cts
30/06/21, 15:18
Guida: Estate in moto e in scooter, trucchi per affrontare il caldo (https://www.moto.it/news/estate-in-moto-e-in-scooter-10-consigli-per-affrontare-il-caldo.html)
Il nostro decalogo per non rinunciare alle due ruote, in sicurezza, anche quando le temperature si avvicinano ai 40 gradi
L'estate ci dona più tempo libero per andare in moto e meteo favorevole, mentre grazie alle riaperture si iniziano a rivedere iniziative motociclistiche d'ogni tipo e per ogni palato; con un po' di anticipo rispetto al solito l'Italia viene in questi giorni investita da un'ondata di afa africana che inevitabilmente costringe motociclisti e scooteristi ad affrontare temperature anche oltre i 35° che, associati ad una umidità elevata, possono essere percepiti come 40° o 45°, con la sgradevole ulteriore sensazione di un forte vento caldo che aggredisce sempre più all'aumentare della velocità.
Decisamente impensabile pensare di andare in moto come se fosse ancora aprile: quando la temperatura sale è necessario attrezzarsi per evitare di trasformare una gita o una giornata in pista in una sofferenza o, peggio, in un brutto ricordo, come? Qui vi diamo 10 consigli per guidare anche in estate senza rinunciare alla sicurezza e non farvi più dire “preferisco l'inverno”.
Utilizzate sempre abbigliamento tecnico traforato e specifico per il clima torrido come i completi in tessuto sintetico areato con protezioni su spalle, gomiti, schiena, fianchi e ginocchia: ne esistono di sicurissimi e non dimenticate che d'estate il casco modulare è molto più indicato rispetto al casco integrale anche per la possibilità di poter essere aperto ai semafori o alle soste per idratarsi.
Il sottocasco fa bene d'inverno e benissimo d'estate. Assorbe il sudore e leva quella sensazione di sudato sui guanciali e in testa. Inoltre il massimo è quello con il colletto abbastanza lungo da proteggere anche il collo dal sole. Inoltre ne giova anche l'igiene del casco stesso.
Quindi quando fa un gran caldo provate a inzupparlo, strizzarlo e metterlo in testa: dopo il primo istante di freddo, poi vi sembrerà di avere l'aria condizionata nel casco!
Guanti leggeri sempre obbligatori: mettere le mani sulle manopole a 70° può essere fastidioso. Se l'abbigliamento tecnico è di qualità vedrete che sentirete molto meno caldo di coloro che viaggiando in bermuda e magliettina (lasciamo perdere le infradito) espongono molta più pelle al sole: ma forse costoro amano un certo tipo di abbronzatura a settori...
Nemico numero uno: la disidratazione. Sia che si tratti di turismo in moto o del classico giretto al Muraglione, l'eccessiva sudorazione può far perdere troppi liquidi e sali, causare cali di concentrazione e persino svenimenti. Bere spesso e fare soste più frequenti anche per prevenire che il caldo provochi colpi di calore potenzialmente letali.
Esistono in commercio i gilet rinfrescanti: si indossano sotto la giacca omologata o la tuta e, dopo essere stati imbevuti (o riempiti, a seconda del tipo) di acqua, rilasciano lentamente vapore fresco per circa 5 ore. Vengono usati da molti piloti professionisti in presenza di caldo torrido, possono essere una buona soluzione anche in città.
Cercare su un motore di ricerca "gilet rinfrescanti moto", qui (https://www.moto.it/accessori/caldo-gilet-refrigeranti-la-nostra-top-3.html) una selezione. Ci sono 2 tipi di sistema di raffreddamento: quelli che si imbevono di acqua e poi si strizzano (sono fatti in un materiale apposta che non bagna i vestiti) e quelli con il tappo in cui si versa circa mezzo litro di acqua fredda.
Le marche sono quelle note per l'abbigliamento da moto. Hanno prezzi diversi, dai 70 euro ai 150... ma funzionano tutti.
Comunque c'è anche una soluzione artigianale (sconsigliata per chi soffre di artrosi, dolori cervicali eccetera).
Prendere la maglietta e imbeverla completamente di acqua fredda.
Senza strizzarla, la si indossa; superato il primo istante che sembra di gelare (un po' come quando si salta in piscina), si chiude completamente il giubbotto come se fosse pieno inverno, il giubbotto deve essere chiuso, non traforato.
Il calore che si genera fa evaporare l'acqua della maglietta che, evaporando sottrae calore anche al pilota.
Provare per credere; sembra di avere l'aria condizionata sotto il giubbotto; una goduria da non credere.
Ci raccomandiamo: il giubbotto deve essere ben chiuso; più è sigillato, meglio funziona.
Quando si ricomincia a percepire caldo, significa che l'acqua contenuta nella maglietta è evaporata tutta; ripetere la manovra daccapo e via.
Arrivati a destinazione dopo il tappone di trecento chilometri: accaldati e soddisfatti parcheggiate la moto sotto il sole per ritrovarla sdraiata un paio d'ore dopo. No, nessun vandalismo: con il caldo violento l'asfalto può letteralmente sciogliersi e far affondare il cavalletto fino a far cadere la nostra due ruote, quindi o portate con voi una base di materiale rigido da mettere sotto il cavalletto in modo da distribuire il peso della moto su una superficie più ampia oppure scegliete un parcheggio dove la moto poggi saldamente.
Una parte del corpo rimane praticamente sempre esposta al sole, anche con l'abbigliamento adeguato: il collo. Per evitare scottature dopo un paio d'ore di esposizione la scelta è quella di coprirlo con una bandana leggera o ungerlo con la crema protettiva.
In realtà alcune ditte leader nell'abbigliamento "refrigerante", esempio Hyperkewl, prevedono fasce da collo, fazzoletti, bandane e quant'altro per testa e collo. E, detto tra noi, dal punto di vista della fisiologia sono addirittura più importanti dei vari gilet e giubbotti per il mantenimento del benessere soggettivo di chi guida.
Per chi usa la moto in pista o sportivamente: gli pneumatici devono essere gonfiati tenendo conto delle maggiori temperature di esercizio e dell'asfalto rovente che offre meno grip meccanico.
Consigliamo ovviamente di seguire le indicazioni del costruttore ma anche di selezionare una mescola adeguata che, contrariamente a quello che si può pensare, spesso può essere quella più soffice per il posteriore e più dura per l'anteriore: si compenserà il calo di grip meccanico con l'aumento di quello chimico a tutto vantaggio della sicurezza e della durata delle coperture.
Con il caldo il casco, ma anche la tuta, assorbono il nostro sudore: a parte la sensazione di scomodità di una tuta intrisa d'acqua, il casco bagnato può produrre condensa sulla visiera o, peggio, lasciare che qualche goccia di sudore vada negli occhi limitando la
visibilità. In questi casi un asciugatore per casco può fare la differenza.
La moto soffre il caldo: per evitare pericolose e dannose esperienze, il liquido di raffreddamento deve essere al livello corretto e sostituito agli intervalli indicati dal costruttore, la batteria in ordine, le gomme pronte ad affrontare gli asfalti resi meno adesivi dai 35° C.
La sella potrebbe essere ricoperta da un vello di pecora: una cosa orrenda, bisogna dirlo, ma "se la provi non la togli più".
Vi assicuriamo che quella cosa pelosa e inguardabile vi garantisce parti basse e parte posteriore fresche anche sotto la canicola del Sahara.
La prudenza va raddoppiata: tutti gli utenti della strada subiscono come noi l'afa, i loro mezzi possono non essere pronti ad affrontare l'estate e la calura, la temperatura dentro l'abitacolo di un automobile senza aria condizionata è quella di un piccolo incendio, il caldo, o forse anche il clima estivo, di certo non aiutano la concentrazione: per questa ragione l'attenzione e prudenza deve essere più che massima, per compensare quella meno che minima di alcuni utenti della strada...
Evitare anche bevande alcoliche e cibi pesanti...
Ma se volete veramente fare invidia a tutti: il condizionatore da motocicletta (link (http://entrosys.com/)). E nessuno potrà più dirvi “preferisco l'inverno”.
Il nostro decalogo per non rinunciare alle due ruote, in sicurezza, anche quando le temperature si avvicinano ai 40 gradi
L'estate ci dona più tempo libero per andare in moto e meteo favorevole, mentre grazie alle riaperture si iniziano a rivedere iniziative motociclistiche d'ogni tipo e per ogni palato; con un po' di anticipo rispetto al solito l'Italia viene in questi giorni investita da un'ondata di afa africana che inevitabilmente costringe motociclisti e scooteristi ad affrontare temperature anche oltre i 35° che, associati ad una umidità elevata, possono essere percepiti come 40° o 45°, con la sgradevole ulteriore sensazione di un forte vento caldo che aggredisce sempre più all'aumentare della velocità.
Decisamente impensabile pensare di andare in moto come se fosse ancora aprile: quando la temperatura sale è necessario attrezzarsi per evitare di trasformare una gita o una giornata in pista in una sofferenza o, peggio, in un brutto ricordo, come? Qui vi diamo 10 consigli per guidare anche in estate senza rinunciare alla sicurezza e non farvi più dire “preferisco l'inverno”.
Utilizzate sempre abbigliamento tecnico traforato e specifico per il clima torrido come i completi in tessuto sintetico areato con protezioni su spalle, gomiti, schiena, fianchi e ginocchia: ne esistono di sicurissimi e non dimenticate che d'estate il casco modulare è molto più indicato rispetto al casco integrale anche per la possibilità di poter essere aperto ai semafori o alle soste per idratarsi.
Il sottocasco fa bene d'inverno e benissimo d'estate. Assorbe il sudore e leva quella sensazione di sudato sui guanciali e in testa. Inoltre il massimo è quello con il colletto abbastanza lungo da proteggere anche il collo dal sole. Inoltre ne giova anche l'igiene del casco stesso.
Quindi quando fa un gran caldo provate a inzupparlo, strizzarlo e metterlo in testa: dopo il primo istante di freddo, poi vi sembrerà di avere l'aria condizionata nel casco!
Guanti leggeri sempre obbligatori: mettere le mani sulle manopole a 70° può essere fastidioso. Se l'abbigliamento tecnico è di qualità vedrete che sentirete molto meno caldo di coloro che viaggiando in bermuda e magliettina (lasciamo perdere le infradito) espongono molta più pelle al sole: ma forse costoro amano un certo tipo di abbronzatura a settori...
Nemico numero uno: la disidratazione. Sia che si tratti di turismo in moto o del classico giretto al Muraglione, l'eccessiva sudorazione può far perdere troppi liquidi e sali, causare cali di concentrazione e persino svenimenti. Bere spesso e fare soste più frequenti anche per prevenire che il caldo provochi colpi di calore potenzialmente letali.
Esistono in commercio i gilet rinfrescanti: si indossano sotto la giacca omologata o la tuta e, dopo essere stati imbevuti (o riempiti, a seconda del tipo) di acqua, rilasciano lentamente vapore fresco per circa 5 ore. Vengono usati da molti piloti professionisti in presenza di caldo torrido, possono essere una buona soluzione anche in città.
Cercare su un motore di ricerca "gilet rinfrescanti moto", qui (https://www.moto.it/accessori/caldo-gilet-refrigeranti-la-nostra-top-3.html) una selezione. Ci sono 2 tipi di sistema di raffreddamento: quelli che si imbevono di acqua e poi si strizzano (sono fatti in un materiale apposta che non bagna i vestiti) e quelli con il tappo in cui si versa circa mezzo litro di acqua fredda.
Le marche sono quelle note per l'abbigliamento da moto. Hanno prezzi diversi, dai 70 euro ai 150... ma funzionano tutti.
Comunque c'è anche una soluzione artigianale (sconsigliata per chi soffre di artrosi, dolori cervicali eccetera).
Prendere la maglietta e imbeverla completamente di acqua fredda.
Senza strizzarla, la si indossa; superato il primo istante che sembra di gelare (un po' come quando si salta in piscina), si chiude completamente il giubbotto come se fosse pieno inverno, il giubbotto deve essere chiuso, non traforato.
Il calore che si genera fa evaporare l'acqua della maglietta che, evaporando sottrae calore anche al pilota.
Provare per credere; sembra di avere l'aria condizionata sotto il giubbotto; una goduria da non credere.
Ci raccomandiamo: il giubbotto deve essere ben chiuso; più è sigillato, meglio funziona.
Quando si ricomincia a percepire caldo, significa che l'acqua contenuta nella maglietta è evaporata tutta; ripetere la manovra daccapo e via.
Arrivati a destinazione dopo il tappone di trecento chilometri: accaldati e soddisfatti parcheggiate la moto sotto il sole per ritrovarla sdraiata un paio d'ore dopo. No, nessun vandalismo: con il caldo violento l'asfalto può letteralmente sciogliersi e far affondare il cavalletto fino a far cadere la nostra due ruote, quindi o portate con voi una base di materiale rigido da mettere sotto il cavalletto in modo da distribuire il peso della moto su una superficie più ampia oppure scegliete un parcheggio dove la moto poggi saldamente.
Una parte del corpo rimane praticamente sempre esposta al sole, anche con l'abbigliamento adeguato: il collo. Per evitare scottature dopo un paio d'ore di esposizione la scelta è quella di coprirlo con una bandana leggera o ungerlo con la crema protettiva.
In realtà alcune ditte leader nell'abbigliamento "refrigerante", esempio Hyperkewl, prevedono fasce da collo, fazzoletti, bandane e quant'altro per testa e collo. E, detto tra noi, dal punto di vista della fisiologia sono addirittura più importanti dei vari gilet e giubbotti per il mantenimento del benessere soggettivo di chi guida.
Per chi usa la moto in pista o sportivamente: gli pneumatici devono essere gonfiati tenendo conto delle maggiori temperature di esercizio e dell'asfalto rovente che offre meno grip meccanico.
Consigliamo ovviamente di seguire le indicazioni del costruttore ma anche di selezionare una mescola adeguata che, contrariamente a quello che si può pensare, spesso può essere quella più soffice per il posteriore e più dura per l'anteriore: si compenserà il calo di grip meccanico con l'aumento di quello chimico a tutto vantaggio della sicurezza e della durata delle coperture.
Con il caldo il casco, ma anche la tuta, assorbono il nostro sudore: a parte la sensazione di scomodità di una tuta intrisa d'acqua, il casco bagnato può produrre condensa sulla visiera o, peggio, lasciare che qualche goccia di sudore vada negli occhi limitando la
visibilità. In questi casi un asciugatore per casco può fare la differenza.
La moto soffre il caldo: per evitare pericolose e dannose esperienze, il liquido di raffreddamento deve essere al livello corretto e sostituito agli intervalli indicati dal costruttore, la batteria in ordine, le gomme pronte ad affrontare gli asfalti resi meno adesivi dai 35° C.
La sella potrebbe essere ricoperta da un vello di pecora: una cosa orrenda, bisogna dirlo, ma "se la provi non la togli più".
Vi assicuriamo che quella cosa pelosa e inguardabile vi garantisce parti basse e parte posteriore fresche anche sotto la canicola del Sahara.
La prudenza va raddoppiata: tutti gli utenti della strada subiscono come noi l'afa, i loro mezzi possono non essere pronti ad affrontare l'estate e la calura, la temperatura dentro l'abitacolo di un automobile senza aria condizionata è quella di un piccolo incendio, il caldo, o forse anche il clima estivo, di certo non aiutano la concentrazione: per questa ragione l'attenzione e prudenza deve essere più che massima, per compensare quella meno che minima di alcuni utenti della strada...
Evitare anche bevande alcoliche e cibi pesanti...
Ma se volete veramente fare invidia a tutti: il condizionatore da motocicletta (link (http://entrosys.com/)). E nessuno potrà più dirvi “preferisco l'inverno”.