Renato Bossi
01/04/12, 19:09
Il mio amico Felice, talvolta, va all'autodromo. Soltanto come spettatore, beninteso: egli stesso afferma di non "piegare" per un'inclinazione superiore ai dieci gradi.
E' attratto dal lato estetico del motociclismo, dice: pieghe, impennate, sorpassi, veloci fughe dal gruppo si fondono in un risultato visivo di armoniose forme in evoluzione plastica, di frattali in trasformazione secondo una seducente imprevedibile logica.
Ma questo pomeriggio, sulla gradinata, un'inattesa emozionante presenza si imponeva all'attenzione: c'erano due fanciulle veramente meravigliose.
Per la straordinaria interpretazione di giovanile serena allegria, assecondata dalla morbida animazione dei lunghi capelli neri, si distingueva una, in cui coesistevano la dolcezza della primavera con lo splendore dell'autunno riflessi nelle iridi degli occhi trascoloranti dal verde al marrone.
Accanto, una figura di raffinata affascinante femminilità, la bellezza del volto contenuta in lineamenti regolari e tuttavia peculiare. Incantevole nello sguardo, che dall'espressione garbata liberava dolcezza nell'accompagnare il sorriso.
Felice guardava rapito le due ragazze, certamente legate a qualcuno nell'arena. Malauguratamente venne ridestato dalle vibrazioni e dal suono del telefono cellulare
"Sarà il redattore kapo, maledizione!"
Era invece l'altra sua persecuzione, la moglie, che, avvalendosi di qualche innato ignoto sistema di controllo, becca sempre Felice quando, anche a distanza di molte miglia, polarizza le onde cerebrali su oggetti di interesse non approvati.
"Sono all'autodromo, Serena, ancora un poco, poi...sì...ricordo di dover adacquare il giardino."
Non si fermò nemmeno per poco all'autodromo. Tornò subito a casa, sul volto l'espressione indispettita per il dissolvimento del sogno.
E' attratto dal lato estetico del motociclismo, dice: pieghe, impennate, sorpassi, veloci fughe dal gruppo si fondono in un risultato visivo di armoniose forme in evoluzione plastica, di frattali in trasformazione secondo una seducente imprevedibile logica.
Ma questo pomeriggio, sulla gradinata, un'inattesa emozionante presenza si imponeva all'attenzione: c'erano due fanciulle veramente meravigliose.
Per la straordinaria interpretazione di giovanile serena allegria, assecondata dalla morbida animazione dei lunghi capelli neri, si distingueva una, in cui coesistevano la dolcezza della primavera con lo splendore dell'autunno riflessi nelle iridi degli occhi trascoloranti dal verde al marrone.
Accanto, una figura di raffinata affascinante femminilità, la bellezza del volto contenuta in lineamenti regolari e tuttavia peculiare. Incantevole nello sguardo, che dall'espressione garbata liberava dolcezza nell'accompagnare il sorriso.
Felice guardava rapito le due ragazze, certamente legate a qualcuno nell'arena. Malauguratamente venne ridestato dalle vibrazioni e dal suono del telefono cellulare
"Sarà il redattore kapo, maledizione!"
Era invece l'altra sua persecuzione, la moglie, che, avvalendosi di qualche innato ignoto sistema di controllo, becca sempre Felice quando, anche a distanza di molte miglia, polarizza le onde cerebrali su oggetti di interesse non approvati.
"Sono all'autodromo, Serena, ancora un poco, poi...sì...ricordo di dover adacquare il giardino."
Non si fermò nemmeno per poco all'autodromo. Tornò subito a casa, sul volto l'espressione indispettita per il dissolvimento del sogno.