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Visualizza la versione completa : Aprilia RS 50: storia, caratteristiche e prova su strada (2006 - terza serie)


cts
01/11/19, 15:43
https://www.youtube.com/watch?v=ezpMkh_PUH0 https://i.ibb.co/yPQYsWd/Aprilia-RS-50-dall-alto.jpg (https://imgbb.com/) https://i.ibb.co/x62V6Fm/Aprilia-RS-50-Lato-Sx.jpg (https://ibb.co/M7gq7B8)

STORIA

La serie RS
L'Aprilia RS era una motocicletta sportiva dell'Aprilia, prodotta dal 1992 (sostituiva la ormai datata serie AF1) nelle cilindrate 50, 125 e 250 cm³ con motore a due tempi.
L'uscita di produzione è avvenuta al termine del 2013, sostituita dall'Aprilia RS4.

Con i modelli della serie "RS" — abbreviazione del termine tedesco «Rennsport», corrispettivo dell'italiano «Corse» — l'Aprilia seguiva il filone delle moto da strada derivate dalle competizioni, molto in voga tra i giovani nella prima metà degli anni 1990; all'epoca tutte le maggiori case motociclistiche mettevano in listino modelli di questo tipo che, pur a fronte di costi d'acquisto e gestione non particolarmente elevati, consentivano prestazioni di tutto rispetto.

La serie "RS" fu pensata in primis per sostituire nella gamma produttiva l'ormai datata "AF1", ma in seconda battuta anche per trarre una vantaggio commerciale dai numerosi successi sportivi conseguiti dall'azienda di Noale: già nel 1991, infatti, l'Aprilia era riuscita a conquistare il secondo posto nel Motomondiale, sia nella classe 125 che nella 250, e la stagione 1992 le aveva portato il primo titolo iridato della velocità.

La cilindrata 50 della RS
L'Aprilia RS 50 era il modello sportivo più piccolo della casa, questo modello - come il 125 - aveva cambiato varie livree nel corso degli anni imitando la sorella maggiore e anche qualche componente.

Le tre serie della RS 50
Prima serie
La "prima serie" prodotta dal 1992 fino al 1996 era caratterizzata dalla ruota anteriore da 16" e dalla sospensione posteriore monobraccio; trasmissione ed impianto frenante posteriore erano quindi posizionate entrambe sul lato sinistro della ruota.
Diversi restyling nel corso degli anni, tra cui la modifica del faro anteriore e degli specchietti nel 1995.

Seconda serie
La "seconda serie", prodotta dal 1997 al 2005, portò la ruota anteriore da 17", con i canali maggiori delle due ruote sia all'anteriore (2,50" invece di 2,15") che la posteriore (3,00" invece di 2.75") e l'utilizzo della più tradizionale sospensione doppio braccio, portando quindi la trasmissione e l'impianto frenante posteriore su due lati distinti della moto.
Anche il telaio venne cambiato totalmente rispetto alla vecchia serie
La carenatura divenne più ingombrante e voluminosa, volendo replicare le versioni 125/250 da Gran Premio.
Il peso scese da circa 92-93 kg a 89 kg.
Il modello era inizialmente in competizione con altri, tra cui l'Honda con NSR 50 e la Cagiva Mito 50.
L'RS 50 risultava essere un buon compromesso tra qualità e prezzo.
Col passare degli anni gran parte delle concorrenti quindi scomparvero e successivamente vennero sostituite da altre concorrenti altrettanto competitive e moderne come la Yamaha TZR 50 e la Derbi GPR 50.

Terza serie
La "terza serie", prodotta dal 2006 al 2013, derivò strettamente dalla Derbi GPR 50 quarta serie.
La Derbi GPR 50 era una quarta serie che partì dal 2005 e durò fino a tutto il 2009, quindi scomparve quattro anni prima della RS 50 terza serie.
La RS 50 terza serie veniva fornita nelle due colorazioni bianco-nero e rosso-nero.
Come la "cugina" spagnola, la RS era equipaggiata con componenti di prim'ordine se si pensa che era un ciclomotore, le differenze rimasero quindi solo a livello estetico.
I due cinquantini (lo spagnolo e l'italiano) si differenziavano quindi solo per i colori, il cupolino, la carenatura centrale e inferiore e il parafango anteriore.
Cupolino, parafango anteriore e carene laterali adottarono le stesse forme della quarta serie della RS 125; per continuare il family-feeling con la RSV 1000, meccanicamente si passò a ruote con canale maggiore sia all'anteriore (2,75" invece di 2,50"), in modo da poter adoperare pneumatici più grandi (100 in luogo dei 90 all'anteriore) e la posteriore (3,50" invece di 3.00"), in modo da poter adoperare pneumatici più grandi (130 in luogo dei 110 al posteriore), inoltre si adottò il nuovo blocco motore Derbi D50B.

CARATTERISTICHE

La terza serie della RS 50
L'Aprilia - nell’estate 2006 - rinnovò interamente la sua gamma per i giovani ciclomotoristi, proponendo tre versioni dei suoi cinquantini: la RX, specifica per gli amanti dell’enduro, la SX per quelli del motard e la RS, terza serie della versione stradale di una racing replica.
Le RX e le SX 50 erano state create ad immagine e somiglianza delle sorelle maggiori, le RXV e SXV, che avevano stravolto completamente il concetto di moto, con l’innovativo motore bicilindrico.
La RS 50 invece, derivava direttamente dall’esperienza delle gare del Motomondiale (il ciclomotore derivava infatti direttamente dalla ammiraglia Aprilia RSV 1000 R), perfetta per chi voleva esibire una moto in versione totalmente da corsa grazie al design particolarmente aggressivo: carenatura studiata nella galleria del vento, forcella a steli rovesciati, marmitta di scarico sotto la sella che consentiva un linea molto più racing e molto più snella, codone alto e rastremato e infine faro anteriore sdoppiato (non derivato dalle corse ma obbligatorio per l'uso su strada).

Queste tre Aprilia 50 erano infatti slanciate, con linee spigolose e soluzioni di design mai viste prima, sicuramente in grado di fare tendenza, come era già successo con le sorelle maggiori.
Nei concessionari Aprilia la RS 50 costava € 3.240,00.

PROVA SU STRADA


Giudizio statico

Linea
Indubbiamente la Aprilia RS 50 è bella, ha personalità da vendere.
Da qualsiasi parte la si guarda, la sua linea sportiva esprime anche eleganza. Molto consistente anteriormente, dove presenta il leone stilizzato di Aprilia Factory, sui fianchi è snella.
La parte posteriore è rastremata, grazie anche allo scarico sotto la sella.
La parte superiore della RS 50 è davvero racing, soltanto gli indicatori di direzione, i blocchetti sulle manopole e gli specchietti retrovisori rivelano il suo uso stradale.
La parte inferiore è ugualmente corsaiola, la luce posteriore è inglobata nel codino, ma stampella laterale, pedane per il passeggero e catadiottri anteriori tradiscono il suo uso.

Finiture
Le finiture sono di gran qualità, come del resto la componentistica.
Anteriormente abbiamo una forcella teleidraulica Marzocchi di tipo "up-side-down" (a steli rovesciati) con diametro steli di 40 mm, corsa di 120 mm. Inoltre abbiamo il freno con una pinza radiale a doppio pistoncino contrapposto Ø 28 mm, disco in acciaio inox Ø 300 mm, tubazione in treccia aeronautica.
Il cupolino non si è rivelato molto robusto, però la realizzazione del telaio in alluminio è molto buona, così come le saldature e gli accoppiamenti delle plastiche della carrozzeria.
Al posteriore c'è un disco in acciaio inox Ø 180 mm con pinza a doppio pistoncino contrapposto Ø 25 mm.

Comandi: al manubrio
Sono come ci si aspetta il blocchetto di accensione, le manopole, le leve di frizione e freno anteriore e i blocchetti elettrici sui semimanubri. Non c'è il lampeggio dell'abbagliante, sostituito dal pulsante di comando del display.
L'avviamento a freddo non è automatico e quindi c'è un'apposita leva sul blocchetto sinistro.

Comandi: a pedale
La stampella laterale rientra automaticamente appena il mezzo lo si raddrizza ma nel tempo presenta un po' di gioco e dà l'impressione di non chiudersi completamente.
Senza lode e senza infamia pedane pilota, leva del cambio e pedale del freno posteriore.
Tante le dotazioni da moto di classe superiore citiamo: le leve di cambio e freno realizzate in alluminio, i supporti pedane in alluminio, il silenziatore rialzato e gli pneumatici tubeless radiali.

Dotazioni di serie
Non ha nulla in meno di quello che ci si aspetterebbe da una sportiva ma neppure nulla in più, ma c'è la chicca del cronometro dei tempi sul giro.
Sotto la sella del pilota, con chiusura a chiave, ci vanno giusto i documenti e un minimo di attrezzi e quindi è difficile portarsi appresso una
catena con lucchetto o un impermeabile di emergenza.

Strumentazione
Appagante per una sportiva.
Ci sono un contagiri analogico con fondo scala a 12.000 giri/minuto, un display digitale multifunzione, (temperatura liquido refrigerante, orologio, tensione batteria, cronometro, diagnostica, livello olio miscelatore) e quattro spie luminose (frecce, abbagliante, warning generale, folle e carburante).
In più, Aprilia aggiungeva un quadro strumenti che era molto più che un semplice cruscotto. Un sistema analogico-digitale svolgeva infatti la funzione di un vero computer di bordo e oltre alle indicazioni classiche offriva anche un cronometro incorporato che consentiva ai piloti in erba di registrare i tempi migliori nella guida in pista.

Visibilità diurna
Un motociclo che non ha un grosso parabrezza che distorce le immagini dovrebbe avere il massimo dei voti, tuttavia così non è in quanto gli specchietti retrovisori sono sì stabili ma poiché sono corti e piccoli e riescono solo ad inquadrare i gomiti del pilota.

Visibilità notturna
Per cilindrata e tipologia la visibilità notturna è molto soddisfacente. Il doppio faro anteriore produce una luce adeguata, gli indicatori di direzione sono molto luminosi, la luce posteriore non è male e ci sono i catadiottri anteriori.
Anteriormente, sotto al faro, vi sono anche degli adesivi arancioni.
Ovviamente per questioni di sicurezza è sempre meglio preferire un veicolo con un colore chiaro o molto squillante.

Accessori
Gli accessori dell'Aprilia RS 50 riguardavano per lo più parti di ricambio (leve freno e frizione, pedane, decalcomanie) e anche cavalletti per il sollevamento della ruota posteriore per la manutenzione.
Nell'esemplare della mia prova, ad esempio, erano state montate delle funzionali manopole antiscivolo.

Accessibilità meccanica
Ovviamente la carenatura è un ostacolo rispetto alle moto nude, quindi smontare i vari pezzi si rivela poco pratico e poco veloce.
Il veicolo è equipaggiato con batteria senza manutenzione. Purtroppo per accedere ad essa occorre rimuovere la sella pilota e poi svitare tre viti e quindi sollevare il serbatoio, spostandolo posteriormente, appoggiandolo sul vano sella.
Anche accedere alla candela è poco agevole.

Capacità di carico
Non eccezionale, ma alcune moto non hanno neppure il vano portadocumenti/kit attrezzi situato sotto la sella pilota.
Dopo avere rimosso la sella pilota con chiave, si accede al serbatoio dell'olio del miscelatore e alla dotazione di attrezzi che comprende:
– Chiavi maschio esagonali 3 mm, 4 mm, 5 mm – Chiave a forchetta doppia 10-11 mm
– Chiave a tubo 21-22 mm per candela – Chiave a brugola da 3 mm
– Chiave a tubo per candela – Cacciavite a croce con manico
– Cacciavite bipunta croce / taglio – Perno piegato per chiave a tubo
– Busta di contenimento
Massimo peso consentito: 1,5 kg.

Descrizione meccanica
Tipo motore: Monocilindrico a 2 tempi Derbi D50B (gruppo Piaggio) Raffreddamento: a liquido
Cilindrata: 49,9 cm³ (Alesaggio e corsa 39,86 x 40,00 mm)
Distribuzione: valvola lamellare Alimentazione: carburatore Dell'Orto PHVA Ø 17,5
Potenza: 2 Kw a norma Coppia: n.d. Rapporto di compressione: 11,5:1
Contralbero di bilanciamento
Frizione: multidisco in bagno d'olio Cambio: sequenziale a 6 marce (sempre in presa)
1° 11/34 (3,091) 2° 15/30 (2,000) 3° 18/27 (1,500) 4° 20/24 (1,200) 5° 22/23 (1,045) 6° 23/22 (0,956)
Accensione: elettronica CDI (ad anticipo fisso)
Trasmissione: primaria a ingranaggi 21/78 (3,714); secondaria a catena 14/53 (3,785)
Avviamento: elettrico

Descrizione ciclistica
Telaio: doppio trave in alluminio con profilo estruso rinforzato all’interno
Carrozzeria: carenatura integrale
Ruote: anteriore da 100/80 17" tubeless su cerchi con canale da 2,75"; posteriore da 130/70 17" tubeless su cerchi con canale da 3,5".
Sospensione anteriore: forcella teleidraulica di tipo "up-side-down" (a steli rovesciati) con diametro steli di 40 mm, corsa di 120 mm.
Sospensione posteriore: forcellone in alluminio con doppio braccio estruso rinforzato e capriata di rinforzo, monoammortizzatore idraulico non regolabile escursione ruota 110 mm.
Freno anteriore: pinza radiale a doppio pistoncino contrapposto Ø 28 mm, disco in acciaio inox Ø 300 mm, tubazione in treccia aeronautica Freno posteriore: a disco in acciaio inox Ø 180 mm, pinza a doppio pistoncino contrapposto Ø 25 mm.

Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.): 196,5 × 72 × (massima al cupolino) 1100 cm (altri: 192 x 68 x 1100).
Altezze sella: 81 cm.
Interasse: 131,05 cm. Massa a vuoto: 112 kg in ordine di marcia, a secco 89 kg. Serbatoio: 13 l.
Euro: 2.
Patente: Am.

Giudizio dinamico
Motore
Questo motore di soli 50 centimetri cubici, tecnologicamente all'avanguardia ancora oggi, riesce ad erogare una notevole potenza (6,25 kW a 10.000 giri) trasmettendo sensazioni di tutto rispetto e, alle elevate prestazioni, abbina un peso del propulsore di soli 15 kg.
La lubrificazione è a miscelazione separata, con pompa volumetrica a portata variabile, quindi non c'è la classica e noiosa trafila del miscelaggio dell’olio con la benzina, perché anche se può sembrare meno "corsaiola" questa comodità è decisamente più funzionale.
Il motore ha una buona "spinta" sopra i 7.000 giri, la coppia è in alto ma quando arriva non dà scampo ai suoi concorrenti dell'epoca.
Accensione difficoltosa con molto freddo.
Lo scarico è catalizzato in acciaio inox e rientra nei limiti Euro2, ma non penalizza minimamente le prestazioni da riferimento anche se non sono in linea con i precedenti modelli (ma con gli pneumatici da 100 davanti e 130 dietro è invece migliorata la guidabilità). Anche la tonalità di scarico non è tuttavia all'altezza delle precedenti RS.
In aggiunta, nella versione RS terza serie, il posizionamento dell’impianto di scarico sotto la sella assicura non solo un'erogazione ottimale, ma anche un bilanciamento più adeguato e, non da meno, una linea estremamente aerodinamica e accattivante.
Da notare che le attuali Aprilia RS 50 hanno invece lo scarico tradizionalmente a lato della carenatura.
Il motore è persino dotato di un efficacissimo contralbero di bilanciamento: le vibrazioni sono incredibilmente nulle, non sembrano esistere affatto quando lo si guida.

Velocità
Con pneumatici Dunlop M/C 52S tubeless, il motociclo ha toccato i 100 km/h. Con il pilota in posizione standard, e non distesa, la velocità costante massima è di 85 km/h.

Accelerazione
Un esemplare di Aprilia ha fatto segnare da 0 a 100 km/h in 18 secondi.

Ripresa
Non rilevata.

Consumo
Non rilevato.
Grazie al serbatoio dalla capacità non comune di 13 litri, l’autonomia della RS 50 è elevata.

Posizione di guida: pilota
Sulla RS 50 2006 l’avvolgente carena e relativo cupolino ospitano tranquillamente un pilota delle mie dimensioni (m 1,70 per 70 kg) ed anche se ci si trova sempre un po’ rannicchiati, in questo caso va tutto a vantaggio dell’aerodinamica e della guidabilità.
La carenatura protegge abbastanza, ma per via del piccolo cupolino arrivano piccole turbolenze sul casco, comunque niente di abnorme o spaventoso...

Posizione di guida: passeggero
È chiaramente un ciclomotore per una persona sola. Il passeggero di fortuna deve accontentarsi di una posizione troppo alta, di pedane troppo angolate e di una cinghia poco pratica, mancando il maniglione posteriore.

Guida
La RS 50 è una vera "moto da strada", equipaggiata con rapporti molto lunghi e con un baricentro basso. Consente di apprezzare l’ebbrezza delle pieghe sull’asfalto, che vengono con naturalezza, anche per chi non ha tra le sue specialità i cordoli. Il motore spinge ed è lineare quanto basta per percorrere le curve a una velocità che permette di piegare anche parecchio.
Il telaio della RS è a doppio trave in alluminio, con profilo estruso rinforzato all’interno, dona alla moto una grande sensazione di stabilità nei tratti veloci ed allo stesso tempo permette la massima maneggevolezza nei cambi di direzione.

Maneggevolezza
Pur con i suoi limiti di concezione (racing) e quindi di assetto (semimanubri, posizione di guida, raggio di sterzata), la RS 50 grazie a pneumatici, telaio e peso generale è una moto che soddisfa per la sua maneggevolezza. Per la "parte bassa" della RS 50 2006 è stato ripreso lo stesso design accattivante delle Aprilia da GP, con i cerchi alleggeriti a razze sdoppiate con un profilo a Y su cui sono stati montati pneumatici radiali dalle altissime prestazioni. Quelli qui utilizzati sono dei nuovissimi Dunlop, con il 100% di battistrada. L'Aprilia montava su alcuni suoi esemplari di RS 50 degli pneumatici Vee Rubber che erano un disastro, in quanto lenti ad entrare in temperatura e non garantivano una piega decente.

Comfort
Il pilota, pur se rannicchiato dalla specializzata posizione di guida su una sella per forza di cose molto dura, gode di buone sospensioni, di ottime manopole e soprattutto di un sorprendente motore che non trasmette per nulla vibrazioni.

Città
La posizione di guida e l'angolo di sterzata non sono il massimo, tuttavia ci si trova di fronte a peso contenuto, buone sospensioni, facile cambio, ottimi freni e un generale controllo del mezzo molto efficace.
La strumentazione digitale vanta un layout innovativo, è ben leggibile davvero e offre diverse funzioni per tenere tutto sotto controllo.

Extraurbano
La RS 50 se la cava egregiamente su statali, tangenziali e periferie. Tuttavia il motore a codice, con la sua velocità limitata, nel traffico veloce costituisce un serio e logorante impegno di guida.

Autostrada
Non giudicabile.

Misto stretto
Tremendamente efficace nel misto stretto se guidata da un pilota esperto che sa sfruttare al limite il generoso motore e la surdimensionata ciclistica.

Sconnesso
Non giudicabile.

Precisione direzionale in rettilineo
Molto buona, non potrebbe essere altrimenti.

Sensibilità al vento laterale
Ovviamente presenta tutti i limiti del caso, ma da questa voce non è neppure pesantemente penalizzata.

Frizione - Modulabilità
Discreta.

Frizione - Resistenza
Buona.

Cambio - Precisione
Il cambio è preciso e rapido, quando l'utilizzatore impara a conoscerlo meglio sembra quasi che le marce si inseriscano da sole, davvero ottimo.

Cambio - Scelta dei rapporti
Scelta molto valida anche se le elaborazioni a cui si sottopongono i motori della RS 50 hanno poi sempre richiesto scelte differenti.

Trasmissione finale
Affidabile e senza strappi evidenti.

Freni – Modulabilità :
La "pinzata" non è brusca, ma permette una notevole modulazione d’intensità. La sicurezza è stata particolarmente curata e a beneficiarne è soprattutto la frenata, degna di una 250: il freno anteriore, a disco da ben 300 mm Ø, è dotato di pinza radiale a doppio pistoncino, mentre quello posteriore conta su un disco in acciaio inossidabile da 180 mm Ø.

Freni - Potenza:
L'impianto frenante è degno di qualsiasi confronto con quelli di moto di cilindrate superiori in quanto è decisamente sovradimensionato. I due dischi garantiscono frenate pronte e sicure in spazi minimi. La potenza è enorme, tuttavia alcuni utenti esperti avrebbero voluto un po' di grinta in più. Alla fine, vanno benissimo così. Ovviamente non c'è l'ABS perché a quei tempi era improponibile.

Freni - Resistenza:
La RS 50 è una piccola moto sicura anche per questa voce.

Sospensione anteriore:
Sospensioni perfette, abbastanza dure per la guida sportiva ma nello stesso tempo morbide per fare un viaggetto. La forcella anteriore a steli rovesciati consente un ulteriore salto in avanti in tema di sicurezza ed affidabilità: gli steli da 40 mm Ø ed escursione di 120 mm consentono inoltre di migliorare le prestazioni in frenata.

Sospensione posteriore:
La struttura del telaio è da vera sportiva: esso è infatti un “doppio trave” in tubi estrusi e nervati che consente una notevole riduzione di peso abbinata ad una rigidità strutturale molto elevata. Telaietto posteriore in lega leggera. Come il telaio, anche il forcellone è costruito in lega leggera, e propone il classico sistema Cantilever con monoammortizzatore idraulico con regolazione del precarico.

Affidabilità
A giugno 2009 i tre marchi del Gruppo Piaggio, Derbi, Gilera e Aprilia lanciarono una campagna di richiamo rivolta ad un numero elevato delle loro piccole supersportive GPR 50/125 e Aprilia RS 50, interessate da un possibile difetto strutturale del telaio.
I veicoli coinvolti dall’informativa erano stati costruiti da settembre 2004 a novembre 2008 (marzo 2007 - novembre 2008 per Aprilia).
Per le cilindrate di 50 cc e 125 cc, erano oltre 7.000 marchiati Derbi, 6.015 Gilera e 6.915 Aprilia.
La campagna di richiamo prevedeva l’applicazione di una piastra di rinforzo sul telaio ad opera dei concessionari delle Case.
Per informazioni sui numeri dei telai coinvolti bisognava rivolgersi ai punti vendita o contattare i numeri verdi 800 81829800 (Derbi e Gilera) e 800 1556550 (Aprilia).

L'impianto elettrico dava un po' di problemini, nel nostro esemplare ad esempio è stato necessario fissare il gruppo ottico anteriore con delle viti poiché il tempo e l'usura ne hanno rotto i supporti.

Assistenza su strada
Servizio non giudicabile.

Pezzi di ricambio - Reperibilità
Buona. Peccato che alcuni particolari soggetti a rotture causa cadute, come ad esempio gli indicatori di direzione anteriori, erano venduti tutti d'un pezzo e non separati.
Da ricordare infine che per le versioni RS era prevista anche l’omologazione per due persone nei paesi che consentono il trasporto del passeggero e c'era anche un listino per ricambi racing.

Pezzi di ricambio - Costo
I pezzi di ricambio costano un bel po' se parliamo di un 50 cm³.

Pezzi di ricambio - Qualità
Al costo corrisponde anche una buona qualità, comunque.

Giudizio finale
L'Aprilia RS 50 è un veicolo che al fumo del suo due tempi fa seguire tanto arrosto, infatti si può dire che è più una piccola moto piuttosto che un ciclomotore grande, e non solo per la sua linea disegnata ispirandosi alle moto da competizione.

L'assetto sportivo non è soltanto apparenza perché i materiali impiegati sono di prima qualità.

Enorme disco anteriore AJP, solida forcella Marzocchi, semimanubri sportivi, leve di alluminio, la RS 50 (assieme al suo serbatoio di grande capienza anche se non è un modello turistico) riesce a soddisfare diverse tipologie di utenti.

Prima di tutti l'utente sportivo, per la sua componentistica raffinata e surdimensionata.

Poi il principiante, per i quali la RS 50 è una vera nave scuola che perdona gli errori, grazie alla sua facilità di guida, al suo peso adeguato, al suo cambio preciso e alla sua frizione abbastanza modulabile.

Anche le donne si troveranno benissimo su questo ciclomotore leggero e con la sella molto bassa da terra.

L'utente che utilizza il mezzo in città potrebbe trovarsi bene, se non fosse per l'assetto troppo esasperato e per gli specchi retrovisori che non servono a nulla.

Per l'utente che utilizza il mezzo di notte il punto debole è la migliorabile luce del faro anteriore (oltre ai soliti retrovisori).

Nonostante le ottime sospensioni, lo sconnesso non fa per questa moto.

blbio
02/11/19, 10:55
Bella recensione, il due tempi è e sarà sempre un'altra cosa, ho corso due anni con la mx 125 e ho provato la rs 250, altri tempi e altre sensazioni.

cts
02/11/19, 16:56
Grazie dell'apprezzamento, bibio!
Mi sono divertito molto a scrivere la recensione, moltissimo a montare il filmato assieme ad amici ma soprattutto infinitamente a guidare questa piccola moto!!!

(Appena ho tempo devo aggiornare la mia guida degli antifurto qui su ER6 Italia)

Nardax
06/11/19, 09:38
Molto interessante e completissima!! :ok

cts
09/11/19, 09:56
Grazie, Nardax.
Comunque l'Aprilia RS 50 adesso tenterò di venderla... è proprio vero che l'appetito vien mangiando!

Spero di trovare subito un acquirente, così vi invierò la recensione di un'altra motocicletta (stavolta motocicletta, non ciclomotore).