seguito il caso e da come lo esponi tu concordo che non ci si dovrebbe basare sul "condizionale" per decisioni di questo tipo però... cerchiamo di guardare un po' da tutte le prospettive. ti sei chiesto cosa faresti tu per arginare il fenomeno della pirateria che è diventato di una portata oramai (mio parere) inarrestabile? e la cosa peggiore (e che mi dà fastidio personalmente) è che se ne parli come se fosse la cosa più naturale del mondo!! ovunque vai c'è un tizio (si va dal ragazzetto al nonnino indistintamente) che narra le sue imprese di scaricare questo e quest'altro da internet. ma dico.. nessuno pensa che qualcuno ci campa con le cose che scarichiamo da internet? quindi per me qualsiasi metodo per arginare il fenomeno è benvenuto.. parliamoci chiaro.. a chi serve un proxy? a chi serve un motore di ricerca "specifico" per i torrent? diverso è il discorso di google che ha molti altri servizi tra cui anche quello di cercare i torrent ma a mio parere (modesto) è un discorso a parte..
Una cosa e' certa, ossia l'inadeguatezza delle attuali leggi nei confronti delle nuove tecnologie, nonche' l'ignoranza in materia di coloro che applicano la legge.
Infatti (ad esempio) ho forti dubbi che un giudice di 65 anni nello stabilire la sentenza abbia tenuto conto realmente di tutte le piccolezze e sottigliezze informatiche per aggirare i problemi sui copyright.
Ad ogni modo, leggendo in giro pare ci sia modo di appellarsi con successo alla sentenza.
Non dimentichiamo pero' che le case discografiche, quelle dei Film e dei giochi stanno ovviamente sul piede di guerra visto che perdono una marea di miliardi l'anno a causa della pirateria.
sì però crazy qualcosa si dovrà pur fare.. magari anche sbagliando "ledendo" la libertà di qualcuno ma così non si può andare avanti.. assolutamente.
E' vero che scaricare è illegale, ma non credo proprio che oscurando un sito si riesca ad arginare il fenomeno pirateria. Non mi sembra che dopo l'oscuramento di thepiratebay le cose in Italia siano cambiate e nessuno scarica più, anzi, con gli attuali mezzi in mano alla popolazione di internet (vedi chat msn, skype, mirc) non è nemmeno più necessario utilizzare motori di ricerca!
Con questo non voglio dire che sia lecito farlo se ne abbiamo la possibilità. Dico solo che se siamo arrivati a questo punto è perchè ci hanno voluto portare loro!
Domanda. Perchè in Spagna ad esempio hanno detto che i motori di ricerca sono legali in quanto non ospitano direttamente il materiale? Leggere QUA (http://www.pctuner.net/news/13314/Link-P2P-legali-in-Spagna/)
Siamo veramente indietro rispetto al resto Europa!
Sono tuttavia convito che il fenomeno pirateria non si riesca ad arginare, almeno fintanto che continueremo a vedere certi prezzi. Non penso che 60 euro per un videogioco, 20 euro per un cd musicale, altrettanti almeno per un DVD siano prezzi ragionevoli soprattutto se imponi certe regole agli utenti paganti. Prendiamo il caso di un videogioco (che ho deciso di non comprare proprio per questo motivo) che per giocare obbliga la gente ad una connessione internet continua, nel caso di una interruzzione momentanea della linea adsl il gioco smette di funzionare.
Quello che so è che ormai l'uso del condizionale piace proprio alla "gente che conta" in Italia.
Come si dice QUI (http://www.webmasterpoint.org/diritto/72-equo-compenso-e-tassa-per-cd-vergini.asp) sembra verrà applicata una tassa (gli introiti andranno nelle casse SIAE) su TUTTO l'hardware con memoria perchè POTREBBERO ospitare materiale coperto da copyright, ma come tutte le volte queste sono informazioni che a noi non fanno avere fino a quando la legge non è pronta! :nono2 :vomito
infatti non ho mai detto che chiudendo un sito su un milione si argini il fenomeno ma solo che da qualche parte bisogna pure iniziare.
Per quanto riguarda i prezzi di videogiochi e company stai tranquillo che potranno solo salire almeno fino a quando ci saranno sempre più persone che se li scaricheranno e non li compreranno. Si arriverà a un punto tale che non sarà più conveniente nè fare programmi nè produrre cd audio/video e nè videogiochi e si vivrà solo di nostalgia.
Estremizzando è così.
Per quanto riguarda la Spagna non so.. il sito in questione non credo fosse specializzato su materiale scaricabile o sì?!? ma comunque la sostanza non cambia.. in condizioni normali nessuno ha bisogno di proxy e motori di ricerca di torrent e cose varie :nono2
Infine mi trovi d'accordo sull'inutilità della tassa sulle memorie che equivarrebbe ad oscurare google.. ma d'altronde siamo in italia :bo
Errino, ti rispondo io perchè la cosa un po' l'ho seguita: il sito spagnolo è proprio un sito di link a materiale scaricabile, ben più specifico di quello oscurato in Italia.
Poi, come ho premesso, di Piratebay non mi importa nulla, mi importa che applichiamo leggi ad ambiti che ne sarebbero esclusi (sì, perchè la legge che prevede l'oscuramento di certi siti definisce espressamente che l'ambito di applicazione sia nei confronti di siti pedopornografici e del gioco d'azzardo online, non prevedendo altri casi, tanto meno parla di copyright), mi importa che attraverso un proxy come labaia.net potrei postare su un forum di medicina chiedendo informazioni su una malattia senza che i miei dati vengano registrati per due anni, potrei consultare un sito di discussione politica senza che i miei dati vengano registrati per due anni, potrei chiedere consigli su un forum di finanza per investire i dieci milioni di euro che ho vinto al superenalotto senza che i miei dati vengano registrati per due anni, e così via... Domani si potrebbe dire che il tale sito essendo critico nei confronti del governo potrebbe portare qualcuno a compiere atti terroristici per cui va oscurato; oppure che il tale forum spiega come sostituire lo scarico originale con uno aftermarket, che lo scarico aftermarket potrebbe essere non omologato, che chi lo monta potrebbe andarci in giro infrangendo il C.D.S., che addirittura potrebbe farci delle corse clandestine per cui il forum va oscurato... questo è quello che mi preoccupa. Certo, non può capitare dall'oggi al domani, ma un passettino alla volta...
scusami enghira ancora non vedo la necessità di usare un proxy. In teoria i tuoi dati sensibili sono protetti ovunque tu ti registri (a meno che non usi siti "strani" e comunque la responsabilità, nel caso di divulgazione, è del sito che dovrà risponderne penalmente) e comunque non sei obbligato (nei forum di consulenza gratuiti) ad usare dati personali. Se ti preoccupi che qualcuno risalga a te attraverso l'indirizzo ip la vedo comunque dura a meno che non si infiltri nei log dell'isp ma qui rasentiamo la fantascienza.
Ripeto: un proxy per attività normali (ossia per quelle del 99% dei frequentatori della rete) non serve.
Tornando alla Spagna: materiale scaricabile protetto da copyright?
Sono tuttavia convito che il fenomeno pirateria non si riesca ad arginare, almeno fintanto che continueremo a vedere certi prezzi. Non penso che 60 euro per un videogioco, 20 euro per un cd musicale, altrettanti almeno per un DVD siano prezzi ragionevoli soprattutto se imponi certe regole agli utenti paganti.
io sono d'accordo con quello che dite, ma su questo proprio no.
il prezzo è una scusa.
la pirateria è una faccenda di cultura, o meglio di mancanza di cultura.
è che la gente vorrebbe tutto e gratis, senza dare nulla in cambio, neppure i propri dati per finalità pubblicitarie.
è quello che deriva dalla (anti)cultura della negazione delle professionalità. 50 anni fa io andavo da un sarto e mi facevo fare una camicia. il sarto si prendeva 1000 lire ma la camicia era fatta come dio comanda.
oggi come oggi dal sarto non ci va più nessuno perchè tutti pensano di essere in grado di fare una bella camicia: la conclusione è che le camicie costano 50 lire invece che 1000 ma fanno càgare e la gente pensa che quelle 50 lire siano rubate.
è così per qualunque cosa.
il software, cari miei, o i film, o la musica, qualcuno dovrà "crearlo". e per crearlo serve tempo e studio, e mentre uno studia e crea deve anche mangiare.
il software libero, per quanto dignitoso ed efficace e meritorio di rispetto, non permette programmazioni a lungo termine, proprio perchè manca la stabilità finanziaria, vedi wikipedia, che tira avanti sempre col laccio al collo, nonostante sia uno degli strumenti più usati della rete.
quindi potrete mettere anche office a 10 euro, ma ci sarà comunque gente che lo crackerà, così come la gente fa per una marea di shareware il cui prezzo spesso non supera i 20 euro.
eppure nessuno li paga...
l'esempio principe è windows, che viene crackato con la scusa che "l'ultimate" costa una follia. vero, ma la stragrande maggioranza degli utenti potrebbe benissimo usare la basic.
e l'ulti os di apple, snow leopard, è stato venduto a 20 euro (VENTI)
piratato anche quello...
poi la gente si tiene i virus, però, come se non costassero nulla...
Da qualche parte dovremo iniziare, ok. Il problema è che il web non è controllabile così facilmente, o oscuri tutto (google compreso) o dovresti permettere solo alcuni siti (andando contro alla libertà di informazione) oppure dovresti colpire ogni singolo utente "beccato" a scaricare (andando contro alla privacy, dovresti controllare la sua linea). Non credo sia possibile fermare un fenomeno ormai veramente troppo diffuso. Chiudiamo anche tutti i canali torrent, motori di ricerca ecc, possiamo lasciare aperta anche la sola porta 80 (quella utilizzata per le connessioni ad internet) bloccando tutte le porte che possono usare emule & C. e cosa cambia? i file risiedono sui pc degli utenti, e la scappatoia sono i vari msn, skype, mirc.
Ripeto, non sono a favore della pirateria, però sono convinto che questa sia la strada sbagliata, così facendo non si fermerà un bel niente, anzi...
Ragionando per assurdo, se vogliamo veramente bloccare ad esempio la diffusione di mp3 dovremmo:
- vietare lo sviluppo di programmi di rippaggio (e ce ne sono milioni)
- vietare l'uso di lettori mp3 (se hai un mp3 potresti anche condividerlo)
- "bloccare" i cd per fare in modo che non si riesca a rippare (impossibile, vedi tutti i metodi che provano con i film)
- chiudere itunes ecc (vendita mp3 = possibile condivisione)
- proibire la vendita di qualsiasi supporto di backup dati (potrebbero ospitare mp3)
- per non parlare dei software di masterizzazione
- censurare l'estensione .mp3 online
- potrei continuare per ore, ma penso tu lo sappia benissimo
Scusa ma non la vedo la soluzione tramite una via informatica.
Quoto infine enghira, attraverso proxy potrei fare tantissime altre cose per evitare che registrino tutto quello che faccio online (e la privacy?) anche senza andare a ledere nessuno.
Il fatto è che a rimetterci siamo sempre e solo noi!
E comunque non esiste nulla di fantascientifico quando si parla di attacchi online, lo stesso Google ha recentemente avuto problemi, non credo che i vari isp siano a livelli molto superiori in quanto a sicurezza online
@ URANO: vero, probabilmente la mentalità ormai è quella nella stragrande maggioranza della gente, non lo metto in dubbio, se vendessero a meno della metà magari c'è gente che crakkerebbe lo stesso. ma sono assolutamente convinto che ce ne sarebbe tanta altra che piuttosto comprerebbe per essere in regola. Cosa cosa un cd vergine? 50 cents? un dvd? 1 euro?
Quante copie ne vendi? 1 milione? e se proponessi lo stesso guadagno dimezzando la spesa? vedi sopra, come blocchi un non cultura (come giustamente la chiami) con tutti i mezzi che si hanno a disposizione oggi?
Sia ben chiaro, non voglio giustificare nessuno, però se si è arrivati fino a qui qualche responsabilità qualcuno deve pur averle!
Che poi oggi "crakkare" sia un modo sentirsi "fighi" ormai è parte della società, anche se sbagliato!
Scusa ma non la vedo la soluzione tramite una via informatica.
non l'ho detto infatti e lo so benissimo.. il problema è solo culturale ma sono d'accordo nel chiudere proxy e siti sospetti che non servono. Insisto: un motore di ricerca di torrent non serve! un proxy anonimo non serve! se voglio condividere un mio software open source uso il servizio giusto (vedi google code o sourceforge) se voglio condividere le mie foto ci sono i servizi appositi non ho bisogno di scomodare cose "sospette". Ovviamente non troverò un servizio legale di condivisione di file musicali perchè non si può e non si deve fare!
Quoto infine enghira, attraverso proxy potrei fare tantissime altre cose per evitare che registrino tutto quello che faccio online (e la privacy?) anche senza andare a ledere nessuno.
rileggi la mia risposta precedente :nono2 i proxy anonimi non servono a questo
E comunque non esiste nulla di fantascientifico quando si parla di attacchi online, lo stesso Google ha recentemente avuto problemi, non credo che i vari isp siano a livelli molto superiori in quanto a sicurezza online
uhm ti assicuro che reperire i log di un isp è abbastanza fantascientifico :ridi2 semplicemente perchè non sono conservati nè in computer con accesso alla rete nè in computer! se poi fai una rapina nei locali di backup bè è un altro discorso :ridi2 google recentemente subì un attacco dos se nn vado errato ma sono altre storie... poi c'è sempre la variabile umana: una caz.zata la può fare chiunque ma sono eventi eccezionali e la sfiga c'è sempre anche se usi un proxy anonimo bada. Nessuno vieta che per un errore dell'operatore di manutenzione l'anonimato se ne vada a farsi benedire e voi incappate in storielle poco gradevoli (magari venite scambiati per pedofili chi sa?)
Tornando alla Spagna: materiale scaricabile protetto da copyright?
Esattamente (http://punto-informatico.it/2833197/PI/News/spagna-linkare-un-diritto.aspx)[color="#bdbaba"]
---------- Post added at 16:20 ---------- Previous post was at 16:09 ----------
Fra un po' in nome della tutela del copyright probabilmente potranno frugarci tra i bagali, aprirci il notebook e frugare tra i nostri files, controllare i brani che abbiamo nell'Ipod... e non è fantascienza ma una parte dell'accordo A.C.T.A. (http://punto-informatico.it/2839473/PI/News/acta-bagagli-del-copyright.aspx)
Non so a voi, ma a me non sta bene! Mi potete dire che chi non ha nulla da nascondere non deve temere nulla, ma non mi sta bene ugualmente.
ma scusa enghira.. per quel che mi risulta, al confine, nei bagagli e nei notebook già frugano in casi sospetti e dubito che lo possano fare "sempre" per questioni logistiche ovviamente.. che cosa cambia??
poi scusami.. se io non ho niente da nascondere qual è il problema? vogliono aprire il notebook? e chi se ne frega? vogliono aprire documenti riservati? e no! non penso che questo acta vada oltre le leggi sulla privacy? vogliono vedersi le mie foto? e no! idem come sopra
Quello che voglio dire è che non ci dobbiamo sempre appigliare ad ogni cosa in nome della libertà. A tutto ci vuole un equilibrio e poi non credo che sto acta caso mai avesse un futuro diventerà il grande fratello della realtà.
Non dimentichiamo pero' che le case discografiche, quelle dei Film e dei giochi stanno ovviamente sul piede di guerra visto che perdono una marea di miliardi l'anno a causa della pirateria.
Non sono del tutto d'accordo. O almeno, questo è quello che ci vogliono fare credere. Non credo che la torta sia infinita.
Un esempio ipotetico: l'anno scorso Tizio ha scaricato illegalmente 10 cd del costo di 20€ l'uno. Sempre l'anno scorso Tizio ha visto 5 concerti del costo di 40€ l'uno. Siamo sicuro che se avesse speso 200€ per i CD avrebbe speso anche i 200€ per i concerti? :roll
non ho capito l'esempio ira :dub ci può essere tizio che non compra nè cd nè concerti ma caio tutti e due sempronio uno sì e uno no ma... che significa sto ragionamento? anche al supermercato tizio compra i pannolini della marca x ma non il latte della stessa marca :bo
invece il confronto da fare è semplice:
1000 tizi comprano 1 cd originale ciascuno a 10 euro;
1000 tizi scaricano la copia piratata del cd suddetto.
Chi ci perde? e quanto?
poi scusami.. se io non ho niente da nascondere qual è il problema? vogliono aprire il notebook? e chi se ne frega? vogliono aprire documenti riservati? e no! non penso che questo acta vada oltre le leggi sulla privacy? vogliono vedersi le mie foto? e no! idem come sopra
E' proprio questo il punto, si vuol far passare che invece lo possano fare e tu non possa dire no; la tutela della proprietà intellettuale diventerà preminente rispetto al diritto alla privacy. Sene hai tempo e voglia ti invito a dare un occhiata al link che ho in firma e a leggere attentamente i vari articoli del sito; poi sempre se ne hai voglia vai su thepiratebay.org che proprio in home page ha un link alla versione di A.C.T.A. che è trapelata. A no, scusa, thepiratebay.org no...
non c'è bisogno di thepirate enghira link al documento (http://www.laquadrature.net/files/201001_acta.pdf) :ridi
per gli articoli vedo di dargli un'occhiata :ok
Errino, intendo dire che se 1000 utenti scaricano il cd X, non è automatico che se non ci fosse il download gli stessi utenti comprerebbero il cd X.
non l'ho detto infatti e lo so benissimo.. il problema è solo culturale ma sono d'accordo nel chiudere proxy e siti sospetti che non servono. Insisto: un motore di ricerca di torrent non serve! un proxy anonimo non serve! se voglio condividere un mio software open source uso il servizio giusto (vedi google code o sourceforge) se voglio condividere le mie foto ci sono i servizi appositi non ho bisogno di scomodare cose "sospette". Ovviamente non troverò un servizio legale di condivisione di file musicali perchè non si può e non si deve fare!
Bene, la soluzione allora è semplice, chiudiamo tutte le porte e liberiamo la sola 80 e quella VPN.
Dopotutto a cosa servono tutte le altre? a nulla! mi dispiace ma non sono d'accordo!
Se dobbiamo chiudere tutte le cose inutili allora chiudiamo veramente tutto quanto!
chat e ****ate varie comprese!
Nessuno vieta che per un errore dell'operatore di manutenzione l'anonimato se ne vada a farsi benedire e voi incappate in storielle poco gradevoli (magari venite scambiati per pedofili chi sa?)
Certo, è vero, non lo metto in dubbio. E' vero anche che se uno vuole "proteggersi" viene scambiato subito per pedofilo, terrorista e chi più ne ha e più ne metta...tipica mentalità italiana, condanniamo tutti ancor prima di avere prove certe!
rileggi la mia risposta precedente :nono2 i proxy anonimi non servono a questo
proxy (http://it.wikipedia.org/wiki/Proxy)
poi scusami.. se io non ho niente da nascondere qual è il problema? vogliono aprire il notebook? e chi se ne frega? vogliono aprire documenti riservati? e no! non penso che questo acta vada oltre le leggi sulla privacy? vogliono vedersi le mie foto? e no! idem come sopra
e se fosse così? una volta "aperto" il tuo notebook sei vulnerabile.
Mi dispiace ma, anche se non ho nulla da nascondere, l'idea che mi "tengano controllato" in qualsiasi modo non mi va giù!
l'esempio principe è windows, che viene crackato con la scusa che "l'ultimate" costa una follia. vero, ma la stragrande maggioranza degli utenti potrebbe benissimo usare la basic.
e l'ulti os di apple, snow leopard, è stato venduto a 20 euro (VENTI)
piratato anche quello...
poi la gente si tiene i virus, però, come se non costassero nulla...
i 3/4 della popolazione potrebbe cavarsela senza problemi con il solo software libero piuttosto che crakkare (sia sistemi operativi che programmi in genere, dalla suite ufficio all'antivirus), ma aimè come è stato detto è una "non cultura"...
scusami enghira ancora non vedo la necessità di usare un proxy. In teoria i tuoi dati sensibili sono protetti ovunque tu ti registri (a meno che non usi siti "strani" e comunque la responsabilità, nel caso di divulgazione, è del sito che dovrà risponderne penalmente) e comunque non sei obbligato (nei forum di consulenza gratuiti) ad usare dati personali. Se ti preoccupi che qualcuno risalga a te attraverso l'indirizzo ip la vedo comunque dura a meno che non si infiltri nei log dell'isp ma qui rasentiamo la fantascienza.
Ho i miei dubbi su questo, leggi un po' qui... http://www.torproject.org/torusers.html.it
come volevasi dimostrare!
Errino, intendo dire che se 1000 utenti scaricano il cd X, non è automatico che se non ci fosse il download gli stessi utenti comprerebbero il cd X.
eheheh questo l'avevo capito ira.. ma questa osservazione a che serve? per dirla in parole povere.. così funziona il mercato o no?
Bene, la soluzione allora è semplice, chiudiamo tutte le porte e liberiamo la sola 80 e quella VPN.
Dopotutto a cosa servono tutte le altre? a nulla! mi dispiace ma non sono d'accordo!
Se dobbiamo chiudere tutte le cose inutili allora chiudiamo veramente tutto quanto!
chat e ****ate varie comprese!
non esagerare ora liga dai :) io non sto dicendo di chiudere le cose inutili ma solo quelle sospette vedi proxy anonimi (non c'è motivo di navigare nell'anonimato) e motori di ricerca di file protetti da copyright
Certo, è vero, non lo metto in dubbio. E' vero anche che se uno vuole "proteggersi"...
e da chi ti vuoi proteggere scusa??ancora nn ho capito
...viene scambiato subito per pedofilo, terrorista e chi più ne ha e più ne metta...tipica mentalità italiana, condanniamo tutti ancor prima di avere prove certe!
glisso su questo ;) inutile polemizzare ora.. concentriamoci sul topic
so bene cos'è un proxy ma perchè usare proprio quelli anonimi per navigare?? non avete ancora risposto... :nono2
e se fosse così? una volta "aperto" il tuo notebook sei vulnerabile.
Mi dispiace ma, anche se non ho nulla da nascondere, l'idea che mi "tengano controllato" in qualsiasi modo non mi va giù!
non ho capito.. vulnerabile a cosa? controllato come? ripeto che quello che voi immaginate in pratica non sarà possibile! a campione magari ma poi è da vedere se possono aprire tutti i miei file impunemente
Ma siete sicuri della provenienza di questo documento dell'ACTA e della sua originalità?
Ho i miei dubbi su questo, leggi un po' qui... http://www.torproject.org/torusers.html.it
mannaggia nn ci accedo.. a proposito di proxy.. quello aziendale filtra sta pagina :sarcastic che dice?
eheheh questo l'avevo capito ira.. ma questa osservazione a che serve? per dirla in parole povere.. così funziona il mercato o no?
C'entra, perchè alla fine sembra che il tutto si riduca al problema di perdita di guadagno da parte dei detentori di copyright, principalmente major, editori e software house. Il mio unico dubbio è che il costo per la collettività (controlli alle frontiere, filtri, maggiori costi per accesso più difficoltoso alle informazioni, etc) superi abbondantemente il recupero delle perdite. Cioè che alla fine il gioco non valga la candela, per dirla brevemente :D
O forse la questione è un'altra, cioè che le major che si lamentano sono solo un pretesto, ed è una maniera come un'altra di applicare una forma di censura ai contenuti e alle idee, alla fine la rete è pericolosa perchè "libera", o sbaglio?
ira la tua osservazione sul costo per la collettività la trovo molto interessante e non ci avevo pensato :ok effettivamente le perdite (per la collettività) potrebbero superare i ricavi (dei singoli che sarebbero contenti :ridi)
Per quanto riguarda la censura di idee e contenuti mi sembra un'ipotesi alquanto catastrofica. Dubito che la pirateria riguardi questo. A parte casi sporadici nessuno ha mai parlato di chiudere forum che parlano di politica, o che riguardino aggregazioni contro qualcosa e così via.
non esagerare ora liga dai :) io non sto dicendo di chiudere le cose inutili ma solo quelle sospette vedi proxy anonimi (non c'è motivo di navigare nell'anonimato)
Scusa errino ma se tu mandi una lettera perchè chiudi la busta se non hai nulla da nascondere, che motivo c'è?
enghira scusa ma non trovo il tuo paragone molto calzante. io non paragono un proxy anonimo ad lettera chiusa perchè perchè sulla lettera c'è cmq il mittente cosa che nel proxy non c'è. Non stiamo parlando del contenuto enghira o mi sono perso qualcosa?
E' difficile per me spiegare una "idea", o una "filosofia"... Continuando il paragone forse improprio con la lettera paragonerei chi utilizza il proxy non al mittente bensì al destinatario della lettera, il mittente è il sito che ospita i contenuti, il proxy è la busta che impedisce di sapere che corrispondenza riceve il destinatario, fosse solo un biglietto di auguri o la bolletta del telefono.
Ritornando all'inizio della discussione, per me thepiratebay può essere chiusa se si ravvisano dei reati, non può essere chiuso un sito che non è altro che uno strumento generico di navigazione e che non contiene al proprio interno materiale illecito. Poi che tu ritenga inutile o "sospetto" un sito di questo genere non giustifica il fatto che possa essere oscurato e che il titolare del dominio sia sottoposto a perquisizione domiciliare. Anche perchè oggi lo puoi ritenere inutile, domani potrebbero essere censurati siti che desideri poter consultare (l'esempio del forum di cui sopra dove si spiega come cambiare lo scarico), per cui potresti cambiare idea. Io preferisco avere a disposizione la ruota di scorta (o almeno la bomboletta di Fast) e non utilizzarla piuttosto che rischiare di rimanere a piedi, specialmente se percorro una strada sterrata come stiamo facendo in Italia ora...
Detto questo, esprimo il massimo rispetto per le tue idee pur non condividendole e ti ringrazio per il contraddittorio civile ed equilibrato:ok
mannaggia nn ci accedo.. a proposito di proxy.. quello aziendale filtra sta pagina :sarcastic che dice?Ti faccio il copia incolla dal sito della parte che ci interessa, poi il resto quando andrai a casa potrai leggerlo con comodo.
Gli Internet Service Provider (ISP) vendono il registro delle tue navigazioni in Internet (http://seekingalpha.com/article/29449-compete-ceo-isps-sell-clickstreams-for-5-a-month) a società di marketing o a chiunque sia disposto a pagare. Gli ISP di solito dicono di anonimizzare i dati e di non fornire informazioni in grado di identificare le persone, ma non è così (http://www.wired.com/politics/security/news/2006/08/71579?currentPage=all). Questi dati possono ancora contenere il registro completo di ogni sito che hai visitato, il testo di ogni ricerca che hai fatto, e potenzialmente anche il tuo nome utente e la tua password. Oltre al tuo ISP, i siti web (ed i motori di ricerca (http://www.google.com/privacy_faq.html)) che visiti hanno i loro registri (log), contenenti le stesse informazioni o anche di più.
Ho fatto una ricerca rapidissima ed alla prima botta mi e' uscito questo articolo.
La facilita' con cui ho trovato questa informazione mi fa' logicamente presupporre che potrei trovare tanti altri siti che confermano quanto detto in questo articolo.
In soldoni : i furti di identita' ci sono eccome, i log PERSONALI vengono invece venduti, e li dentro ci potrebbero essere anche dati di accesso e quant'altro.
Quindi sei ancora sicuro che non sia necessario passare attraverso un sistema che protegga la tua identita'? Specialmente quando ad esempio fai uso dell'homebanking
non esagerare ora liga dai :) io non sto dicendo di chiudere le cose inutili ma solo quelle sospette vedi proxy anonimi (non c'è motivo di navigare nell'anonimato) e motori di ricerca di file protetti da copyright
e da chi ti vuoi proteggere scusa??ancora nn ho capito
Penso che crazy con il messaggio postato abbia riassunto...homebanking? non mi dispiacerebbe essere il più protetto possibile, anche a costo di usare proxy anonimi
non ho capito.. vulnerabile a cosa? controllato come? ripeto che quello che voi immaginate in pratica non sarà possibile! a campione magari ma poi è da vedere se possono aprire tutti i miei file impunemente
E se tu facessi parte di quel campione? Una volta che accedono al tuo pc, vuoi via software o tramite una persona fisica, hanno accesso anche ai tuoi dati personali.
Come detto da enghira, massimo rispetto per le idee di ognuno, ma io penso che la protezione non sia mai troppa in campo informatico.
Salve a tutti!
Prima di tutto mi presento, sono il portavoce del Movimento ScambioEtico e ho trovato questo forum dietro segnalazione di un utente di TNTVillage. Dico questo non per darvi informazioni di cui magari non vi può interessare di meno, ma per pormi in una situazione di "onesta parzialità", di modo che possiate verificare tutte le mie asserzioni sapendo fin dall'inizio da quale punto di vista provengono (il movimento ScambioEtico è contrario a qualsiasi censura, sostiene che i diritti fondamentali non debbano essere soggetti ad eccezioni in Internet e promuove una profonda riforma del copyright). Mi fa enormemente piacere che questi temi escano dalle nicchie specializzate in cui fin troppo spesso sono relegati.
Avete toccato una tale quantità di temi che è praticamente impossibile in breve tornare su tutti. Mi preme comunque iniziare da un paio di punti che, pur se espressi in totale buona fede, sono pericolosi. Dopo di che vorrei proporvi alcuni spunti di riflessione.
Comincio dalla fine e dalla faccenda più urgente: è molto pericoloso usare un web proxy anonimizzante per l'home banking o per qualsiasi altra transazione on line. Questo perché fareste passare dei dati sensibili attraverso un sito terzo che si frappone fra voi e la vostra banca (o il vostro venditore, o il vostro cliente) e del quale non potete assolutamente sapere l'affidabilità. La sicurezza delle transazioni online va delegata alla fiducia che avete nel vostro interlocutore e ai certificati di autenticità che garantiscono che di fronte a voi avete realmente chi voi credete. La criptazione "https" è sufficiente, di norma, dal proteggervi dallo sguardo indiscreto del vostro provider e di chi eventualmente dovessere "sniffare" i vostri pacchetti WiFi.
Detto questo, torno all'origine del dibattito, e cioè alla perquisizione domiciliare e relativo sequestro di tutto il materiale informatico, sulla base del fatto che questo ragazzo gestiva un proxy. Sono state dette molte cose giuste (i web proxy sono il sistema più "triviale" per aggirare le censure), ma non si è citato uno degli scopi più importanti per i quali "noi" gestori di proxy veniamo continuamente lodati dalla stampa, dai politici e dall'opinione pubblica, e cioè offrire la possibilità a chi opera in ambienti ostili (regimi oppressivi, per es. Iran e Cina) di far uscire ed entrare informazioni preziose da e per il proprio paese, al contempo cercando di aumentare la privacy al fine di aumentare l'incolumità personale.
Il primo spunto di riflessione che vorrei proporre quindi è questo: perché da una parte siamo considerati persone degne di lode, addirittura eroi (!) secondo alcuni, dall'altra appena si parla di copyright diventiamo addirittura passibili di perquisizione domiciliare? Un proxy (e non necessariamente un web proxy) è neutro, è chiaro che se voglio offrire la possibilità di far transitare informazioni non posso arrogarmi la presunzione (né ci sarebbe la possibilità tecnica) di filtrare a priori qualcosa, ne può andare dell'incolumità fisica di coloro che operano in ambienti ostili.
Secondo, il problema della privacy on line. In Europa abbiamo una legislazione che teoricamente tutela moltissimo la nostra privacy ed è in linea con la Convenzione Europea sui Diritti Umani, nonché con la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea. Legislativamente, i principi espressi li ritrovate della Direttiva Data Protection (95/46/EC) e nella Direttiva ePrivacy (2002/58/EC). Ma questo enorme (e per molti versi ottimo) impianto legislativo, protegge davvero la nostra privacy in Internet? Avete già scalfito la superficie con quanto è stato detto, ma quella è solo la punta dell'iceberg. Immaginate un consorzio di assicurazioni che crea un grande portale medico, molto ben fatto. Quando accedete a questo portale per consultare informazioni, o addirittura per postare i vostri problemi (ma non è indispensabile: esistono sistemi esperti, simili a quelli utilizzati da Facebook, che riescono a tracciare un profilo semplicemente in base a quali informazioni accedete - questi profili potrebbero poi essere incrociati e raffinati con altri dati di altri siti a cui accedete), all'atto pratico nulla vieta a queste compagnie di profilare (illegalmente, ma è tecnicamente difficilissimo dimostrare la violazione!) il vostro stato di salute, che poi si rifletterà nel momento in cui doveste cercare una polizza assicurativa sulla vita o sulla salute. Discorso assolutamente analogo si può fare per società finanziarie e banche che possono profilare la vostra capacità e la vostra propensione alla spesa in maniera più precisa di quanto non consentano le attuali banche dati, centrali intebancarie ecc.
Per minimizzare questo rischio è indispensabile utilizzare sistemi di anonimizzazione, per lo meno un web proxy di modo che le compagnie citate non possano memorizzare il vostro indirizzo IP e quindi risalire, con la compiacenza di soggetti terzi, alla vostra identità.
Il problema è enorme, perché tutti noi (o per lo meno tutti coloro che navigano senza precauzioni) lasciamo in rete un'"impronta digitale" che consente di effettuare profili molto precisi a coloro che sono veramente determinati a farlo. Il problema è talmente enorme che è al centro dell'attenzione della Commissione Europea (DG Health & Consumers), ma ritengo che una soluzione legislativa sia ardua se non impossibile: la soluzione tecnologica invece è a portata di mano (utilizzare browser sicuri, cancellare i supercookies e i cookies, navigare sempre con connessioni criptate, non permettere l'esecuzione di script sospetti ecc.). Il caso Phorm, che ha suscitato uno scandalo enorme in tutta Europa, è ancora fresco e bruciante (un sistema di Deep Packet Inspection -intercettazione e ispezione profonda di OGNI pacchetto trasmesso e ricevuto- che è stato utilizzato in Inghilterra a scopi di marketing e chissà cos'altro -ora illegale ma solo dopo una lunga battaglia portata avanti dagli attivisti).
Questione ACTA e controllo alla frontiera dell'equipaggiamento elettronico nei bagagli personali: premesso che fra i negoziatori su questo tema non c'è accordo e questo lo si vede anche dalla versione consolidata USA/Jap del 28 gennaio trapelata e diffusa grazie a La Quadrature, The Pirate Bay e Telecomix, i più estremisti (USA) sono arrivati a proporre un sistema di controllo doganale molto diverso da quello attuale. In pratica, ogni cellulare, lettore MP3, laptop ecc., andrebbe controllato da personale competente, alla ricerca di file multimediali. Se trovati, il possessore dell'apparecchio in transito doganale dovrebbe dimostrare sul posto di possedere le legittime licenze di acquisto di quei file. In difetto, l'apparecchio andrebbe distrutto e/o confiscato immediatamente. Sull'autenticità di quei documenti non ci piove, sarebbe troppo lungo discutere qui dei confronti incrociati, delle conferme ecc. (ci lavoriamo ormai da due anni), potete trovare una marea di informazioni sul nostro blog, sul sito dell'avvocato Geist e su quello di Electronic Frontier Foundation, su quello di M. Sans Frontiere e mille altri (perché ACTA, volendosi occupare anche di brevetti e autorizzando la confisca senza prove, basata sul sospetto, e senza diritto alla difesa ("inaudita altera parte") crea enormi problemi anche per il transito dei farmaci).
Mi rendo conto di aver scritto un post già chilometrico, e ancora non ho toccato il tema della pirateria senza scopo di lucro e della condivisione online di file protetti da copyright... ma credo sia opportuno che ci ritorni in futuro, oppure vi rimando di nuovo al blog di ScambioEtico, segnalandovi in particolare l'insieme degli studi che dimostrano che l'impatto della pirateria digitale non commerciale è nel complesso positivo per il mercato e per gli artisti (un pirata spende enormemente di più rispetto a un non pirata per l'intrattenimento), ma danneggia certi settori di intermediazione (grande distribuzione organizzata) o certi contenitori (CD) non più appetibili. Anzi, se siete riusciti ad arrivare a leggere fin qui... grazie! :)
Paolo
Letto tutto...Grazie delle informazioni, tutto molto interessante. Passerò a leggere anche il blog, l'argomento mi interessa veramente tanto!
:shock2:eek:
Il primo spunto di riflessione che vorrei proporre quindi è questo: perché da una parte siamo considerati persone degne di lode, addirittura eroi (!) secondo alcuni, dall'altra appena si parla di copyright diventiamo addirittura passibili di perquisizione domiciliare? Un proxy (e non necessariamente un web proxy) è neutro, è chiaro che se voglio offrire la possibilità di far transitare informazioni non posso arrogarmi la presunzione (né ci sarebbe la possibilità tecnica) di filtrare a priori qualcosa, ne può andare dell'incolumità fisica di coloro che operano in ambienti ostili.
quindi come unire le due cose? ossia essere eroi da una parte e non andare contro alcune leggi??
Secondo, il problema della privacy on line. In Europa abbiamo una legislazione che teoricamente tutela moltissimo la nostra privacy ed è in linea con la Convenzione Europea sui Diritti Umani, nonché con la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea. Legislativamente, i principi espressi li ritrovate della Direttiva Data Protection (95/46/EC) e nella Direttiva ePrivacy (2002/58/EC). Ma questo enorme (e per molti versi ottimo) impianto legislativo, protegge davvero la nostra privacy in Internet? Avete già scalfito la superficie con quanto è stato detto, ma quella è solo la punta dell'iceberg. Immaginate un consorzio di assicurazioni che crea un grande portale medico, molto ben fatto. Quando accedete a questo portale per consultare informazioni, o addirittura per postare i vostri problemi (ma non è indispensabile: esistono sistemi esperti, simili a quelli utilizzati da Facebook, che riescono a tracciare un profilo semplicemente in base a quali informazioni accedete - questi profili potrebbero poi essere incrociati e raffinati con altri dati di altri siti a cui accedete), all'atto pratico nulla vieta a queste compagnie di profilare (illegalmente, ma è tecnicamente difficilissimo dimostrare la violazione!) il vostro stato di salute, che poi si rifletterà nel momento in cui doveste cercare una polizza assicurativa sulla vita o sulla salute. Discorso assolutamente analogo si può fare per società finanziarie e banche che possono profilare la vostra capacità e la vostra propensione alla spesa in maniera più precisa di quanto non consentano le attuali banche dati, centrali intebancarie ecc.
io questo non lo vedo un problema sinceramente. Anzi alcune indagini potrebbero aiutarmi in determinate scelte. Credo di riuscire a conservare una certa obiettività in ogni caso che mi possa far scegliere ciò che è meglio per me internet e non internet. Per intenderci non è che al primo assicuratore dico sì anche se quello sa vita morte e miracoli di me!
Per minimizzare questo rischio è indispensabile utilizzare sistemi di anonimizzazione, per lo meno un web proxy di modo che le compagnie citate non possano memorizzare il vostro indirizzo IP e quindi risalire, con la compiacenza di soggetti terzi, alla vostra identità.
sempre se il web proxy (come hai detto anche tu) non logga il mio ip e se lo vende ad altri. Siamo sempre lì quindi a mio parere il gioco non vale la candela. Navigo. Punto e basta.
...la soluzione tecnologica invece è a portata di mano (utilizzare browser sicuri, cancellare i supercookies e i cookies, navigare sempre con connessioni criptate, non permettere l'esecuzione di script sospetti ecc.).
o mi è sfuggito qualcosa o mi sono perso io :ridi
cosa è bene fare?? usare web proxy anonimi o queste soluzioni??
...i più estremisti (USA) sono arrivati a proporre un sistema di controllo doganale molto diverso da quello attuale. In pratica, ogni cellulare, lettore MP3, laptop ecc., andrebbe controllato da personale competente, alla ricerca di file multimediali. Se trovati, il possessore dell'apparecchio in transito doganale dovrebbe dimostrare sul posto di possedere le legittime licenze di acquisto di quei file. In difetto, l'apparecchio andrebbe distrutto e/o confiscato immediatamente.
ma come funzionerebbero sti controlli? per esempio penso ad un controllo sicurezza di un aeroporto. Se si mettessero a controllare a tutti palmare, lettore mp3, notebook, netbook e quant'altro ci dovremmo presentare al check in il giorno prima!
quindi come unire le due cose? ossia essere eroi da una parte e non andare contro alcune leggi??
Ciao,
prima di rispondere a questa domanda dovremmo sapere quali reati sarebbero contestati all'amministratore del proxy, e se poi queste contestazioni reggeranno in tribunale (se mai ci si arriverà).
io questo non lo vedo un problema sinceramente. Anzi alcune indagini potrebbero aiutarmi in determinate scelte. Credo di riuscire a conservare una certa obiettività in ogni caso che mi possa far scegliere ciò che è meglio per me internet e non internet. Per intenderci non è che al primo assicuratore dico sì anche se quello sa vita morte e miracoli di me!
Il problema è inverso, la tua profilazione può fornire dati utili agli assicuratori per negarti certi tipi di polizze, pregiudicarti l'accesso ad alcuni tipi di copertura ospedaliera ecc. ecc. Ora la categoria delle assicurazioni l'ho scelta come esempio, non è che mi voglia accanire contro di loro, intendiamoci. :)
sempre se il web proxy (come hai detto anche tu) non logga il mio ip e se lo vende ad altri. Siamo sempre lì quindi a mio parere il gioco non vale la candela. Navigo. Punto e basta.
E infatti qui andiamo al passo successivo! Un web proxy può andar bene per bucare la censura quando non mi interessa che colui che gestisce il proxy intercetti i dati, ma cosa fare quando invece voglio un sistema più sicuro? A questo punto i web proxy (che, ripeto, sono il più triviale sistema di aggiramento censura) non sono adatti, a meno di avere una persona fidata al di fuori del territorio controllato dal regime ostile che ne fornisca uno (non è un caso raro) oppure non si controlli un server estero con garanzie di anonimato. Esiste una varietà ricchissima di soluzioni, peraltro molto semplici da implementare, dall'utilizzo di TOR a quello di VPN trusted & secured fino a giungere alle Darknet come Freenet o I2P. Un sistema multi-hop fa in modo che chi conosce il tuo IP non conosce quali dati trasmetti (perché criptati), e chi si occupa di decriptare e far uscire i dati in chiaro non conosce la tua identità. Solo l'avversario globale (cioè quell'avversario teorico che può controllare tutti i flussi di dati e tutti i nodi) può correlare identità a contenuti. Per una trattazione più tecnica ti rimando ai wiki o meglio ancora ai siti di TOR e di I2P, le due realtà a mio avviso più affidabili per proteggere la privacy.
[ACTA] ma come funzionerebbero sti controlli? per esempio penso ad un controllo sicurezza di un aeroporto. Se si mettessero a controllare a tutti palmare, lettore mp3, notebook, netbook e quant'altro ci dovremmo presentare al check in il giorno prima!
A mio avviso sono totalmente al di fuori della realtà e nella pratica irrealizzabili, come controllo di massa.. Più probabile che siano provvedimenti per instaurare un clima di paura e colpire qualcuno a caso nel mucchio (perché diciamocelo, anche se hai l'iPod pieno di MP3 comprati da iTunes, mica è facile dimostrare al volo che li hai acquistati tutti regolarmente). Questo "colpire nel mucchio", distruggere un po' di laptop o di iPhone agli "sfortunati", può servire al massimo a compilare le statistiche, non certo a combattere il fenomeno della contraffazione, secondo me. In ogni caso la Commissione Europea, almeno su questo, è in netto contrasto con gli USA.
Il problema è inverso, la tua profilazione può fornire dati utili agli assicuratori per negarti certi tipi di polizze, pregiudicarti l'accesso ad alcuni tipi di copertura ospedaliera ecc. ecc.
cosa che avviene già ora.. la profilazione è sempre esistita e lo trovo un modo come un altro per nn prendersi fregature.. non ci vedo niente di strano. Ovvio che nel caso di logging e cose varie il fenomeno è ampliato ma ancora non urta la mia sensibilità :)
Per una trattazione più tecnica ti rimando ai wiki o meglio ancora ai siti di TOR e di I2P, le due realtà a mio avviso più affidabili per proteggere la privacy.
non mi interessa per il momento ;) ma semplicemente perchè sta pretesa della protezione assoluta la vedo più come un impiccio che altro.
Questo "colpire nel mucchio", distruggere un po' di laptop o di iPhone agli "sfortunati", può servire al massimo a compilare le statistiche, non certo a combattere il fenomeno della contraffazione, secondo me.
sono d'accordo con te... ma purtroppo non vedo alternative al momento. Come già detto prima la pirateria è ormai entrata nelle (anti)coscienze della maggioranza e sarà sempre più difficile da estirpare.
cosa che avviene già ora.. la profilazione è sempre esistita e lo trovo un modo come un altro per nn prendersi fregature.. non ci vedo niente di strano. Ovvio che nel caso di logging e cose varie il fenomeno è ampliato ma ancora non urta la mia sensibilità :)
Certamente, ognuno ha una propria "soglia" di tolleranza. Sono convinto tuttavia che un eccessivo "lassismo" nella cura della privacy possa in breve portare alle esagerazioni che abbiamo visto in molti paesi, tipo negli Stati Uniti, dove ditte licenziano o non assumono in base al profilo Facebook o dove compagnie di assicurazione rifiutano di pagare polizze in base ai dati lasciati dal cliente su Internet (caso recente come esempio, una compagnia si è rifiutata di pagare il premio per una cura antidepressiva -psicologo ecc.- ad una signora che aveva tentato il suicidio perché mentre la signora era in cura un suo amico aveva immesso nel profilo la foto della signora... sorridente! certo è probabile che la compagnia perderà in un'eventuale causa, ma è seccante dover andare in causa contro la propria compagnia che usa una foto pubblicata da qualcun altro come prova di "assenza di necessità di terapie antidepressive").
non mi interessa per il momento ;) ma semplicemente perchè sta pretesa della protezione assoluta la vedo più come un impiccio che altro.
Beh guarda, è possibile che con le mie parole te l'abbia fatta più complicata di quanto è in realtà. Non è così difficile usare i sistemi che ho citato, e ovviamente l'installazione si fa una volta sola, poi è tutto automatico.
[perquisizioni alle frontiere ACTA-style] sono d'accordo con te... ma purtroppo non vedo alternative al momento. Come già detto prima la pirateria è ormai entrata nelle (anti)coscienze della maggioranza e sarà sempre più difficile da estirpare.Se parliamo della pirateria commerciale, sono d'accordo, è alimentata da grandi associazioni criminali, comunque ha subito delle belle batoste a causa del file sharing. Se invece ti riferisci proprio alla condivisione online, quindi alla pirateria senza scopo di lucro, non sono convinto che sia un male e non sono convinto sull'opportunità di "estirparla".
Come premesse, occorre notare che qualsiasi tecnologia rivoluzionaria nel campo dei monopoli intellettuali è stata sempre osteggiata da quelle industrie che appunto lavorano su quei monopoli. L'avversione alla fotocopiatrice (che avrebbe causato la morte dell'editoria), le storiche e lunghe battaglie per rendere illegali le cassette audio (il "caso TDK") prima e i videoregistratori poi (la causa contro Sony giunta fino alla Corte Suprema), mostrano che l'industria dei monopoli si è sempre opposta ai cambiamenti, salvo poi perdere le cause legali e trovare nuovi modelli di business grazie a quelle tecnologie (mercato delle audiocassette, più economiche del vinile, la nascita del business gigantesco dell'home video...).
Oggi però abbiamo una tecnologia che non è rivoluzionaria, ma disruptive (cioè penetra più rapidamente, più a fondo e più estesamente nel mercato di quanto non faccia una tecnologia rivoluzionaria, provocando sul mercato stesso ridefinizioni molto veloci), Internet. Internet è vecchia ma la sua diffusione è ora a livelli altissimi e la larghezza di banda ha raggiunto capacità che permettono la trasmissione in tempi brevi di file molto grandi. Il costo della riproduzione (Internet è stata definita anche come macchina copiatrice perfetta) e della distribuzione è quasi-zero. In un mercato in cui l'industria del monopolio trae profitto dal far pagare le copie, la possibilità di fare copie a costo quasi-zero unita alla possibilità di diffonderle sempre a costo quasi-zero è devastante.
Però cos'è successo? Da una parte l'industria, esattamente come nei casi passati citati, si è arroccata in una posizione difensiva, rinunciando per molti anni a ricercare nuovi modelli di business con cui sfruttare il nuovo. Questa posizione, in ultima analisi, chiede la "chiusura" di Internet (nel senso che Internet deve cessare di essere un sistema di comunicazione, ma deve diventare il nuovo medium broadcast, in cui i fruitori fanno solo download e non upload). Dall'altra però nuovi protocolli e nuove forme di condivisione sono sempre un passo avanti rispetto alle contromisure tecnologiche per combattere la cosiddetta pirateria digitale; il legislatore si trova quindi in una situazione in cui deve fare leggi che impongano che un cerchio sia quadrato: scritte bene ma chiaramente inapplicabili.
Ora, noi di Scambioetico (insieme a La Quadrature du Net), per uscira da questo "circolo vizioso emozionale", abbiamo voluto considerare la situazione da un punto di vista scientifico, e abbiamo raccolto tutti gli studi indipendenti degli ultimi anni che valutano l'impatto sul mercato della pirateria non a scopo di lucro, dove per indipendenti intendiamo:
- non commissionati dall'industria dei monopoli intellettuali;
- non commissionati da organizzazioni anti anti-pirateria (come possiamo anche essere noi stessi).
I risultati per noi sono prevedibili, ma sconvolgenti per chi invece ritiene che la pirateria digitale danneggi gli autori. Non so se posso mettere link, comunque è facile trovare questa raccolta di studi (di università o governi in zone geografiche diverse e che analizzano campioni statisticamente significativi) e i relativi link googlando o cercando nel sito de La quadrature du Net o nel blog di ScambioEtico. Questi studi sono poi stati raccolti anche dall'Autorità per le Garanzie delle Telecomunicazioni in un notevole studio (recentissimo, di poche settimane fa) concernente appunto la pirateria senza scopo di lucro (lo trovate nel sito di AGCom).
Sostanzialmente, emerge che "il pirata", ossia colui che più o meno abitualmente condivide on line, spende in intrattenimento molto, molto di più (fino a 10 volte di più in un anno) di un "non pirata". Spende però in una certa maniera: biglietto dei cinema (non a caso il 2009 ha segnato il record di tutti i tempi, secondo Dan Glickman presidente MPAA, per gli incassi al botteghino delle sale, nonostante che l'ultimo trimestre sia stato segnato da una crisi economica feroce), concerti dal vivo, musica digitale, abbonamenti a videogames, servizi. NON spende più per noleggio DVD/BluRay e acquisto CD. Tirate le somme, il pirata da molti più soldi agli autori e all'industria dell'intrattenimento di quanto non faccia un non-pirata. Oltre tutto questi studi non valutano l'impatto benefico collaterale sul mercato (HDD, abbonamenti Internet, altre memorie di massa, computer, router ecc.) che invece viene considerato a parte nel rapporto AGCom.
Perché allora l'industria dell'intrattenimento osteggia (almeno ufficialmente, perché qualche volta a scopo promozionale immette lei film o musica nei circuiti p2p) con tanta ferocia il fenomeno, se a conti fatti ci guadagna di più? Secondo noi la risposta è che l'industria ha analizzato le conseguenze sul medio periodo. Anche se ora il p2p e Internet in generale supportano anche loro, non sarà più così in futuro. La cosiddetta "emorragia di artisti", che nel campo musicale non rinnovano i contratti con le major per proporsi con distribuzione diretta ai propri fan/clienti, e che abbracciano nuovi modelli di business, si sta facendo consistente già da ora e potrebbe diventare massiva (come sostengono Nine Inch Nails, Rednex, Radiohead e migliaia di artisti minori) in pochissimi anni. E' un fenomeno che taglierebbe fuori le major, viste come parte di una catena di intermediazione inutile se non addirittura parassitaria e dannosa. Con questo, il sogno delle major di controllare, come hanno fatto fino a una decina di anni fa (prima della nascita di Napster nel 1999) il 90% del mercato con meno di 1000 artisti tramonterebbe per sempre.
Esiste poi un altro fenomeno, ancora più grave agli occhi di chi ha mantenuto per decenni il monopolio intellettuale, e cioè la trasformazione dei passivi fruitori in attivi creatori di contenuti. Siamo già oltre il concetto di prosumer, siamo arrivati, già ora, alla nascita di "legioni" di comunità digitali che producono collaborativamente software competitivo con qualsiasi altro software commerciale (si pensi a Linux, Firefox, OpenOffice, Apache, lighttpd - questi ultimi due hanno preso l'85% del mercato server insieme a Linux), enciclopedie free più affidabili (o almeno meno inaffidabili) dell'Enciclopedia Britannica, decine di migliaia di artisti musicali che rilasciano opere di altissima qualità con licenze Creative Commons, e ora addirittura (vedi progetto VoDo) film che iniziano a competere con Hollywood. E il fenomeno pervade anche altri ambiti: milioni e milioni di persone che passano ore del proprio tempo nei forum (invece di consumare o di guardare la televisione) o nei social network, comunità di attivisti che diventano enormi grazie al digitale e raggiungono la forza di influenzare i processi decisionali dei legislatori, blogger che scrivono con la professionalità dei giornalisti, comunità che scambiandosi opinioni sui prodotti da acquistare spostano le preferenze di acquisto più di quanto non riesca a fare la pubblicità classica.
I fattori elencati nell'ultimo paragrafo sono quelli che, a nostro avviso, inducono l'establishment economico ad osteggiare Internet, ad invocarne regolamentazioni o chiusure, a dipingerla come un pericolo piuttosto che come una grande opportunità.
Anziché cercare nuovi modelli di business, questi attori del mercato applicano tentativi ostruzionistici ad ogni livello (più che altro richiedendo legislazioni sempre più draconiane e, fatto ancor più grave, la sospensione dei diritti fondamentali quando ci si trova in Internet) per mantenere i monopoli finora garantiti dagli stati.
E' un po' come la svolta drammatica provocata dal frigorifero (altro esempio di tecnologia disruptive, secondo i manuali di economia): uno sconquasso per i venditori di ghiaccio e per la catena di distribuzione del latte e degli alimenti. Difficile però opporsi ad una tecnologia disruptive (anzi, storicamente non è mai stato possibile bloccare una tecnologia disruptive una volta diffusa). Occorre trovare nuovi modelli di business e di sviluppo, che in realtà già esistono, alcuni addirittura (nel campo dei libri, del software e della musica) ben collaudati. Ma di questo magari parliamo un altro giorno. :)
Ciao,
Paolo
Per quanto riguarda la censura di idee e contenuti mi sembra un'ipotesi alquanto catastrofica. Dubito che la pirateria riguardi questo. A parte casi sporadici nessuno ha mai parlato di chiudere forum che parlano di politica, o che riguardino aggregazioni contro qualcosa e così via.
No ... ancora no ... ma potrebbe essere una buona base di partenza ... rotto l'uovo fatta la frittata ...
Quanto riguarda il non aver nulla da nascondere ... da "vecchio porco" qual sono ... ditemi CHI ... di voi maschietti non ha nel cellulare o nel PC ... almeno una foto della propria moglie/ragazza/amica (magari al mare ...) in atteggiamenti/posizioni/abbigliamento non proprio monacali ... bhè una volta aperto il cellulare/PC per controllo ... chi impedisce a chi guarda di spulciare tutti i documenti esistenti al suo interno alla ricerca di materiale protetto da copyright e trovare e guardare ciò che è TUO e Privato??? Glielo vieti Tu che sei lì e guardi??? E con quale autorità??? E senza risultare sospetto poi??? Auguri se la pensi così ...
Certamente, ognuno ha una propria "soglia" di tolleranza. Sono convinto tuttavia che un eccessivo "lassismo" nella cura della privacy possa in breve portare alle esagerazioni..
:ok e di esagerazioni stiamo parlando ;)
Beh guarda, è possibile che con le mie parole te l'abbia fatta più complicata di quanto è in realtà. Non è così difficile usare i sistemi che ho citato, e ovviamente l'installazione si fa una volta sola, poi è tutto automatico.
prometto di documentarmi sul funzionamento di questi sistemi.. scusami se sembro puntiglioso ma il mio ip da qualche parte dovrà pure andare a sbattere e qui qualcuno potrebbe continuare a loggarmi e si torna indietro. il gioco vale la candela? ;)
Se parliamo della pirateria commerciale, sono d'accordo, è alimentata da grandi associazioni criminali, comunque ha subito delle belle batoste a causa del file sharing. Se invece ti riferisci proprio alla condivisione online, quindi alla pirateria senza scopo di lucro, non sono convinto che sia un male e non sono convinto sull'opportunità di "estirparla".
parlavo di condivisione di materiale protetto da copyright via internet e non. In qualsiasi modo secondo me è sbagliato e controproducente per chi ci vive major e non. Che poi qualcuno ci speculi sul lavoro dei singoli è un altro paio di maniche (e questo avviene in ogni campo non solo in quello artistico) vedi i grossi profitti delle major rapportati a quelli dei piccoli e medi artisti ma questo è un altro discorso.
Del successivo tuo discorso non ho capito se ti riferisci ai pirati "di copyright" che spendono più dei non pirati oppure alla semplice condivisione di file di cui parlavi prima. Cioè: spendo di più io che a casa mi masterizzo 10 cd al mese di uno che li acquista in negozio? :bo
@raptor: io le foto compromettenti non le porto in giro :ridi2 le lascio a casa nel disco di backup. Se poi sta benedetta legge va oltre mandati di perquisizione, violazioni di domicilio e quant'altro bè allora saremo tornati ai tempi del terrorismo e a quel punto anch'io non ci starò.
Ma una domanda mi sorge spontanea e la rivolgo a chi ha letto acta e robe varie: ma c'è l'evidenza che queste nuove leggi andranno oltre la violazione di domicilio (tra le altre cose)?? mi sembra di ricordare che un ufficiale non può aprire il pc di un tizio e guardarci dentro impunemente senza mandato di perquisizione perchè il pc è un domicilio informatico. Ricordo male??
e se affermate che acta scavalchi sta cosa mi linkate cortesemente i riferimenti al documento?? (che mea culpa non ho letto è troppo lungo perdonatemi :))
prometto di documentarmi sul funzionamento di questi sistemi.. scusami se sembro puntiglioso ma il mio ip da qualche parte dovrà pure andare a sbattere e qui qualcuno potrebbe continuare a loggarmi e si torna indietro. il gioco vale la candela? ;)
non credo che sia solo l'IP il problema, alla fine è solo un numero, ma se associ contenuti a IP e sei in grado di discriminare in base a queste associazioni direi che un certo peso può averlo
(discriminazioni sul posto di lavoro / accesso a un posto di lavoro / o altre forme di discriminazioni / ricatto).
I trascorsi sull'arbitrarietà delle intercettazioni telefoniche da parte di coloro che fornivano il servizio mi sembra un esempio valido (no non stavano intercettando delinquenti), la differenza è che nel campo informatico hai strumenti per poter far si che questo non avvenga.
parlavo di condivisione di materiale protetto da copyright via internet e non. In qualsiasi modo secondo me è sbagliato e controproducente per chi ci vive major e non. Che poi qualcuno ci speculi sul lavoro dei singoli è un altro paio di maniche (e questo avviene in ogni campo non solo in quello artistico) vedi i grossi profitti delle major rapportati a quelli dei piccoli e medi artisti ma questo è un altro discorso.
personalmente preferisco dare i soldi a chi crea effettivamente qualcosa senza dover versare un dazio a gente che si mette in mezzo per profitto. Se tutti i musicisti per esempio vendessero direttamente il loro non avrei problemi a comprare. Visto che non è così non compro ne scarico.
se capita di trovare qualcosa su youtube lo ascolto e basta. ( i problemi di copyright li lascio a loro..) in ogni caso molti metodi come bittorrento p2p non servono solo per materiale coperto da copyright, per esempio molte distribuzioni di linux si affidao a questi mezzi per la semplice ragione che visto l'alto numero di downlaod dovrebbero spendere delle cifre della madonna per server e connettività ( che di solito non hanno ) con il conseguente rallentamento dei download e impossibilità di accedere a determinati contenuti strumenti.
Del successivo tuo discorso non ho capito se ti riferisci ai pirati "di copyright" che spendono più dei non pirati oppure alla semplice condivisione di file di cui parlavi prima. Cioè: spendo di più io che a casa mi masterizzo 10 cd al mese di uno che li acquista in negozio? :bo
secondo me vuol dire che un non "pirata" ignora l'esistenza di molte cose e quindi non spende su molti articoli collaterali che comunque portano introiti alle major, come invece fanno i "pirati" che di norma sono utenti evoluti ( o chiamali come ti pare) che però spendono più sul collaterale che sull'oggetto in se.
Se poi sta benedetta legge va oltre mandati di perquisizione, violazioni di domicilio e quant'altro bè allora saremo tornati ai tempi del terrorismo e a quel punto anch'io non ci starò.
perchè devi violare un domicilio quando puoi avere tutte le informazioni che vuoi senza doverti (fisicamente ) scomodare?
non credo che sia solo l'IP il problema, alla fine è solo un numero, ma se associ contenuti a IP e sei in grado di discriminare in base a queste associazioni direi che un certo peso può averlo
sì non intendevo solo l'ip ma tutto ciò che c'è dietro (e avanti) l'ip. Se hai letto tutta la discussione da qualche parte si parlava di isp che vendevano i dati di log a terzi per indagini varie. A sto punto non mi stupirei (nel clima di complotto che si è delineato) che anche i gestori di proxy anonimi e altri servizi si vendano i propri log.
I trascorsi sull'arbitrarietà delle intercettazioni telefoniche da parte di coloro che fornivano il servizio mi sembra un esempio valido (no non stavano intercettando delinquenti), la differenza è che nel campo informatico hai strumenti per poter far si che questo non avvenga.
che non avvenga un'intercettazione?? ne sei proprio sicuro? se sei tu il gestore di un proxy anonimo allora sei sicuro al 100% ma viceversa... poi però aspetto di informarmi sui sistemi di cui si parlava :ok
personalmente preferisco dare i soldi a chi crea effettivamente qualcosa senza dover versare un dazio a gente che si mette in mezzo per profitto.
non sempre il dazio è un dazio e basta. Non facciamo di tutta l'erba un fascio.
in ogni caso molti metodi come bittorrento p2p non servono solo per materiale coperto da copyright
questo lo so ma il problema è che l'inciviltà li ha portati ad essere quasi esclusivamente a questo :nono2
perchè devi violare un domicilio quando puoi avere tutte le informazioni che vuoi senza doverti (fisicamente ) scomodare?
non ho capito.. in che senso?
sì non intendevo solo l'ip ma tutto ciò che c'è dietro (e avanti) l'ip. Se hai letto tutta la discussione da qualche parte si parlava di isp che vendevano i dati di log a terzi per indagini varie. A sto punto non mi stupirei (nel clima di complotto che si è delineato) che anche i gestori di proxy anonimi e altri servizi si vendano i propri log.
Si si ho letto la discussione degli ISP che vendono a terzi eventuali informazioni, in teoria dovrebbero avere una lettera di assenso da parte del utilizzatore per poterlo fare , cosa che di solito viene annegata nelle mille mila condizioni di utilizzo del servizio che raramente qualcuno legge:D ( anche se si dovrebbe ..). Poi finchè sono indagini generiche mirate, ad esempio, a stabilire quali tipo di prodotto può andar bene per un certo tipo di potenziali clienti è un conto.
Diverso se si fanno utilizzi non leciti o lesivi nei confronti diretti di chi viene loggato/intercettato.
che non avvenga un'intercettazione?? ne sei proprio sicuro? se sei tu il gestore di un proxy anonimo allora sei sicuro al 100% ma viceversa... poi però aspetto di informarmi sui sistemi di cui si parlava :ok
mai detto di essere sicuro che non avvenga un'intercettazione, ma però ad esempio se usi l'email puoi scegliere di criptare il contenuto di un messaggio (tramite pgp o gpg a seconda delle disponibilità) o di usare servizi Imap e Pop sicuri, in modo da rendere inutile l'intercettazione del traffico in transito.
non sempre il dazio è un dazio e basta. Non facciamo di tutta l'erba un fascio.
di fatti non lo faccio, ma è innegabile che i prezzi siano più alti proprio per i costi dovuti al mantenimento di certe strutture. ogni intermediario aumenta il prezzo di un bene/ merce
questo vale nel caso sia della musica che della frutta e verdura, carne e chi più ne ha più ne metta. Non a caso le merci vendute su internet hanno costi in certi casi (non sempre) più bassi
proprio perchè vengono saltate delle "maglie" nella catena.In che senso secondo te non si tratta di un dazio e basta?
q
uesto lo so ma il problema è che l'inciviltà li ha portati ad essere quasi esclusivamente a questo :nono2
come dicevi prima non facciamo di tutta l'erba un fascio :D:D
non ho capito.. in che senso?
nel senso che se intercetti una persona su internet, telefono cellulare, dati dei pagamenti, hai diverse maniere per ottenere le informazioni che vuoi senza dover entrare in una casa.
Se non proprio tutto direi che almeno un buon 90% è possibile.
Inoltre esistono anche le intercettazioni ambientali se si vuole andare oltre e coprire il restante 10%, ma anche quelle possono essere effettuate con minima presenza fisica, di certo evitando irruzioni.
Mike Oldfield
26/03/10, 12:50
Anche se non sembra, anche se fanno di tutto per nasconderlo, viviamo in uno stato di polizia... Un periodo questo di cui farei a meno di dire "io c'ero". Soluzioni ci sono, senza ledere la libertà di espressione o dell'individuo, ma per trovarle dovrebbero voler far funzionare le cose invece di fare demagogia politica e creare caos. "Divide et impera" è diventato il modo più usuale di fare politica in Italia ed ora dovremmo aggiornarlo ad "Divide, impera et castigo". Mi vergogno...
di fatti non lo faccio, ma è innegabile che i prezzi siano più alti proprio per i costi dovuti al mantenimento di certe strutture. ogni intermediario aumenta il prezzo di un bene/ merce
questo vale nel caso sia della musica che della frutta e verdura, carne e chi più ne ha più ne metta. Non a caso le merci vendute su internet hanno costi in certi casi (non sempre) più bassi
proprio perchè vengono saltate delle "maglie" nella catena.In che senso secondo te non si tratta di un dazio e basta?
nel senso che almeno nel campo artistico prima dell'avvento di internet un piccolo artista (salvo casi eccezionali) se non stava dietro ad un'etichetta con le pal.le il grande pubblico non lo vedeva neanche di striscio. però mi sembra pretenzioso cercare di comprare tutto da chi la produce. Non può acquistare carne dall'allevatore, nè un maglione dal tosatore! ma poi divaghiamo :ok
nel senso che se intercetti una persona su internet, telefono cellulare, dati dei pagamenti, hai diverse maniere per ottenere le informazioni che vuoi senza dover entrare in una casa.
Se non proprio tutto direi che almeno un buon 90% è possibile.
Inoltre esistono anche le intercettazioni ambientali se si vuole andare oltre e coprire il restante 10%, ma anche quelle possono essere effettuate con minima presenza fisica, di certo evitando irruzioni.
aspè che c'entrano le intercettazioni ora? si parla di perquisizione di apparecchi multimediali alla ricerca di copie piratate :bo
prometto di documentarmi sul funzionamento di questi sistemi.. scusami se sembro puntiglioso ma il mio ip da qualche parte dovrà pure andare a sbattere e qui qualcuno potrebbe continuare a loggarmi e si torna indietro. il gioco vale la candela? ;)
Ciao! Dipende da quali dati fai transitare e quanto tieni alla tua privacy... pongo una domanda provocatoria: coloro che sostengono "se non hai niente da nascondere non hai nulla da temere", che spesso vedo scritta in giro, peraltro citazione di Hitler, si rendono conto di quali implicazioni ha questa frase? E si interrogano mai sul perché il diritto alla privacy è sancito, come diritto fondamentale, in tutte le dichiarazioni sui diritti umani?
La soluzione al problema che poni (il tuo IP da qualche parte dovrà pur andare a sbattere) è quella che scrivevo, mi scuso se sono stato poco chiaro: dove il tuo IP può essere loggato, i dati arrivano criptati, e sono decriptati solo al termine della catena (il multi-hop di cui ti parlavo) da un nodo che non conosce il tuo IP. In questo modo: chi vede il tuo IP non conosce i dati che ti arrivano e che trasmetti, chi invece è nella posizione di vedere i dati non conosce chi li ha originati e a chi sono destinati. TOR, Freenet e I2P risolvono, con tecniche diverse, questo problema. Vedi anche, collateralmente, la soluzione del problema del "man-in-the-middle attack" (anche su Wikipedia). parlavo di condivisione di materiale protetto da copyright via internet e non. In qualsiasi modo secondo me è sbagliato e controproducente per chi ci vive major e non. Ok, se lo restringiamo alla condivisione senza scopo di lucro (file sharing per esempio) allora ci siamo: gli studi citati mostrano proprio che coloro che condividono, cioè vengono additati come pirati, spendono più dei non pirati e che nel complesso la pirateria senza scopo di lucro è benefica per il mercato. Abbiamo raccolto questi studi proprio per andare oltre le opinioni personali e basarci su ricerche scientifiche. Abbiamo anche notato che le ricerche commissionate dalle major invariabilmente si basano su grossolane assunzioni non scientifiche per forzare le conclusioni opposte (danni economici enormi), per questo abbiamo escluso sia le ricerche commissionate dall'industria sia le ricerche delle associazioni anti-anti-pirateria. Il primo assunto che noti nelle ricerche di parte delle major è l'equazione "1 download di 1 brano=mancato acquisto di 1 album", che è un errore scientifico molto noto fin da quando è nato il metodo (la correlazione non implica causalità).
Ma una domanda mi sorge spontanea e la rivolgo a chi ha letto acta e robe varie: ma c'è l'evidenza che queste nuove leggi andranno oltre la violazione di domicilio (tra le altre cose)?? mi sembra di ricordare che un ufficiale non può aprire il pc di un tizio e guardarci dentro impunemente senza mandato di perquisizione perchè il pc è un domicilio informatico. Ricordo male??
e se affermate che acta scavalchi sta cosa mi linkate cortesemente i riferimenti al documento?? (che mea culpa non ho letto è troppo lungo perdonatemi :))Una delle ridefinizioni possibili del quadro legale concernente l'imposizione del copyright riguarderebbe invece i controlli alle frontiere degli apparecchi elettronici, per la cui ispezione ed eventuale distruzione o confisca non sarebbe necessario un mandato di un giudice (in questo senso si, violazione del domicilio informatico, solo alle frontiere). Ripeto che fra i negoziatori non c'è accordo (anzi sembra esserci contrasto) su questo punto. Purtroppo, ACTA ha molti altri punti altrettanto problematici che possono condizionare pesantemente Internet e il suo utilizzo, l'accesso ai farmaci e impattare su alcuni diritti fondamentali, sempre nell'utilizzo di Internet (presunzione di innocenza, libertà di espressione, diritto a un equo processo, diritto alla privacy), sui quali invece i negoziatori hanno posizioni più vicine (seppur non coincidenti).
Se non ricordo male ho visto che in questo stesso thread trovi vari link ai documenti ufficiali (trapelati) ACTA, per un riferimento rapido c'è la categoria "ACTA" sul blog di ScambioEtico e sul blog dell'avvocato Michael Geist (michaelgeist.ca); molti documenti sono disponibili anche su Wikileaks (keyword ACTA); la Electronic Frontier Foundation e il wiki di WeRebuild.eu hanno anch'essi ampi dossier. Nessuno dei documenti su cui ci basiamo è stato smentito e il confronto incrociato mostra un quadro notevolmente consistente.
Ciao!
Paolo
Torno sull'argomento censura per segnalare un altrocaso (http://gianlucadettori.nova100.ilsole24ore.com/2009/10/oscurato-bakeca-nel-weekend-tornato-online-senza-annunci.html) di cui sono venuta caualmente a conoscenza.
La domanda sorge spontanea: perchè non vengono "oscurati" tutti quei quotidiani che hanno una sezione "incontri" o "amicizia", dove oltretutti gli annunci non vengono inseriti autonomamente dagli utenti ma si presuppone che ci sia qualcuno del giornale che materialmente si occupa dell'impaginazione?
---------- Post added at 22:05 ---------- Previous post was at 10:43 ----------
cosa che avviene già ora.. la profilazione è sempre esistita e lo trovo un modo come un altro per nn prendersi fregature.. non ci vedo niente di strano. Ovvio che nel caso di logging e cose varie il fenomeno è ampliato ma ancora non urta la mia sensibilità :)
Hai per caso utilizzato una connessione Telecom Italia, H3G o Vodafone (http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/tecnologia/navigatori-spiati/navigatori-spiati/navigatori-spiati.html) tra il 2001 e il 2008?
Torno sull'argomento censura per segnalare un altrocaso (http://gianlucadettori.nova100.ilsole24ore.com/2009/10/oscurato-bakeca-nel-weekend-tornato-online-senza-annunci.html) di cui sono venuta caualmente a conoscenza.
La domanda sorge spontanea: perchè non vengono "oscurati" tutti quei quotidiani che hanno una sezione "incontri" o "amicizia", dove oltretutti gli annunci non vengono inseriti autonomamente dagli utenti ma si presuppone che ci sia qualcuno del giornale che materialmente si occupa dell'impaginazione?
a me invece sorgono due domande.
Domanda: cosa faresti tu in questo caso nei panni della giustizia? tra l'altro mi sembra che poi il sito abbia riaperto oscurando solo la sezione "denunciata"
Domanda: cosa succede quando in un capannone di riparazione meccanica e lavaggio auto si scopre che all'insaputa dei proprietari là dentro vengono nascoste auto rubate??
In generale partendo dalla violazione di una legge che vuoi fare? Chiudere gli occhi e fare finta di niente? Oppure in prima istanza chiudere completamente l'attività e poi pattuire il da farsi?? A me non sembra niente di così grave e irreversibile poi non lo so.. :bo
Hai per caso utilizzato una connessione Telecom Italia, H3G o Vodafone (http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/tecnologia/navigatori-spiati/navigatori-spiati/navigatori-spiati.html) tra il 2001 e il 2008?
ehm no :sdentato
In generale partendo dalla violazione di una legge che vuoi fare? Chiudere gli occhi e fare finta di niente? Oppure in prima istanza chiudere completamente l'attività e poi pattuire il da farsi?? A me non sembra niente di così grave e irreversibile poi non lo so.. :bo
Non credo che se le auto fossero nascoste all'insaputa dei proprietari di chiuderebbe l'attività così a cuor leggero, non conosco la legge ma ho la sensazione che non possa legalmente essere fatto,se non altro per il danno economico che si causerebbe all'attività e di cui poi si dovrebbe rendere conto.
Molto semplicemente bastava imporre subito la rimozione della sezione "incriminata" senza necessità di chiudere tutto il sito, tecnicamente ci vogliono credo 5 minuti. Nessuno si sognerebbe di chiudere un quotidiano neanche per un giorno perchè nella piccola pubblicità dello stesso ci sono "signorine nuove in città che cercano amici"... eppure gli annunci di questo tenore abbondano non solo in piccoli giornali di provincia ma anche in importanti testate nazionali, per non parlare poi dei giornalini di annunci. Anche in questo caso però siccome è su internet allora intanto lo oscuriamo, poi vediamo...
Non credo che se le auto fossero nascoste all'insaputa dei proprietari di chiuderebbe l'attività così a cuor leggero, non conosco la legge ma ho la sensazione che non possa legalmente essere fatto,se non altro per il danno economico che si causerebbe all'attività e di cui poi si dovrebbe rendere conto.
bè credo che fino a quando non viene fatto il processo ed appurato che i proprietari siano oscuri alla vicenda scatta il sequestro del locale e dell'attività.
Molto semplicemente bastava imporre subito la rimozione della sezione "incriminata" senza necessità di chiudere tutto il sito, tecnicamente ci vogliono credo 5 minuti. Nessuno si sognerebbe di chiudere un quotidiano neanche per un giorno perchè nella piccola pubblicità dello stesso ci sono "signorine nuove in città che cercano amici"... eppure gli annunci di questo tenore abbondano non solo in piccoli giornali di provincia ma anche in importanti testate nazionali, per non parlare poi dei giornalini di annunci. Anche in questo caso però siccome è su internet allora intanto lo oscuriamo, poi vediamo...
non la mettere sempre su questo piano però... credo che il tutto sia dovuto alla mancanza di una precisa e rigorosa legislazione in merito ai siti internet che spesso vengono fatti equivalere esattamente a locali fisici di cui parlavamo prima. Poi non so effettivamente che annunci c'erano.. gli articoli parlano di sesso a pagamento ma come al solito la verità non si potrà quasi mai sapere...
non la mettere sempre su questo piano però... credo che il tutto sia dovuto alla mancanza di una precisa e rigorosa legislazione in merito ai siti internet che spesso vengono fatti equivalere esattamente a locali fisici di cui parlavamo prima. Poi non so effettivamente che annunci c'erano.. gli articoli parlano di sesso a pagamento ma come al solito la verità non si potrà quasi mai sapere...Ciao,
esiste una legislazione chiara e precisa, la direttiva sul commercio elettronico 2000/31/CE implementata in Italia dal D.Lgs. 70/2003. Trovi diversi articoli in merito, anche nel solito blog di ScambioEtico (vedi "Safe harbor for mere conduit"). Nella direttiva, osserva in particolare i chiarissimi articoli dal 12 al 15, concernenti le limitazioni delle responsabilità per i fornitori dei servizi della società dell'informazione (ISP, caching, hosting e infine proibizione agli Stati Membri di imporre ai fornitori dei servizi un obbligo generale di sorveglianza sui contenuti immessi dagli utenti). In attesa del prosieguo del processo, c'è l'impressione che nel caso di bakeca la direttiva non sia stata correttamente applicata.
Se proprio si volesse paragonare, per quanto impropriamente, un sito ad una testata giornalistica, oscuramenti di questo tipo sarebbero come se ad un quotidiano che avesse un annuncio sospetto (sottolineo sospetto, perché nella fase preliminare non c'è la prova definitiva che quell'annuncio rappresenti offerta di prostituzione) anziché sequestrare le copie sul territorio nazionale per quel giorno, si sequestrassero le rotative per un certo periodo di tempo.
vBulletin® v3.8.5, Copyright ©: 2000-2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Traduzione italiana Team: vBulletin-italia.it |