Spidtrippa
20/06/12, 10:39
Domenica 17-06. Quasi in privato per ovvie motivazioni che capirete leggendo.
Ore 5:30 – Sveglia
Solo quattro ore di sonno non sono molto riposanti. Mi alzo. In versione zombi tra i primi bagliori del sole, provenienti dalla finestra del soggiorno raggiungo la cucina. Apro il frigo. Mi verso un bicchiere di succo di Mango e lo bevo. E’ talmente presto che ne il cane ne il gatto mi vengono incontro. Solo e assonnato mi rialzo e mi preparo cercando di non svegliare la mia dolce metà. Anche perché svegliata a quell’ora si tramuterebbe in una non dolce metà. Mi lavo, mi vesto e scendo in box. Nel frattempo i minuti scorrono veloci. Con il dubbio, quasi certezza, di aver dimenticato qualcosa esco dal box. Pochi attimi prima ho sentito arrivare fuori dal mio cancello i motori dei miei due compagni di viaggio. Sono puntuali. Bene. Le facce sono quelle di chi si è alzato senza aver riposato decorosamente. Tutte le volte ci si convince di andare a letto presto e poi si fa sempre l’una.
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Ore 6:12 – Partenza
Immersi nell’immobilità cittadina delle 6 di una assolata domenica sfrecciamo verso l’autostrada. I chilometri di rugoso asfalto passano monotoni sotto le nostre gomme.
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Ore 7:15 – Parma
Finalmente fuori dall’autostrada puntiamo verso Langhirano. Il paesaggio che si apre alla vista è splendido. Il cielo azzurro, primo di nuvole, abbraccia le colline a tratti selvagge a tratti coltivate. Il contrasto netto tra il verde acceso e il giallo brilla nei nostri occhi. Il trio procede speditamente in fila. C’è tempo per ammirare e per divertirsi. Piccola sosta benzina e si riparte in direzione di Licciana Nardi attraverso la SP665. Una strada molto piacevole con curve di varia natura. La definirei complessa in quanto ogni curva è a sé. E qui so già che starai pensando che in realtà ogni curva è a sé. In effetti è vero ma qui mole curve si stringono, poi si allargano. Dopo una veloce c’è una lenta che stringe, insomma in pratica non è un tracciato di facile interpretazione. Il traffico è inesistente, ma è ancora presto. La temperatura sta iniziando a salire. Dopo circa 80km di curve si arriva in Licciana Nardi per la prima svolta. Ormai sono due ore che siamo in sella occorre colazionare.
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Ore 8.20 – Licciana Nardi
Parcheggiamo in piazza al paese. Alle nostre spalle un bar attende la nostra visita. Il muretto è in realtà bar ristorante. Facciamo subito due chiacchere con il barista che felice ci spiega l’esatta posizione degli autovelox nei prossimi 20km. Il barista “è forte”. Si riparte direzione Fivizzano. Passiamo dal centro. E’ davvero emozionante passare in mezzo al borgo con la strada ciotolata. Ci fermiamo un attimo in centro al paese per verificare la nostra posizione. Si riparte subito verso la SS63 del Cerreto. La Statale del Cerreto collega la Toscana all’Emilia, ed in questo senso è superiore il piacere di guida. Si mantiene un buon passo e le pieghe non sono mai scarse.
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Arriviamo velocemente in cima al passo e senza fermarci puntiamo per Busana. Da Fivizzano abbiamo già percorso 45km e prima di arrivare in paese svoltiamo a destra sulla SP18 in direzione Ligonchio. La strada del Passo di Pradarena è davvero piacevole. Ha dei bei tornanti veloci con un buon grip. Si scende fino a Cinquecerri per poi iniziare la salita passando per il centro di Ligonchio. Sono 20km di puro divertimento. Superato il paese si punta allo scollinamento e poi a godersi i curvoni di Sillano, dove si tengono gare di Salita durante l’anno. Una deviazione obbligatoria ci fa perdere tempo e ci spiazza. Per fortuna non ci sfuggono i cartelli scritti in lettere minuscole e ritroviamo la via. Si scende a Piazza al Serchio e si prosegue per Castelnuovo di Garfagnana.
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Ore 11.00 – Castelnuovo di Garfagnana
Lasciamo la strada della Garfagnana svoltando a sinistra per imboccare la SP71 direzione SP324 del Passo Radici. All’altezza di Marcantonio inizia il Passo delle Radici. La sua prima parte è poco piacevole, scivolosa e un po’ rovinata. Proseguiamo in direzione San’Anna Pelago direzione Pievelago. E’ ora di pranzo. Ci fermiamo come veri combattenti in un parcheggio all’ombra e iniziamo a mangiare il nostro pranzo al sacco. Mangiamo beviamo e telefoniamo alle mogli. In realtà Mack non rispetta l’ordine e chiama con il suo classico “Ciao Patata” dopo un secondo e mezzo. Maledetto incasinatore di programmi.
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Dopo una sosta rifornimento e svuotamento in riva al fiume ripartiamo sempre sulla SP324 direzione Riolunato Sestola. Dei 77km di Passo Radici siamo al numero 15. E qui inizia il divertimento. La strada è spettacolare. Le pieghe sono totali. Il caldo ci stringe con la sua morsa ma non molliamo. Il traffico è nullo data l’ora, e si può andare con passo svelto. Le gomme si sciolgono al caldo abbraccio dell’asfalto e i motori riempiono i silenzi del luogo con le loro voci allegre. In un continuo di pieghe travolgenti arriviamo a Lizzano in Belvedere per poi proseguire fino a Silla. Qui il presidente ancora godereccio compie un errore e invece di svoltare a sinistra svolta a destra. Ci si inerpica su strade minute, si scende in mezzo a dei laghi, le inidcazioni sono multiple il casino totale. Waze dell’aifon è come un ubriaco alla guida di notte e il caldo rende la guida pesante e troppo lente. In modo ignoto, attraverso una strada molto piacevole all’ombra ci troviamo sulla SS64 Strada Porrettana. Procediamo fino a Signorino dove facciamo una rinfrescante pausa nel classico bar da piega. Parcheggio pieno di smanettoni che rallentati dal caldo si attivano al sentire rombi di motore provenienti dalle curve a valle. Con occhi sognanti attendono le evoluzioni. Mack con brio descrive così: “Come al Mugello ecco arrivare il pilota della domenica, eccolo all’uscita dell’arrabbiata, speriamo non arrivi lungo altrimenti si fermerebbe in mezzo ai tavolini”.
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Ore 16.00 – Signorino
Ripartiamo direzione Passo del Muraglione. La strada ormai è saltata dobbiamo ripiegare su un collegamento autostradale da maghi della grigliata. Il mio display segna 42°. Il fresco lo si capta con chiusa la visiera. Arriviamo a Pontassieve e sulla SR69 andiamo a Rufina e poi Dicomano.
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Ore 18.30 – Dicomano
Con tremenda fatica finalmente giungiamo a Dicomano, paese d’inizio del mitologico Passo del Muraglione. Questo passo di circa 38km collega Firenze a Forlì. La prima metà è semplicemente stupenda. Meglio del Tomarlo. Meglio del Bracco. Insomma meglio. Asfalto perfetto, innumerevoli pieghe, consente di passeggiare sui brevi rettilinei e di sdraiarsi con pieghe da ginocchio a terra in curva. Siamo a 600km dal punto di partenza ma la voglia di piega è ancora altissima. Il sole inizia a scendere, i colori iniziano ad arrosire, arriviamo in cima al Passo e ci fermiamo per una sosta e una bottiglia d’acqua. Troviamo ogni tipo di motociclista, da quello d’epoca con il Benelli 50, al nonno con lo stalker 50, dall’Harleista al pilota con cronometro e chissà dove la torretta. Noi facciamo pausa.
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Ore 19.30 – Passo del Muraglione
Ripartiamo direzione Portico di Romagna. La strada è meno bella ma molto piacevole. Poco prima di Portico di Romagna svoltiamo a sinistra in Sp22 Montefreddo. E’ una stradina che si inerpica sino in cima al Monte Busca puntiamo verso Modigliana , poco prima di raggiungerla svolta a sinistra nella Sp49 e salita per il Monte Casale. Raggiunta la vetta occorre sostare. Il silenzio è sovrano. Le colline attorno si aprono. Il sole che scende veloce dona a tutte le cose una luce perfetta. Alla nostra destra, come una gemma incastonata Modigliana, borgo antico con il suo castello che svetta.
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Alla nostra sinistra le colline sopra Brisighella. Macchie di arbusti gialli, trattengono prima della notte gli ultimi raggi di sole. Il cielo blu contrasta fortissimamente la loro presenza costante. Le ombre delle vette si allungano sulle valli sottostanti come una fresca coperta per la notte. Il nastro di rugoso asfalto grigio sembra la colonna vertebrale della dorsale del monte. Ci godiamo ancora qualche attimo di silenzio nascosto solo da qualche sbuffo di vento per poi riprepararci alla discesa. Prossimo obiettivo Brisighella. Si scende velocemente in valle per poi risalire ancora un’altra collina per puntare dritti verso Riolo Terme. 18 km di altre curve senza incontrare nessuno sulla SP23. Da Riolo Terme ultimo sforzo per raggiungere Imola. Raggiungiamo il paese da via Bergullo, che equivale ad arrivare alle Curve della Rivazza. Facciamo un breve giro intorno al circuito e poi decidiamo di mangiare una piadina nel locale all’aperto all’interno del circuito.
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La stanchezza cresce e la luce scende. Dopo una veloce cena è ora di ritornare. Sono le 21.30 e l’autostrada ci aspetta. Il blu del cielo è ormai ricordo e il caldo non allenta la sua presa. Il traffico è molto presente. E con pazienza i chilometri scorreranno. A Monza il mio contachilometri indica 1012.5. Per stavolta può bastare così. Un caloroso ringraziamento agli esausti Mack ed Alby.
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Ore 5:30 – Sveglia
Solo quattro ore di sonno non sono molto riposanti. Mi alzo. In versione zombi tra i primi bagliori del sole, provenienti dalla finestra del soggiorno raggiungo la cucina. Apro il frigo. Mi verso un bicchiere di succo di Mango e lo bevo. E’ talmente presto che ne il cane ne il gatto mi vengono incontro. Solo e assonnato mi rialzo e mi preparo cercando di non svegliare la mia dolce metà. Anche perché svegliata a quell’ora si tramuterebbe in una non dolce metà. Mi lavo, mi vesto e scendo in box. Nel frattempo i minuti scorrono veloci. Con il dubbio, quasi certezza, di aver dimenticato qualcosa esco dal box. Pochi attimi prima ho sentito arrivare fuori dal mio cancello i motori dei miei due compagni di viaggio. Sono puntuali. Bene. Le facce sono quelle di chi si è alzato senza aver riposato decorosamente. Tutte le volte ci si convince di andare a letto presto e poi si fa sempre l’una.
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Ore 6:12 – Partenza
Immersi nell’immobilità cittadina delle 6 di una assolata domenica sfrecciamo verso l’autostrada. I chilometri di rugoso asfalto passano monotoni sotto le nostre gomme.
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Ore 7:15 – Parma
Finalmente fuori dall’autostrada puntiamo verso Langhirano. Il paesaggio che si apre alla vista è splendido. Il cielo azzurro, primo di nuvole, abbraccia le colline a tratti selvagge a tratti coltivate. Il contrasto netto tra il verde acceso e il giallo brilla nei nostri occhi. Il trio procede speditamente in fila. C’è tempo per ammirare e per divertirsi. Piccola sosta benzina e si riparte in direzione di Licciana Nardi attraverso la SP665. Una strada molto piacevole con curve di varia natura. La definirei complessa in quanto ogni curva è a sé. E qui so già che starai pensando che in realtà ogni curva è a sé. In effetti è vero ma qui mole curve si stringono, poi si allargano. Dopo una veloce c’è una lenta che stringe, insomma in pratica non è un tracciato di facile interpretazione. Il traffico è inesistente, ma è ancora presto. La temperatura sta iniziando a salire. Dopo circa 80km di curve si arriva in Licciana Nardi per la prima svolta. Ormai sono due ore che siamo in sella occorre colazionare.
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Ore 8.20 – Licciana Nardi
Parcheggiamo in piazza al paese. Alle nostre spalle un bar attende la nostra visita. Il muretto è in realtà bar ristorante. Facciamo subito due chiacchere con il barista che felice ci spiega l’esatta posizione degli autovelox nei prossimi 20km. Il barista “è forte”. Si riparte direzione Fivizzano. Passiamo dal centro. E’ davvero emozionante passare in mezzo al borgo con la strada ciotolata. Ci fermiamo un attimo in centro al paese per verificare la nostra posizione. Si riparte subito verso la SS63 del Cerreto. La Statale del Cerreto collega la Toscana all’Emilia, ed in questo senso è superiore il piacere di guida. Si mantiene un buon passo e le pieghe non sono mai scarse.
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Arriviamo velocemente in cima al passo e senza fermarci puntiamo per Busana. Da Fivizzano abbiamo già percorso 45km e prima di arrivare in paese svoltiamo a destra sulla SP18 in direzione Ligonchio. La strada del Passo di Pradarena è davvero piacevole. Ha dei bei tornanti veloci con un buon grip. Si scende fino a Cinquecerri per poi iniziare la salita passando per il centro di Ligonchio. Sono 20km di puro divertimento. Superato il paese si punta allo scollinamento e poi a godersi i curvoni di Sillano, dove si tengono gare di Salita durante l’anno. Una deviazione obbligatoria ci fa perdere tempo e ci spiazza. Per fortuna non ci sfuggono i cartelli scritti in lettere minuscole e ritroviamo la via. Si scende a Piazza al Serchio e si prosegue per Castelnuovo di Garfagnana.
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Ore 11.00 – Castelnuovo di Garfagnana
Lasciamo la strada della Garfagnana svoltando a sinistra per imboccare la SP71 direzione SP324 del Passo Radici. All’altezza di Marcantonio inizia il Passo delle Radici. La sua prima parte è poco piacevole, scivolosa e un po’ rovinata. Proseguiamo in direzione San’Anna Pelago direzione Pievelago. E’ ora di pranzo. Ci fermiamo come veri combattenti in un parcheggio all’ombra e iniziamo a mangiare il nostro pranzo al sacco. Mangiamo beviamo e telefoniamo alle mogli. In realtà Mack non rispetta l’ordine e chiama con il suo classico “Ciao Patata” dopo un secondo e mezzo. Maledetto incasinatore di programmi.
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Dopo una sosta rifornimento e svuotamento in riva al fiume ripartiamo sempre sulla SP324 direzione Riolunato Sestola. Dei 77km di Passo Radici siamo al numero 15. E qui inizia il divertimento. La strada è spettacolare. Le pieghe sono totali. Il caldo ci stringe con la sua morsa ma non molliamo. Il traffico è nullo data l’ora, e si può andare con passo svelto. Le gomme si sciolgono al caldo abbraccio dell’asfalto e i motori riempiono i silenzi del luogo con le loro voci allegre. In un continuo di pieghe travolgenti arriviamo a Lizzano in Belvedere per poi proseguire fino a Silla. Qui il presidente ancora godereccio compie un errore e invece di svoltare a sinistra svolta a destra. Ci si inerpica su strade minute, si scende in mezzo a dei laghi, le inidcazioni sono multiple il casino totale. Waze dell’aifon è come un ubriaco alla guida di notte e il caldo rende la guida pesante e troppo lente. In modo ignoto, attraverso una strada molto piacevole all’ombra ci troviamo sulla SS64 Strada Porrettana. Procediamo fino a Signorino dove facciamo una rinfrescante pausa nel classico bar da piega. Parcheggio pieno di smanettoni che rallentati dal caldo si attivano al sentire rombi di motore provenienti dalle curve a valle. Con occhi sognanti attendono le evoluzioni. Mack con brio descrive così: “Come al Mugello ecco arrivare il pilota della domenica, eccolo all’uscita dell’arrabbiata, speriamo non arrivi lungo altrimenti si fermerebbe in mezzo ai tavolini”.
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Ore 16.00 – Signorino
Ripartiamo direzione Passo del Muraglione. La strada ormai è saltata dobbiamo ripiegare su un collegamento autostradale da maghi della grigliata. Il mio display segna 42°. Il fresco lo si capta con chiusa la visiera. Arriviamo a Pontassieve e sulla SR69 andiamo a Rufina e poi Dicomano.
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Ore 18.30 – Dicomano
Con tremenda fatica finalmente giungiamo a Dicomano, paese d’inizio del mitologico Passo del Muraglione. Questo passo di circa 38km collega Firenze a Forlì. La prima metà è semplicemente stupenda. Meglio del Tomarlo. Meglio del Bracco. Insomma meglio. Asfalto perfetto, innumerevoli pieghe, consente di passeggiare sui brevi rettilinei e di sdraiarsi con pieghe da ginocchio a terra in curva. Siamo a 600km dal punto di partenza ma la voglia di piega è ancora altissima. Il sole inizia a scendere, i colori iniziano ad arrosire, arriviamo in cima al Passo e ci fermiamo per una sosta e una bottiglia d’acqua. Troviamo ogni tipo di motociclista, da quello d’epoca con il Benelli 50, al nonno con lo stalker 50, dall’Harleista al pilota con cronometro e chissà dove la torretta. Noi facciamo pausa.
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Ore 19.30 – Passo del Muraglione
Ripartiamo direzione Portico di Romagna. La strada è meno bella ma molto piacevole. Poco prima di Portico di Romagna svoltiamo a sinistra in Sp22 Montefreddo. E’ una stradina che si inerpica sino in cima al Monte Busca puntiamo verso Modigliana , poco prima di raggiungerla svolta a sinistra nella Sp49 e salita per il Monte Casale. Raggiunta la vetta occorre sostare. Il silenzio è sovrano. Le colline attorno si aprono. Il sole che scende veloce dona a tutte le cose una luce perfetta. Alla nostra destra, come una gemma incastonata Modigliana, borgo antico con il suo castello che svetta.
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Alla nostra sinistra le colline sopra Brisighella. Macchie di arbusti gialli, trattengono prima della notte gli ultimi raggi di sole. Il cielo blu contrasta fortissimamente la loro presenza costante. Le ombre delle vette si allungano sulle valli sottostanti come una fresca coperta per la notte. Il nastro di rugoso asfalto grigio sembra la colonna vertebrale della dorsale del monte. Ci godiamo ancora qualche attimo di silenzio nascosto solo da qualche sbuffo di vento per poi riprepararci alla discesa. Prossimo obiettivo Brisighella. Si scende velocemente in valle per poi risalire ancora un’altra collina per puntare dritti verso Riolo Terme. 18 km di altre curve senza incontrare nessuno sulla SP23. Da Riolo Terme ultimo sforzo per raggiungere Imola. Raggiungiamo il paese da via Bergullo, che equivale ad arrivare alle Curve della Rivazza. Facciamo un breve giro intorno al circuito e poi decidiamo di mangiare una piadina nel locale all’aperto all’interno del circuito.
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La stanchezza cresce e la luce scende. Dopo una veloce cena è ora di ritornare. Sono le 21.30 e l’autostrada ci aspetta. Il blu del cielo è ormai ricordo e il caldo non allenta la sua presa. Il traffico è molto presente. E con pazienza i chilometri scorreranno. A Monza il mio contachilometri indica 1012.5. Per stavolta può bastare così. Un caloroso ringraziamento agli esausti Mack ed Alby.
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