Zebra3
02/06/07, 22:29
Duecento chilometri veloci, toccata e fuga. In sella per incontrare quelli di Tinga. La proposta l’ha avanzata Mako, zetista, ma iscritto anche lui ad Er6 Italia: “Massimì, stiamo organizzando un’uscita con quelli di Tingavert, vieni?”. “Sono dei vostri” ho risposto. Il luogo dell’incontro erano le rive del lago Arvo, a Lorica. Poi il tempo incerto ci ha fatto cambiare. “Ci si vede a Lamezia, da lì proseguiamo per Pizzo e poi Tropea”.
Io e Mako partiamo da Cosenza intorno alle 10 meno qualche minuto, anche se l’appuntamento era alle 9.30. Il cielo sopra Cosenza è limpido e la città è già piena di motociclisti… beh, motociclisti, ducatisti… scherzo ovviamente. E’ vero però che sono in tanti e passare in mezzo a loro con una Kawa mi fa uno strano effetto.
Arrivo sul posto dell’appuntamento con pochi minuti d’anticipo. Giuseppe invece giunge con i soliti minuti di ritardo. Il rombo della sua moto scuote via Pasquale Rossi, vicino l’uscita dell’A3. Si parte. Prendiamo la Salerno-Reggio Calabria. A Rogliano la prima sosta. Facciamo benzina, un caffè e scambiamo quattro chiacchiere con un ragazzo campano che stava andando in Sicilia. “Ciao ragazzi”, ci saluta anche se non ci conosce. Aveva una Triumph nera ed era con la sua ragazza. Le gomme erano limpide. Io e Giuseppe rispondiamo al saluto, ci fermiamo e parliamo proprio di pneumatici. Cinque minuti, poi di nuovo in sella.
Mako avanza dritto come una freccia. Io invece riparto con qualche problema. Avevo messo il portafogli in tasca, ma non avevo chiuso la cerniera. Ad ogni sussulto sentivo che si muoveva e la lampo del giubbino non ne voleva sapere di alzarsi. Per un po’ guido con una mano e rallento molto. Sembra una cavolata, ma in quel momento è stato difficile trovare una soluzione. Alla fine sistemo tutto e accelero: 4-5-6, la moto è precisa come una spada, la settimana scorsa ho cambiato le gomme e la differenza si sente.
Intanto il cielo diventa grigio, ma i raggi di sole che passano attraverso le nuvole bruciano come si deve. A Lamezia troviamo già gli amici di Tinga. Tre ragazzi e due moto: Bmw nonsoché e la nuova Z750. I nomi non li ricordo, ma tutti si lamentano del caldo. Dopo dieci minuti arrivano gli altri. Sono in due a bordo di una Suzuki Gsx e di una Mv Agusta. Ricordo solo di Massimo, forse perché si chiama come me. Stretta di mano: piacere – piacere e si riparte verso Pizzo. Il cielo si chiude definitivamente e il sole si nasconde. A destinazione pausa caffè e pausa pioggia. L’acqua comincia a cadere e non la smetterà più. Decidiamo così di ritornare, anche perché sono l’unico che ha portato l’antipioggia.
Al ritorno procediamo con prudenza mentre l’acqua ci scivola addosso. Il cielo nero di Calabria è come se avesse spento la luce e a brillare questa volta è la terra. Fiori rossi e viola, il giallo delle ginestre non si è spento e la luce ora è ai bordi della strada. L’aria entra nel casco portando odore di pioggia ed erba bagnata. Piove, ma è bello. Anche l’asfalto riesce a colorarsi. A volte il contrasto tra acqua e luce lo fa sembrare una nastro d’argento lucente. A volte l’acqua lo rende nero cupo. La pioggia quasi non ci tocca, è come se la velocità riuscisse a scansarla. Ciò che ci bagna davvero è l’acqua alzata da chi ci sorpassa. Sulla sinistra avanza un bus. E’ veloce e quando ci affianca è come se ci scaricasse un polverone d’acqua e di vento. Avanti così, fino a Cosenza. Bagnati, ma felici.
Ecco le foto
http://www.senzafreni.com/mkportal/modules/coppermine/thumbnails.php?album=560
Bonus track, qualche domenica fa
http://www.senzafreni.com/mkportal/modules/coppermine/thumbnails.php?album=559
Io e Mako partiamo da Cosenza intorno alle 10 meno qualche minuto, anche se l’appuntamento era alle 9.30. Il cielo sopra Cosenza è limpido e la città è già piena di motociclisti… beh, motociclisti, ducatisti… scherzo ovviamente. E’ vero però che sono in tanti e passare in mezzo a loro con una Kawa mi fa uno strano effetto.
Arrivo sul posto dell’appuntamento con pochi minuti d’anticipo. Giuseppe invece giunge con i soliti minuti di ritardo. Il rombo della sua moto scuote via Pasquale Rossi, vicino l’uscita dell’A3. Si parte. Prendiamo la Salerno-Reggio Calabria. A Rogliano la prima sosta. Facciamo benzina, un caffè e scambiamo quattro chiacchiere con un ragazzo campano che stava andando in Sicilia. “Ciao ragazzi”, ci saluta anche se non ci conosce. Aveva una Triumph nera ed era con la sua ragazza. Le gomme erano limpide. Io e Giuseppe rispondiamo al saluto, ci fermiamo e parliamo proprio di pneumatici. Cinque minuti, poi di nuovo in sella.
Mako avanza dritto come una freccia. Io invece riparto con qualche problema. Avevo messo il portafogli in tasca, ma non avevo chiuso la cerniera. Ad ogni sussulto sentivo che si muoveva e la lampo del giubbino non ne voleva sapere di alzarsi. Per un po’ guido con una mano e rallento molto. Sembra una cavolata, ma in quel momento è stato difficile trovare una soluzione. Alla fine sistemo tutto e accelero: 4-5-6, la moto è precisa come una spada, la settimana scorsa ho cambiato le gomme e la differenza si sente.
Intanto il cielo diventa grigio, ma i raggi di sole che passano attraverso le nuvole bruciano come si deve. A Lamezia troviamo già gli amici di Tinga. Tre ragazzi e due moto: Bmw nonsoché e la nuova Z750. I nomi non li ricordo, ma tutti si lamentano del caldo. Dopo dieci minuti arrivano gli altri. Sono in due a bordo di una Suzuki Gsx e di una Mv Agusta. Ricordo solo di Massimo, forse perché si chiama come me. Stretta di mano: piacere – piacere e si riparte verso Pizzo. Il cielo si chiude definitivamente e il sole si nasconde. A destinazione pausa caffè e pausa pioggia. L’acqua comincia a cadere e non la smetterà più. Decidiamo così di ritornare, anche perché sono l’unico che ha portato l’antipioggia.
Al ritorno procediamo con prudenza mentre l’acqua ci scivola addosso. Il cielo nero di Calabria è come se avesse spento la luce e a brillare questa volta è la terra. Fiori rossi e viola, il giallo delle ginestre non si è spento e la luce ora è ai bordi della strada. L’aria entra nel casco portando odore di pioggia ed erba bagnata. Piove, ma è bello. Anche l’asfalto riesce a colorarsi. A volte il contrasto tra acqua e luce lo fa sembrare una nastro d’argento lucente. A volte l’acqua lo rende nero cupo. La pioggia quasi non ci tocca, è come se la velocità riuscisse a scansarla. Ciò che ci bagna davvero è l’acqua alzata da chi ci sorpassa. Sulla sinistra avanza un bus. E’ veloce e quando ci affianca è come se ci scaricasse un polverone d’acqua e di vento. Avanti così, fino a Cosenza. Bagnati, ma felici.
Ecco le foto
http://www.senzafreni.com/mkportal/modules/coppermine/thumbnails.php?album=560
Bonus track, qualche domenica fa
http://www.senzafreni.com/mkportal/modules/coppermine/thumbnails.php?album=559