giorgio
30/08/07, 12:45
Un po di tempo fa...circa qualche settimana, una mattina mi venne a trovare un mio zio..niente di strano fino a qui...tranne il fatto che si presento' con un motociclo tanto particolare quanto unico...
e io, appassionato di queste cose..subito a tempestarlo di domande!
il ciclomotore in questione era un motom...degli'anni 50/60..
apparteneva a mio nonno (defunto) che lo utilizzava per andarci in campagna quando non doveva portarsi molte cose dietro...(altrimenti utilizzava l'ape car)...
mio zio mi ha raccontato che era un po malconcio...ma ha voluto metterlo a nuovo...riverniciandolo..e mettendosi alla ricerca dei pezzi mancanti...qualcuno mi ha riso in faccia quando gli ho chiesto se aveva ricambi per questo "coso", mi disse...infatti non ha trovato proprio tutto...lo specchietto è del si o di un ciao :sdentato ..
mi ha detto che è 50...4 tempi!...io non ci volevo credere che fosse 4 tempi...pensavo che i 4t erano motocicli piu' moderni...invece...(ah quanto sono ignorante :sdentato )..
ma la cosa bella è che non consuma niente...mi ha detto di poter fare piu di 50 km con un litro! :shock: ..
il motore aveva tre marce...e si accendeva in un modo molto particolare...un casino in pratica (un altro po non ci riusciva manco lui :boh :x)..in pratica bisognava fare dei giochetti...tipo prima mettere a folle poi premere un tasto, passare alla prima e ritornare a folle...(na cosa del genere cmq :sdentato ..ora non ricordo con precisione)mi ha raccontato in proposito che una volta fuori al bar (una volta si andava con quei cosi a fare i fighetti?? :shock: ) fece una scommessa con gli amici a chi riusciva ad accenderlo...immaginate il risultato... :D ...
cmq...vedere queste cose è bello...a pensare poi che sono oggetti che utilizzavano i nostri nonni, che magari per noi sembrano "cosi"..ma che per loro avevano un gran valore...rappresentavano i loro sogni come i nostri di oggi...
metto delle foto e una recensione presa dal sito motom..(si esiste ancora!!)
Alla fine della seconda guerra mondiale l'ingegner Battista Falchetto, già progettista della Lancia, in collaborazione con gli industriali De Angelis Frua ebbe l'idea di costruire un ciclomotore leggero robusto ed economico (quasi una piccola motocicletta), di buone prestazioni, elevata affidabilità ma che restasse nei limiti dei classici 50 cc. Il primo Motom denominato Motomic presentato al salone di Ginevra del 1947 ed il cui nome ha l'abbreviazione di Moto Atomica.
Il Motom era costituito da un telaio stampato con forma ad X, composto da due semigusci abbinati; il serbatoio a saponetta viene inserito fra i due elementi, poco dietro il canotto di sterzo. La provata esperienza automobilistica di Falchetto lo ispira anche nella progettazione del propulsore, dotato di ciclo a quattro tempi messo a punto con il motorista Sola, anch'esso della Lancia.
Ma sono le particolarità del motore Motom che caratterizzeranno tale veicolo per tutti i successivi anni di produzione.
Si trattava di un motore a 4 tempi, monocilindrico, raffreddato ad aria di buona potenza e consumi eccezionalmente bassi. Caratteristiche salienti del motore Motom sono state l'affidabilità, i bassi consumi (75 Km con un litro di benzina) e le buone prestazioni (velocità massima in terza velocità superiore ai 50 Km orari, pendenza massima superabile 22%). Il motore motom subì negli anni solo delle marginali modifiche (ad esempio la lubrificazione delle valvole in testa) che furono sufficienti a migliorarne sensibilmente le prestazioni, tanto che i modelli sportivi degli anni 60 superavano i 75 Km orari pur mantenendo i consumi eccezionalmente bassi.
Tutti ricordano il motom per la caratteristica del manubrio che presentava concentrati tutti i comandi di guida: la mano sinistra comandava cambio, frizione e freno anteriore; la mano destra comandava freno posteriore e comando gas.
La messa in moto, nei primi modelli era un po' complessa in quanto richiedeva l'estrazione di un pomello posto sul lato destro del carter. Nei modelli prodotti a partire da 1955 la manovra di inserzione della messa in moto veniva ottenuta portando la manopola del cambio oltre la terza.
La trasmissione dei cambio dapprima a trasmissione a bacchetta venne sostituita da una a fili. Per quanto riguarda la ciclistica nel corso degli anni essa subì delle innovazioni fondamentali in quanto, pur rimanendo la struttura ad X del telaio, la sospensione anteriore a molla fu progressivamente sostituita dalla forcella telescopica ed il retrotreno, dapprima rigido, fu dotato di due ammortizzatori a molla.
Il serbatolo nei primi modelli era inserito a saponetta nel monoscocca del telaio; successivamente, per aumentarne l'autonomia fu adottato un serbatoio a sella. La sella è stata sempre particolarmente comoda per le ampie dimensioni e per la buona molleggiatura. Nei primi modelli, sul retrosella era presente un bauletto portaoggetti cilindrico, sostituito nei modelli successivi da un capiente baulotto inserito tra telaio e parafango posteriore.
Nei modelli sportivi furono studiate delle soluzioni estetiche particolarmente accattivanti come il cupolino coprifanale, la sella lunga, il manubrio stretto e ribassato. Ad esasperare questa impronta sportiva furono introdotte le pedane fisse con freno posteriore nello sport junior e nel 51; infine nel modello 60 S anche il cambio fu spostato sulle pedane.
Seppur il marchio motom si identifichi con il ciclomotore di 48 cc, la Motom si cimenta anche nella costruzione di rnotocicli di pregevole fattura; ci riferiamo al Delfino (150 e 160), al 100 Junior ed al potente 98. Soluzioni alternative, utilizzanti comunque il prestigioso motore di 48 cc, furono anche la costruzione di un originale rnotocarro e di una motozappa con abbinabile pompa di irrigazione.
Il Motom è stato un valido esempio di genialità Italiana del dopo-guerra.
Oggi il marchio rivive per mano di Saverio Bettinelli con i nuovi modelli SAM e SAM-EL.
e io, appassionato di queste cose..subito a tempestarlo di domande!
il ciclomotore in questione era un motom...degli'anni 50/60..
apparteneva a mio nonno (defunto) che lo utilizzava per andarci in campagna quando non doveva portarsi molte cose dietro...(altrimenti utilizzava l'ape car)...
mio zio mi ha raccontato che era un po malconcio...ma ha voluto metterlo a nuovo...riverniciandolo..e mettendosi alla ricerca dei pezzi mancanti...qualcuno mi ha riso in faccia quando gli ho chiesto se aveva ricambi per questo "coso", mi disse...infatti non ha trovato proprio tutto...lo specchietto è del si o di un ciao :sdentato ..
mi ha detto che è 50...4 tempi!...io non ci volevo credere che fosse 4 tempi...pensavo che i 4t erano motocicli piu' moderni...invece...(ah quanto sono ignorante :sdentato )..
ma la cosa bella è che non consuma niente...mi ha detto di poter fare piu di 50 km con un litro! :shock: ..
il motore aveva tre marce...e si accendeva in un modo molto particolare...un casino in pratica (un altro po non ci riusciva manco lui :boh :x)..in pratica bisognava fare dei giochetti...tipo prima mettere a folle poi premere un tasto, passare alla prima e ritornare a folle...(na cosa del genere cmq :sdentato ..ora non ricordo con precisione)mi ha raccontato in proposito che una volta fuori al bar (una volta si andava con quei cosi a fare i fighetti?? :shock: ) fece una scommessa con gli amici a chi riusciva ad accenderlo...immaginate il risultato... :D ...
cmq...vedere queste cose è bello...a pensare poi che sono oggetti che utilizzavano i nostri nonni, che magari per noi sembrano "cosi"..ma che per loro avevano un gran valore...rappresentavano i loro sogni come i nostri di oggi...
metto delle foto e una recensione presa dal sito motom..(si esiste ancora!!)
Alla fine della seconda guerra mondiale l'ingegner Battista Falchetto, già progettista della Lancia, in collaborazione con gli industriali De Angelis Frua ebbe l'idea di costruire un ciclomotore leggero robusto ed economico (quasi una piccola motocicletta), di buone prestazioni, elevata affidabilità ma che restasse nei limiti dei classici 50 cc. Il primo Motom denominato Motomic presentato al salone di Ginevra del 1947 ed il cui nome ha l'abbreviazione di Moto Atomica.
Il Motom era costituito da un telaio stampato con forma ad X, composto da due semigusci abbinati; il serbatoio a saponetta viene inserito fra i due elementi, poco dietro il canotto di sterzo. La provata esperienza automobilistica di Falchetto lo ispira anche nella progettazione del propulsore, dotato di ciclo a quattro tempi messo a punto con il motorista Sola, anch'esso della Lancia.
Ma sono le particolarità del motore Motom che caratterizzeranno tale veicolo per tutti i successivi anni di produzione.
Si trattava di un motore a 4 tempi, monocilindrico, raffreddato ad aria di buona potenza e consumi eccezionalmente bassi. Caratteristiche salienti del motore Motom sono state l'affidabilità, i bassi consumi (75 Km con un litro di benzina) e le buone prestazioni (velocità massima in terza velocità superiore ai 50 Km orari, pendenza massima superabile 22%). Il motore motom subì negli anni solo delle marginali modifiche (ad esempio la lubrificazione delle valvole in testa) che furono sufficienti a migliorarne sensibilmente le prestazioni, tanto che i modelli sportivi degli anni 60 superavano i 75 Km orari pur mantenendo i consumi eccezionalmente bassi.
Tutti ricordano il motom per la caratteristica del manubrio che presentava concentrati tutti i comandi di guida: la mano sinistra comandava cambio, frizione e freno anteriore; la mano destra comandava freno posteriore e comando gas.
La messa in moto, nei primi modelli era un po' complessa in quanto richiedeva l'estrazione di un pomello posto sul lato destro del carter. Nei modelli prodotti a partire da 1955 la manovra di inserzione della messa in moto veniva ottenuta portando la manopola del cambio oltre la terza.
La trasmissione dei cambio dapprima a trasmissione a bacchetta venne sostituita da una a fili. Per quanto riguarda la ciclistica nel corso degli anni essa subì delle innovazioni fondamentali in quanto, pur rimanendo la struttura ad X del telaio, la sospensione anteriore a molla fu progressivamente sostituita dalla forcella telescopica ed il retrotreno, dapprima rigido, fu dotato di due ammortizzatori a molla.
Il serbatolo nei primi modelli era inserito a saponetta nel monoscocca del telaio; successivamente, per aumentarne l'autonomia fu adottato un serbatoio a sella. La sella è stata sempre particolarmente comoda per le ampie dimensioni e per la buona molleggiatura. Nei primi modelli, sul retrosella era presente un bauletto portaoggetti cilindrico, sostituito nei modelli successivi da un capiente baulotto inserito tra telaio e parafango posteriore.
Nei modelli sportivi furono studiate delle soluzioni estetiche particolarmente accattivanti come il cupolino coprifanale, la sella lunga, il manubrio stretto e ribassato. Ad esasperare questa impronta sportiva furono introdotte le pedane fisse con freno posteriore nello sport junior e nel 51; infine nel modello 60 S anche il cambio fu spostato sulle pedane.
Seppur il marchio motom si identifichi con il ciclomotore di 48 cc, la Motom si cimenta anche nella costruzione di rnotocicli di pregevole fattura; ci riferiamo al Delfino (150 e 160), al 100 Junior ed al potente 98. Soluzioni alternative, utilizzanti comunque il prestigioso motore di 48 cc, furono anche la costruzione di un originale rnotocarro e di una motozappa con abbinabile pompa di irrigazione.
Il Motom è stato un valido esempio di genialità Italiana del dopo-guerra.
Oggi il marchio rivive per mano di Saverio Bettinelli con i nuovi modelli SAM e SAM-EL.