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Pollon
20/03/11, 19:07
Tutti noi sappiamo ciò che sta succedendo da un paio di giorni.. il Consiglio di Sicurezza dell' ONU ha deciso di intervenire in Libia instituendo una no-fly zone e colpendo obiettivi strategici atti ad indebolire Gheddafi ed i suoi seguaci ed a salvaguardare i civili libici che lottano per la democrazia.. queste almeno le motivazioni ufficiali.

Il giorno successivo all' approvazione delle operazioni militari Russia e Cina, entrambe con diritto di veto, pur non avendo usufruito di tale facoltà nella sede appropriata, condannano l' intervento militare fortemente voluto da USA, Francia e Gran Bretagna ed appoggiato attivamente anche dall' Italia e chiedono di sospendere l' attacco. La Germania opta per il non intervento.

Scattano dure minacce da parte di Gheddafi che dice di voler colpire obiettivi militari e civili in Italia, la grande traditrice, e nei paesi che sostengono l' intervento. I raid aerei da parte dell' alleanza continuano senza sosta da due giorni e l' Italia mette a disposizione le proprie basi ed i propri aerei. I politici ci rassicurano, le armi libiche non possono raggiungere l' Italia... ma garanzie non ce ne sono, ci prepariamo a qualsiasi evenienza.

Nel mentre, la ritorsione più plausibile da parte di Gheddafi nei confronti dell' Italia pare essere l' immigrazione clandestina verso le nostre coste che d' ora in poi non verrà più combattuta all' origine.

Nel frattempo anche Lega Araba ed Unione Africana chiedono lo stop immediato di tutte le ostilità. I Talebani condannano l' ingerenza occidentale in un paese islamico.
La propaganda in Libia continua, Gheddafi parla di 100 morti tra i civili causati dai bombardamenti francesi ed americani in due giorni.

Questo è il riassunto della situazione. Volevo conoscere la vostra opinione a riguardo, allarmismo no ma personalmente non mi sento completamente tranquilla. La mia paura è che l' intervento occidentale in Libia venga strumentalizzato dai fondamentalisti islamici per fomentare odio nei confronti dell' occidente. Spero che la situazione si risolva in fretta, spero insomma non sia solo l' inizio.

Stig1987
20/03/11, 19:27
Sono daccordo ! Siamo nell 2011 e non e possibile accettare uno che fa queste cose... Poi se e possibile a abassare i prezzi di benza etc ... Vado a dargli una mano! su serio! Basta dittatura ! ffaanc... Ghedaffi!!! Spero che prendi una bella bombardata !

Danilo
20/03/11, 20:06
cerchiamo di tenere bassi i toni altrimenti mi vedrò costretto a chiudere,siamo border line

Urano
20/03/11, 21:16
bella situazione di melma.

è uno di quei classici casi in cui qualunque cosa fai, sbagli.

da una parte non potevamo non intervenire: sia per ragioni oggettivamente umanitarie, sia per le ragioni vere, cioè strategiche. la francia già ci vende chili e chili di energia atomica, non possiamo permetterci che controlli anche le nostre importazioni di petrolio. inoltre, vista la vicinanza geografica, è naturalmente meglio poter avere voce in capitolo nel momento in cui si dovesse decidere la sorte del post-gheddafi. infine gheddafi si è tagliato le pàlle da solo quando ha represso la rivolta con i carri armati, invece da gestirla in maniera politica, magari uscendo di scena e lasciando il campo a suo figlio, anche perchè dobbiamo ricordarci che l'influenza di gheddafi in libia è tale che lui non ha formalmente nessuna carica.

però questo è uno dei classici casi in cui i nodi vengono al pettine: la libia l'abbiamo inventata noi. prima c'erano tre regioni beduine. mo' ci sbrogliamo il casino.

dall'altra parte anche intervenire è un sacco di dolore, visto che A) non sappiamo con chi diavolo stiamo trattando (ed in tutta franchezza, nonostante i regimi e simil-regimi nord africani fossero de facto degli stati mafiosi, almeno erano stati mafiosi LAICI, cosa che li rende comunque preferibili a futuri stati mafiosi integralisti, e la palestina ci dovrebbe insegnare che quando dici ad un popolo "toh, vota" non è sempre detto che questi votino chi piace a te...) e B) non è affatto detto che gheddafi si levi dai piedi definitivamente come ha fatto mubarak.

insomma, visto il macello forse effettivamente tanto valeva intervenire, che se si pensa al futuro è più facile che il regime di gheddafi sia al tramonto che non il contrario.
fatto sta che le eventuali ritorsioni non sono certo l'ondata di clandestini (di cui francamente mi preoccupo poco, una soluzione si troverà...) bensì i rubinetti di petrolio e gas (con la benzina a 3000 lire al litro... e meno male che stiamo uscendo dall'inverno...) e tutto il resto (lockerbie dovrebbe insegnare...)

quindi mèrda fitta.
...ed io che tra 5 ore devo prendere un aereo son due notti che non dormo...

---------- Post added at 21:16 ---------- Previous post was at 20:53 ----------

ho letto ora il commento di frattini che dice che l'abbandono di gheddafi è un obiettivo politico e non militare.

ecco.
direi che a questo punto la situazione è chiara: berlusca ha probabilmente telefonato all'amicone, dicendogli "caro gheddy, noi eravamo obbligati a fare così, ma in fondo tu ci stai più simpatico di quei puzzoni francesi, quindi facciamo che te adesso la pianti di sparare, noi veniamo lì, facciamo un po' di scena diplomatica, te magari metti su uno che piace a te e te ne vieni in vacanza da noi..."

tipica politica italiana.
d'altra parte il gran maestro di mister b., ovvero il caro bettino, ha fatto esattamente la stessa cosa mentre reagan bombardava...

Danilo
20/03/11, 21:16
vi riporto un articolo di "rivista eurasia",spiega molte cose.è lungo ma vi consiglio di leggerlo.

Dopo aver celebrato in sordina il Centocinquantenario dell’Unità, il Governo italiano ha scelto d’aggiungere ai festeggiamenti uno strascico molto particolare: una guerra in Libia. Un conflitto che sa tanto di amarcord: la Libia la conquistò Giolitti nel 1911, la “pacificò” Mussolini nel primo dopoguerra, e fu il principale fronte italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa volta, però, le motivazioni sono molto diverse.

Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: solo uno sprovveduto potrebbe pensare che l’imminente attacco di alcuni paesi della NATO alla Libia sia davvero motivato da preoccupazioni “umanitarie”. Gheddafi, certo, è un dittatore inclemente coi suoi avversari. Ma non è più feroce di molti suoi omologhi dei paesi arabi, alcuni già scalzati dal potere (Ben Alì e Mubarak), altri ancora in sella ed anzi intenti a soffiare sul fuoco della guerra (gli autocrati della Penisola Arabica).
L’asserzione dell’ex vice-ambasciatore libico all’ONU, passato coi ribelli, secondo cui sarebbe in atto un «genocidio», rappresenta un’evidente boutade. È possibile ed anzi probabile che Gheddafi abbia represso le prime manifestazioni contro di lui (come fatto da tutti gli altri governanti arabi), ma l’idea che abbia impiegato bombardamenti aerei (!) per disperdere cortei pacifici è tanto incredibile che quasi sarebbe superflua la smentita dei militari russi (che hanno monitorato gli eventi dai loro satelliti-spia).
Non è stato necessario molto tempo perché dalle proteste pacifiche si passasse all’insurrezione armata, ed a quel punto è divenuto impossibile parlare di “repressione delle manifestazioni”. Anche se i giornalisti occidentali, ancora per alcuni giorni, hanno continuato a chiamare “manifestanti pacifici” gli uomini che stavano prendendo il controllo di città ed intere regioni, e che loro stessi mostravano armati di fucili, artiglieria e carri armati (consegnati da reparti dell’Esercito che hanno defezionato e forse anche da patroni esterni). Da allora Gheddafi ha sicuramente fatto ricorso ad aerei contro i ribelli, ma i pur numerosi giornalisti embedded nelle fila della rivolta non sono riusciti a documentare attacchi sui civili. La stessa storia delle “fosse comuni”, che si pretendeva suffragata da un’unica foto che mostrava quattro o cinque tombe aperte su un riconoscibile cimitero di Tripoli, è stata presto accantonata per la sua scarsa credibilità.
La guerra civile tra i ribelli ed il governo di Tripoli, che prosegue – a quanto ne sappiamo – ben poco feroce, giacché i morti giornalieri si contano sulle dita di una o al massimo due mani, stava volgendo rapidamente a conclusione. Il problema è che a vincere era, agli occhi d’alcuni paesi atlantici, la “parte sbagliata”. La storia – in Krajina, in Kosovo, persino in Iràq – ci ha insegnato che, generalmente, gl’interventi militari esterni fanno più vittime di quelle provocate dai veri o presunti “massacri” che si vorrebbero fermare. In Krajina, ad esempio, i bombardamenti “umanitari” della NATO permisero ai Croati d’espellere un quarto di milione di serbi: una delle più riuscite operazioni di “pulizia etnica” mai praticate in Europa, almeno negli ultimi decenni.
Le motivazioni reali dell’intervento, dunque, sono strategiche e geopolitiche: l’umanitarismo è puro pretesto. In questo sito si può leggere molto sulle reali motivazioni della Francia, degli USA e della Gran Bretagna (vedasi, ad esempio: Intervista a Jacques Borde; Libia: Golpe e Geopolitica di A. Lattanzio; La crisi libica e i suoi sciacalli di S.A. Puttini). Motivazioni, del resto, facilmente immaginabili. Qui ci sofferemo invece sulle scelte prese dal Governo italiano.
Cominciamo dall’inizio. Prima dell’esplodere dell’insurrezione, l’Italia ha un rapporto privilegiato con la Libia. Il nostro paese è innanzi tutto il maggiore socio d’affari della Jamahiriya: primo acquirente delle sue esportazioni e primo fornitore delle sue importazioni. La Libia vende all’Italia quasi il 40% delle sue esportazioni (il secondo maggior acquirente, la Germania, raccoglie il 10%) e riceve dalla nostra nazione il 18,9% delle sue importazioni totali (il secondo maggiore venditore, la Cina, fornisce poco più del 10%). La dipendenza commerciale della Libia dall’Italia è forte, dunque, ma è probabile che il rapporto abbia maggiore valenza strategica per noi che per Tripoli. La Libia possiede infatti le maggiori riserve petrolifere di tutto il continente africano (per giunta petrolio d’ottima qualità), è geograficamente prossimo al nostro paese e dunque si profila naturalmente come fornitore principale, o tra i principali, di risorse energetiche all’Italia. La nostra compagnia statale ENI estrae in Libia il 15% della sua produzione petrolifera totale; tramite il gasdotto Greenstream nel 2010 sono giunti in Italia 9,4 miliardi di metri cubi di gas libico. I contratti dell’ENI in Libia sono validi ancora per 30-40 anni e, malgrado l’atteggiamento italiano che analizzeremo a breve, Tripoli li ha confermati il 17 marzo per bocca del ministro Shukri Ghanem. Attualmente la Libia concede ad imprese italiane tutti gli appalti relativi alla costruzione d’infrastrutture, garantendo così miliardi di commesse che si ripercuotono positivamente sull’occupazione nel nostro paese. Infine la Libia, che grazie alle esportazioni energetiche è un paese relativamente ricco (ha il più elevato reddito pro capite dell’Africa), investe in Italia gran parte dei suoi “petrodollari”: attualmente ha partecipazioni in ENI, FIAT, Unicredit, Finmeccanica ed altre imprese ancora. Un apporto fondamentale di capitali in una congiuntura caratterizzata da carenza di liquidità, dopo la crisi finanziaria del 2008.
Tutto ciò fa della Libia un caso più unico che raro, dal nostro punto di vista, tra i produttori di petrolio nel Mediterraneo e Vicino Oriente. Quasi tutti, infatti, hanno rapporti economici privilegiati con gli USA e con le compagnie energetiche anglosassoni, francesi o asiatiche.
La relazione italo-libica è stata suggellata nel 2009 dal Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione, siglato a nome nostro dal presidente Silvio Berlusconi ma derivante da trattative condotte già sotto i governi precedenti, anche di Centro-Sinistra. Tale trattato, oltre a rafforzare la cooperazione in una lunga serie di ambiti, impegnava le parti ad alcuni obblighi reciproci. Tra essi possiamo citare: il rispetto reciproco della «uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti ad essa inerenti compreso, in particolare, il diritto alla libertà ed all’indipendenza politica» ed il diritto di ciascuna parte a «scegliere e sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale» (art. 2); l’impegno a «non ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica dell’altra Parte» (art. 3); l’astensione da «qualsiasi forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell’altra Parte» (art. 4.1); la rassicurazione dell’Italia che «non userà, né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia» e viceversa (art. 4.2); l’impegno a dirimere pacificamente le controversie che dovessero sorgere tra i due paesi (art. 5).
L’Italia è dunque arrivata all’esplodere della crisi libica come alleata di Tripoli, legata alla Libia dalle clausole – poste nero su bianco – di un trattato, stipulato non cent’anni fa ma nel 2009, e non da un governo passato ma da quello ancora in carica.
L’atteggiamento italiano, nel corso delle ultime settimane, è stato incerto ed imbarazzante. Inizialmente Berlusconi dichiarava di non voler “disturbare” il colonnello Gheddafi (19 febbraio), mentre il suo ministro Frattini agitava lo spettro di un “emirato islamico a Bengasi” (21 febbraio). Ben presto, però, l’insurrezione sembrava travolgere le autorità della Jamahiriya e l’atteggiamento italiano mutava: Frattini inaugurava la corsa al rialzo delle presunte vittime dello scontro, annunciando 1000 morti (23 febbraio) mentre Human Rights Watch ancora ne conteggiava poche centinaia; il ministro della Difesa La Russa (non si sa in base a quali competenze specifiche) annunciava la sospensione del Trattato di Amicizia italo-libica, sospensione per giunta illegale (27 febbraio). Gheddafi riesce però a ribaltare la situazione e parte alla riconquista del territorio caduto in mano agl’insorti. Man mano che le truppe libiche avanzano, il bellicismo in Italia sembra spegnersi: il ministro Maroni arriva ad invitare gli USA a «darsi una calmata» (6 marzo). Ma la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 17 marzo, che dà il via libera agli attacchi atlantisti sulla Libia, provoca una brusca virata della diplomazia italiana: il nostro governo mette subito a disposizione basi militari ed aerei per bombardare l’ormai ex “amico” e “partner”.
È fin troppo evidente come il Governo italiano abbia, in questa vicenda, manifestato un atteggiamento poco chiaro e molto indeciso; semmai, s’è palesata una spiccata propensione ad ondeggiare a seconda degli eventi, cercando di volta in volta di schierarsi col probabile vincitore. Come già in altre occasioni recenti di politica estera, il Capo del Governo è parso assente, lasciando che suoi ministri dettassero o quanto meno comunicassero alla nazione la linea dell’Italia. L’ambivalenza ha scontentato sia il governo libico, che s’aspettava una posizione amichevole da parte di Roma, sia i ribelli cirenaici, che hanno ricevuto sostegno concreto dalla Francia e dalla Gran Bretagna ma non certo dall’Italia. Infine, il Trattato di Amicizia, siglato appena due anni fa, è stato stracciato e Berlusconi si prepara, seppur sotto l’égida dell’ONU, a scendere in guerra contro la Libia.
Qualsiasi sarà l’esito dello scontro, l’Italia ha già perduto la sua campagna di Libia. I nostri governanti, memori della peggiore specialità nazionale, hanno celebrato il Centocinquantenario dell’Unità con un plateale voltafaccia ai danni della Libia: una riedizione tragicomica del dramma dell’8 settembre 1943. Questa volta non sarà l’Italia stessa, ma l’ex “amica” Libia, ad essere consegnata ad una guerra civile lunga e dolorosa, che senza ingerenze esterne si sarebbe conclusa entro pochi giorni.
Ma non si sta perdendo solo la faccia e l’onore. Le forniture petrolifere e le commesse, comunque finirà lo scontro, molto probabilmente passeranno dalle mani italiane a quelle d’altri paesi: se non tutte, in buona parte. Se vincerà Gheddafi finiranno ai Cinesi o agl’Indiani; se vinceranno gl’insorti ai Francesi ed ai Britannici; in caso di stallo e guerra civile permanente in Libia resterà poco da raccogliere. Se non ondate d’immigrati ed influssi destabilizzanti per tutta la regione.

MannX
20/03/11, 21:39
Siamo nella mèrda.... :nono2

crazyhead
21/03/11, 00:34
Ho risposto che avrei preferito la via diplomatica.
Sicuramente avremmo salvato capra e cavoli ossia i nostri obblighi con l'ONU ed il trattato che abbiamo chiuso con la Libia, egregiamente esposto nell'articolo di Danilo, che mi vede in tutto e per tutto d'accordo con l'analisi.
Gheddafi per quanto possa essere a capo della Libia non si sa' bene come, sicuramente non ha posto in essere un genocidio o comunque omicidi di massa come successo da altre parti, per cui secondo il mio modo di vedere un impegno militare, almeno al momento non era proprio giustificato.
Come al solito e tanto per tenere fede al nostro passato, abbiamo fatto la bandierina che svolazza dove il vento soffia piu' forte.
E di questo ne continua a giovare la nostra immagine.
Come detto dall'articolo, Berlusconi ha implicitamente dato carta bianca a Frattini e La Russa per gestire la cosa, mai sentito Berlusconi parlare della situazione, ma evidentemente lui ha piu' a cuore altri tipi di "guerre".
L'ennesima dimostrazione dell'inadeguatezza di chi ci governa e l'ennesima occasione persa per prendere una posizione ben definita e soprattutto salda in campo internazionale.
Inutile evidenziare come per altre guerre vere in altri paesi dell'Africa non ci si sia mossi per nulla...

Danilo
21/03/11, 00:48
io invece penso che un organismo come l'ONU debba intervenire SISTEMATICAMENTE ogni volta che si presenta una avvisaglia di guerra civile

crazyhead
21/03/11, 00:57
gia' alla prima avvisaglia? secondo me bisogna comunque partire dall'idea che il popolo e' comunque sovrano ed ha il diritto di autotutelarsi, l'ONU non puo', secondo me, mettere il becco in ogni càzzo senza ratio

Danilo
21/03/11, 01:09
di certo non intervenire con le armi,ma almeno convocare i rappresentanti delle due fazioni e cercare un accordo pacifico

Pollon
21/03/11, 06:24
io invece penso che un organismo come l'ONU debba intervenire SISTEMATICAMENTE ogni volta che si presenta una avvisaglia di guerra civile

L' intervento secondo me è stato prematuro, deciso in fretta e furia quando Gheddafi ormai aveva ripreso in mano gran parte del paese. Si sperava che i libici ce la facessero da soli e quando sembrava ancora ci riuscissero, USA e le più grandi potenze europee tifavano per loro e screditavano Gheddafi.
Chiaramente, una volta cambiato il vento, si ha avuto paura di ripercussioni da parte di Gheddafi verso quei paesi, Italia in prima linea, che ne avevano auspicato la fine. Ed ecco l' attacco militare ormai diventato inevitabile.

Ciò che mi fa pensare è che la risoluzione dell' ONU secondo Russia, Cina, Lega Araba ed i paesi contrari all' intervento militare, pareva contenere misure più soft, imporre una no-fly zone ok, ma non bombardare a raffica il paese, seppur (si spera) limitandosi ad obiettivi militari e governativi.

cts
21/03/11, 07:38
Anni fa (tanti) gli USA armarono tal Saddam Hussein con bombe al fosforo perché rappresentava una barriera locale contro l'Iran di Khomeini e soci.
I rapporti tra USA e Iraq erano buoni, Saddam torturava il popolo ma a nessuno fregava nulla perché l'importante era il petrolio iracheno.
Poi Saddam Hussein invase il Kuwait (altro grosso produttore di petrolio) e gli USA scatenarono la guerra, Saddam si mise a cuccia ma non imparò la lezione ed in seguito fu daccapo battuto ed anzi spodestato, catturato e giustiziato.

L'Italia ha sempre stoltamente armato il colonnello Gheddafi, è stretta a doppio filo (anzi triplo) con i suoi intrecci affari/armi/gas e petrolio/partecipazioni societarie.
Possiamo giudicare Gheddafi come vogliamo (pazzo, sanguinario, terrorista, dittatore) ma una cosa è certa: è sempre stato più intelligente lui rispetto ai nostri governanti, visto che ha saputo tenere il coltello dalla parte del manico per interi decenni.
Ora le cose sono cambiate (io lo avevo scritto nel topic sul nucleare...) e temiamo la reazione del sanguinario che abbiamo sempre omaggiato e fatto prosperare, ma la sua reazione è "naturale" non dobbiamo sorprenderci se poi sulla scena internazionale facciamo queste figure di mer*a con trattati di amicizia e insulsaggini varie (chi si ricorda la non-reazione del nostro Governicchio quando mesi fa le vedette libiche con personale italiano a bordo hanno sparato contro un peschereccio siciliano in acque non territoriali?).
Gheddafi l'abbiamo "creato" (ma soprattutto mantenuto) noi, la Libia l'abbiamo creata noi (come diceva giustamente Urano) e tutto il resto è quasi completamente dovuto alle nostre colpe per come abbiamo dato la corda al Colonnello, mettiamocelo bene in testa.
Mi sa tanto che l'Italia aspettava il passo falso di Gheddafi ed ecco che è arrivato... ma temo proprio che stavolta se le cose non ce le risolvono gli altri paesi (USA, GB, Francia, eccetera) per noi (legati a quadruplo filo con il Colonnello) sarà molto dura.
I tempi del lungimirante Cavour sono lontani, lontanissimi... La realtà che i nostri attuali statisti valgono meno di una cicca.

crazyhead
21/03/11, 09:17
[/URL]Qualcuno aveva detto che non siamo in guerra?

[URL]http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=142507&sez=MONDO (http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=142507&sez=MONDO)

Streettissimo
21/03/11, 10:07
Premessa: è l'ennesima ipocrisia dei potenti, tutti a parlare di intervento necessario per fermare l'ennesimo dittatore sanguinario e allo stesso tempo però chissenefrega dell'Africa (per fare un esempio).

Detto questo, per me sì, l'intervento è necessario. Anzi, credo che si è atteso troppo. Di fronte ad un popolo che si ribella e viene trucidato per questo dal suo oppressore, non si può rimanere a guardare, sarebbe deplorevole. E purtroppo con la via diplomatica con certi individui non si arriva a nulla: provate a pensare all'Iran (situazione ben diversa, per carità) e alle continue sanzioni per fermare la corsa all'armamento nucleare di Ahmadinejad. Risultato: lui se ne frega.
Ovvio, siamo di fronte all'ennesima corsa dell'occidente per accaparrarsi l'oro nero, probabilmente una volta fermato Gheddafi verrà creato l'ennesimo governo pilotato e per il popolo libico la fame continuerà ad esistere, però di certo il dittatore va fermato, poi sul resto spero di essere smentito.
Però ripeto, manca l'onestà, ammettiamo di farlo solo per interessi personali, altrimenti come lo spieghiamo ai paesi Africani che vivono da anni e anni sotto dittatori assassini che nessun occidentale si sogna di liberarli dall'oppressione?

huragan777
21/03/11, 11:24
Io mi trovo d'accordo al 100% con Feanor, sono convinto dietro questo intervento ci sia la speranza di diversi paesi di accaparrarsi l'oro nero. Ma sono convinto anche che l'Onu non poteva ignorare quasta situazione.

Nella guerra del golfo che citava Cts le cose erano diverse, si trattava di un paese l'Iraq che aveva invaso un altro paese, il Kuwait, così come anche nella situazione Palestinese, ma qui stiamo parlando di un dittatore che bombarda i suoi sudditi solo perchè non lo voglio no più al potere.

Sicuramente l'attacco è stato prematuro e frettoloso, sono d'accordo con Pollon, ma come ha spiazzato noi anche Gheddafi è rimasto spiazzato, e nell'arco di 48 ore sono già stati colpiti molti obbiettivi importanti. D'altronde gli era stata imposta una no-fly zone che la Libia non ha rispettato e l'Onu ha mostrato da subito il pugno duro senza alcuna tolleranza.

Purtroppo al popolo libico non è andata come per il popolo egiziano, il regime ha reagito in maniera dura cercando di riprendere il controllo del paese con ogni mezzo, aprendo il fuoco e bombardando i propri connazionali senza alcuna pietà, e questo è inammissibile. Non si poteva rimanere a guardare.

L'Italia poi ha degli obblighi verso L'Onu e nonostante i buoni rapporti che vi erano tra il nostro governo e il colonnello Gheddafi non poteva tirarsi indietro, visto anche la posizione strategica che ricopriamo, le basi militari e i radar.

Anche se finora il nostro intervento si è limitato a una funzione di appoggio sono convinto che verrà il momento in cui anche i nostri caccia dovranno intervenire, anche perchè i nostri piloti sono considerati tra i migliori al mondo. Mi auguro solo che sia una guerra breve senza spargimento di sangue tra i civili, e che magari Gheddafi abbia un'illuminazione e se ne vada di sua spontanea volontà senza creare ulteriori problemi.

L'unica cosa che finora mi lascia perplesso è stato l'immobilismo delle Libia, finora non hanno reagito a nessun attacco, non hanno le forze? Non se lo aspettavano? O hanno in serbo qualcosa di più pericoloso...?!?!

Pollon
21/03/11, 11:38
Anche se finora il nostro intervento si è limitato a una funzione di appoggio sono convinto che verrà il momento in cui anche i nostri caccia dovranno intervenire, anche perchè i nostri piloti sono considerati tra i migliori al mondo.


Per informazione, sono già intervenuti i nostri aerei, ieri sera.

crazyhead
21/03/11, 11:44
Avevo postato il link, comunque in sostanza sono se non ricordo male 7 Tornado italiani impiegati nelle operazioni.
Per ora la missione e' stata quella di rendere inoffensivi l'antiaerea libica, missione completamente riuscita.
I tornado sono specializzati in missioni di questo tipo e sono partiti dalla base di Trapani.

cts
21/03/11, 12:05
"Tutto bene, tutto come previsto. I target sono stati colpiti». Non è ancora nota la destinazione dei quattro Tornado, anche se è presumibile che l'obiettivo siano stati i radar e i sistemi missilistici di Gheddafi. Del resto, come spiega l'ex capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, esperto pilota, il Tornado Ecr è fatto per quello: si tratta del «mezzo più adatto per la neutralizzazione delle difese antiaeree nemiche. Nè la Francia, nè la Gran Bretagna hanno sistemi d'arma comparabili". (link di crazyhead)

"I caccia italiani finora hanno eseguito solo servizio di pattugliamento aereo" (TG di Rai3, adesso, ore 12.03)

Mah...

Streettissimo
21/03/11, 12:30
Non ci si può più tirare indietro ormai. A mio avviso, è meglio che proseguano decisi e con qualsiasi mezzo per fermare Gheddafi. Prima finisce questa guerra, meglio è.

huragan777
21/03/11, 13:07
Anche io avevo sentito che gli aerei italiani si erano limitati ad un azione di solo pattugliamento, e non avevano partecipato attivamente ai bombardamenti.

''Ieri sera nella missione condotta in Libia abbiamo solo pattugliato la zona nei pressi di Bengasi ma non abbiamo ritenuto di lanciare i missili contro i radar''. Lo ha detto Nicola Scolari, 38 anni, uno dei tre piloti che ieri ha partecipato alla missione italiana contro la Libia.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/16/visualizza_new.html_1587570705.html

Le notizie mi sembrano ancora un po' confuse.

francesco79ct
21/03/11, 13:23
Premesso che non ho letto nessuno dei vostri commenti, vi dico la mia.
I possi dell'eni son fermi, la raffineria di venezia non sta producendo. detto ciò...
secondo me non dovevamo intervenire, per alcuni futili motivi: l'Italia è il paese più vicino; ancora oggi non si sa con certezza l'armamento della Libia; Il sig malato dimente "Gheddafi" probabilmente si unirà ai terroristi; e un giorno quando tutto finirà noi la prenderemo sempre lì, dove non batte il sole.

Neanche un anno fa il sig. presidente del consiglio Berlusconi era a braccetto con Gheddafi ... ed oggi il nostro presidente ha dato le basi italiane in appoggio alla cosidetta coalizione ed alcuni aerei per per il rifornimento e per colpire alcuni radar libici.

La Francia e l'inghilterra sono subito intervenute perchè, secondo me, hanno ottenuto poco dall'Iraq e quindi vogliono rifarsi, anche perchè non credo che gli freghi dei civili... parliamoci chiaro, oggi giorno nessuno fa niente per niente.

Li avrei lasciati ammazzare tra di loro... chi azz se ne frega, sempre ad aiutare gli altri e noi??? chi azz ci aiuta??
I nostri politici non fanno più politica da un bel pò di anni, e non mi riferisco solo al partito di berlusconi ma a tutti, si parla sempre di lui ma gli altri cosa propongono ?? Mai nulla .... io direi di prenderli a pedate tutti, e secondo me dovremmo fare una piccola rivoluzione per poter cambiare qualcosa nel nostro paese, anche perchè signori non siamo poi messi benissimo.....

Scusate se son andato fuori topic, mi son un pò sfogato... :ridi

Pollon
21/03/11, 14:00
si sfoghi pure, il post l' ho aperto io , ha il mio permesso :ridi

francesco79ct
21/03/11, 14:16
Grazieeee :kiss2 :ridi2

gianluca2512
21/03/11, 14:51
Ma vi sembra normale che l NATO esista ancora? Nata nel dopoguerra per "difendersi" dall'ormai ex-unione sovietica, in epoca di guerra fredda, ancora oggi esiste e nasconde sotto il proprio nome delle scelletare scelte di altrettanto scellerati capi di Stato e di Governo! Almeno avessero l'accortezza di cambiargli nome, che ne so..."ORDA DI MALEFICI" andrebbe bene...oppure "ABBIAMO UN PO' DI ARMI DA SMERCIARE". Perchè intervenire in Libia e non in Congo o in Liberia per esempio?

INTERESSI è l'unica risposta che mi do!

VERGOGNAAAAA!!!!!!!

iraton
21/03/11, 15:00
Ma il leader libico che ora è sotto le bombe è lo stesso che pochi mesi fa era al tavolo a trattare con le potenze mondiali? Si vede che fino a poco tempo fa a Natale mandava i panettoni in regalo all'opposizione :ridi

E quel paese (http://www.direttanews.it/2011/03/20/libia-qatar-motogp-coalizione-aerei-guerra-libia-qatar-si-unisce-alla-coalizione-internazionale-contro-gheddafi/) che si è unito alle forze internazionali in azione in Libia, siamo sicuri che non possa essere il prossimo della lista quando avrà un minimo di dissenso interno? :ridi

Scusate l'ironia, ma trovare un perchè e un per come a questa situazione è veramente improponibile :ok

Pollon
21/03/11, 20:10
USA e Italia spingono affinchè la NATO prenda il controllo delle operazioni, la Francia vuole sia mantenuto il comando a livello nazionale, l' Italia minaccia di ritirare l' appoggio delle basi aeree nel caso in cui la NATO non prendesse il comando ed esclude quasiasi bombardamento su suolo libico, la Norvegia si ritira dalle operazioni, Putin è inc.azzato, la Lega Araba è inc.azzata, la Turchia è scettica... se non ci si muove uniti la vedo molto ma molto dura...

Danilo
21/03/11, 20:17
nuova guerra fredda in vista?

iraton
22/03/11, 13:17
No, per me non gli conviene :D

Alla fine i nodi vengono al pettine, la barzelletta dell'intervento umanitario non crede nessuno, anche perchè potrei fornire la lista di stati totalitari che se ne stanno tranquilli al loro posto (anzi, come ho scritto ieri, qualcuno sta anche bombardando la Libia :ridi), alla fine la guerra è solo per garantire una maggiore influenza economica sulla Libia, che è una bella cassaforte fra petrolio e gas.

Casualmente gli stati che si stanno opponendo sono quelli che avevano già preso una bella fetta dell'economia della zona, in primis Turchia e Cina (i cui contractor hanno in mano le costruzioni di tutto il Maghreb, che non sono poche...).

pukin
30/03/11, 23:53
E infatti! Ma come si fa a pensare che gli USA, fautori della diplomazia e del "negoziantismo", possano prendere le difese dei ribelli?? Pura fantascienza. Le guerre ormai si fanno solo per soldi.. è sufficiente raccontare buone storie alla gente, servendosi di bravi attori, o di colonnelli imbevuti di ottimo champagne.. che non sono scemi, e non si fanno distruggere allegramente, questo è sicuro.

Topix
31/03/11, 10:43
Casualmente gli stati che si stanno opponendo sono quelli che avevano già preso una bella fetta dell'economia della zona, in primis Turchia e Cina (i cui contractor hanno in mano le costruzioni di tutto il Maghreb, che non sono poche...).

Anche secondo me "la presa di coscienza democratica dei popoli nordafricani e mediorientali" [non ricordo l'economista che lo ha recentemente detto] nasconde una lotta di potere tra USA e Cina; solo che arrivando in Libia ha toccato anche i nostri interessi, e così ci siamo buttati a pesce.

Speriamo.

Anche perchè a contrario degli altri blocchi, l'Europa è divisa su tutto....

Urano
05/04/11, 12:57
http://tv.repubblica.it/copertina/angry-birds-contro-i-dittatori-ecco-la-parodia-sulla-libia/65598?video=&ref=HRESS-5

:rotfl

Phos
14/04/11, 19:50
Gli avversari di Gheddafi possono di nuovo comunicare, anche con l’estero. Grazie a tre amici di infanzia, un piano per infilitrarsi in una telco del paese e a un disegno sul retro di un tovagliolo (http://daily.wired.it/news/politica/2011/04/14/telecom-libia-mobile.html)