thehobbit78
02/02/08, 18:59
Stamattina abbiamo fatto il nostro ultimo viaggio insieme, io e te da soli, senza nessun'altro amico che ci accompagnasse.
Mi sembrava più giusto così, dedicarti appieno ogni istante di quei quaranta chilometri circa che abbiamo percorso, prima di lasciarci, e magari non incontrarci più.
Durante il viaggio ho ripercorso tutti i momenti trascorsi insieme a te, l'emozione della prima volta che ti ho vista, i primi giri fatti insieme, prima da soli, per instaurare un feeling tra di noi, poi con gli amici, per trovare nuovi stimoli.
Le grandi soddisfazioni, le prime paure, il primo piccolo incidente (ti sei fatta solo un graffietto), la botta successiva, tu conciata non proprio bene, io peggio di te.
Siamo stati separati per circa due mesi, passati a guarire le ferite; io passavo a trovarti spesso, nella speranza che il dottore mi dicesse "E' pronta, domani esce", invece ogni volta mi diceva "Ho scoperto un'altro guaio".
Cresceva ogni giorno il timore che tra di noi non fosse più come prima, e invece il dottore è stato molto bravo: ti ho ripreso e tutto ha ricominciato a filare come prima, se non meglio.
Sembrava dovesse durare per sempre, ma quel tuo dannato telaio potenzialmente così fragile, e una mia scappatella per provarne un'altra, hanno fatto si che tra noi finisse.
E poi oggi, mi fermo a fare il tuo ultimo rifornimento, il minimo indispensabile per percorrere quegli ultimi chilometri, io che un pò in colpa mi giustifico con il ragazzo del rifornimento dicendo "Sai, non è che sono tirchio, è che ci devo arrivare dal concessionario". Lui mi risponde "Beh, chiaro, con questa bestiolina che ti ritrovi, ha una bellissima linea", e per tutto il tempo che mi preparavo a ripartire ha continuato a rimirarti.
E mentre ripartivo, con lui che continuava a guardarti, non ti nascondo che facevo fatica a guardare la strada attraverso gli occhi un pò lucidi.
Ciao, compagna di viaggi, spero che nei giorni a venire non senta più la tua mancanza, come in questo momento.
Con affetto,
Giuseppe
Mi sembrava più giusto così, dedicarti appieno ogni istante di quei quaranta chilometri circa che abbiamo percorso, prima di lasciarci, e magari non incontrarci più.
Durante il viaggio ho ripercorso tutti i momenti trascorsi insieme a te, l'emozione della prima volta che ti ho vista, i primi giri fatti insieme, prima da soli, per instaurare un feeling tra di noi, poi con gli amici, per trovare nuovi stimoli.
Le grandi soddisfazioni, le prime paure, il primo piccolo incidente (ti sei fatta solo un graffietto), la botta successiva, tu conciata non proprio bene, io peggio di te.
Siamo stati separati per circa due mesi, passati a guarire le ferite; io passavo a trovarti spesso, nella speranza che il dottore mi dicesse "E' pronta, domani esce", invece ogni volta mi diceva "Ho scoperto un'altro guaio".
Cresceva ogni giorno il timore che tra di noi non fosse più come prima, e invece il dottore è stato molto bravo: ti ho ripreso e tutto ha ricominciato a filare come prima, se non meglio.
Sembrava dovesse durare per sempre, ma quel tuo dannato telaio potenzialmente così fragile, e una mia scappatella per provarne un'altra, hanno fatto si che tra noi finisse.
E poi oggi, mi fermo a fare il tuo ultimo rifornimento, il minimo indispensabile per percorrere quegli ultimi chilometri, io che un pò in colpa mi giustifico con il ragazzo del rifornimento dicendo "Sai, non è che sono tirchio, è che ci devo arrivare dal concessionario". Lui mi risponde "Beh, chiaro, con questa bestiolina che ti ritrovi, ha una bellissima linea", e per tutto il tempo che mi preparavo a ripartire ha continuato a rimirarti.
E mentre ripartivo, con lui che continuava a guardarti, non ti nascondo che facevo fatica a guardare la strada attraverso gli occhi un pò lucidi.
Ciao, compagna di viaggi, spero che nei giorni a venire non senta più la tua mancanza, come in questo momento.
Con affetto,
Giuseppe