Bobjakk
17/08/09, 09:07
Per quelli di voi che si stanno chiedendo perché uno che viaggia in Zetina scrive su er6-Italia, è presto detto: l'Errina l'ho avuta e l'ho sfruttata, mi ha insegnato tanto finché ho sentito di dover fare un passo avanti.
Invece gli amici DoloMitici e non, che ho conosciuto su questo forum non li cambio di sicuro, e quindi mi si vede qui, quelle poche volte che posso.
Complice il fatto che moglie e figli sono in vacanza dalla nonna... questa volta, insieme alla mia mitica 銀の刃 l'ho fatta grossa e volevo raccontarvela.
Parto da Venezia lunedì 3 agosto dopo aver salutato il mitico Maxdvst che mi ha ospitato a casa sua per il w.e. facendomi fare un sacco di cose nuove, tra cui il Bacaro tour a Venezia (ammazza che bella sbronza allegra... tranquilli, eravamo in autobus!), un volo in aereo da cui lui, Cate e un altro loro collega sono scesi a piedi da 4000 metri (si, beh, avevano il paracadute, ma è impressionante lo stesso...) e poi la cena ai Pioppi e poi il giro DoloMitico del 2... insomma un w.e. bello fitto e divertente e ringrazio tantissimo Max che lo ha reso possibile e tutti i DoloMitici e i simpaticissimi colleghi di Max che ho conosciuto e con cui mi sono divertito un sacco!
Torniamo alla partenza da Venezia, l'idea è arrivare in Liguria passando per la Cisa.
Dopo un bel po' di pallostrada prendo la SS62 Parma-La Spezia "della Cisa".
Il passo della Cisa (1041m) è un posto veramente particolare, c'era un atmosfera d'altri tempi, un signore un po' più in sovrappeso di me (immaginarsi...) seduto sulla porta del baretto, praticamente sulla strada, suonava l'armonica a bocca in maniera incantevole, non c'era quasi nessuno in giro, un silenzio che portava pace, il suono dell'armonica che "accompagnava" il silenzio, senza romperlo.... strano no? Sembrava fare parte della pace, non la disturbava. La bellissima chiesetta in cima alle scale, molto suggestiva, dove sono andato a raccomandare al Capo lassù che non mi lasciasse solo, magari un angioletto, visto la quantità di strada che intendevo affrontare...
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA005.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA005.jpg)
Adesso si scende dalla Cisa e la strada è bellissima, molto migliore della salita. Punto dritto a La Spezia e da lì mi inoltro per le stradine del parco delle Cinque Terre... Incredibile! Non c'ero mai stato per stradine, avevo già fatto l'autostrada, ma le statali tortuose e divertenti che ci sono in quel posto incredibile non le avevo mai fatte. Perché tanto incredibile? Immaginate un tipico paesaggio di montagna, una tipica strada di montagna, a destra il costone della montagna che sale, i picchi, i boschi, tutto tipicamente montano... ora guardate giù... no, non c'è il fondovalle, c'è il MARE e che mare! di un azzurro stupendo, che si perde all'infinito, con le propaggini dei colli e dei monti, molti terrazzati ad accogliere uliveti e vigneti, che si spingono nell'acqua azzurra a formare golfi e insenature e ogni tanto un paesino su un colle, come sospeso tra il mare e il cielo! un posto incantato, ve lo assicuro!
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA008.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA008.jpg)
La prima notte l'ho passata lì, a Leivi, in una alberghetto niente male se non per la istintiva antipatia che ho avuto per il gestore, rafforzata poi dai suoi discorsi generalizzati sugli utenti delle due ruote. Fare di tutta l'erba un fascio non va bene, e io penso di aver visto molti più pazzi con in mano un volante che non un manubrio. Il tipo non era affatto ligure, non vi dirò di dove era per non fare razzismo.
La mattina dopo si riparte e raggiungo Genova, da qui decido di prendere l'autostrada (per fare prima, la statale che segue la costa è intasata come uno stitico cronico). E qui comincia un piccolo calvario... le indicazioni non sono affatto chiare, l'autostrada intorno a Genova è incredibilmente contorta e complicata e così sbaglio! Un incidente crea una coda paurosa e rimango più volte bloccato in galleria con tutti, camion compresi, che tengono il motore acceso... non so come ne sono uscito vivo, credo il momento più brutto di tutto il viaggio... Finalmente abbandono Genova e il traffico si fa veloce. L'autostrada in Liguria è un'ottovolante! sbuchi dalla galleria e ti trovi su un altissimo viadotto e vedi il mare e un panorama incredibile fino alla galleria successiva, di tunnel in tunnel, tutto un susseguirsi di tuffi al cuore! ti viene voglia di alzare le braccia e urlare! come si fa a Gardaland!
Finalmente arrivo a Menton, bellissima città, non la conoscevo, la parte storica affacciata sul mare è veramente bella.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA008a.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA008a.jpg)
NB: Questa foto non l'ho scattata io, l'ho presa da internet, non ricordo dove, è solo per avere un'idea del posto.
Qui comincia la mitica Route des Grandes Alpes! Una strada meravigliosa che attraversa un bel pezzo di Francia, da Menton a Thonon les Bains che è sul Lago di Ginevra. Ci sono più varianti lungo la strada, io ho scelto un percorso di oltre 700km, attraversando passi incredibili, tra cui il più alto d'Europa (no, non è lo Stelvio, è solo terzo).
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA000.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA000.jpg)
Comincio a salire, verso il Col de Castillion (708m), prosego fino a Sospel e trovo la prima brutta sorpresa, la strada è interrotta e mi tocca fare una deviazione passando per il Col de Braus (1002m) e poi per il Col de l'Orme (1000m). Non è un problema, se non che le strade fino al Col de Turini (1604m) sono uno SFACELO! rovinatissime, strette, piene di buche nell'asfalto riempite di brecciolino! L'incubo di qualunque motociclista. Per fortuna è solo una deviazione e non la norma. Proseguo per il Col St Martin (1500m) e arrivo che è ormai sera a St Sauveur Sur Tinée. I due hotel sono pieni e riparto sconsolato. Fuori dal paesino vedo un cartello pubblicitario di un "Auberge Restaurant" a 5 km in su, a Roure... Dopo una stradina quasi tremenda di 5 Km, eccomi in un paesino carinissimo arroccato sul fianco della montagna con un albergo bellissimo dove ho potuto gustare una magnifica cena da "gourmet", l'ospitalità e la gentilezza della ragazza con cui ho avuto a che fare sono state squisite e i prezzi modici. Ve lo consiglio, si chiama "le Robur" a Roure (1113m), un angolino di paradiso.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA022.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA022.jpg)
La mattina dopo mi accomiato gustando un'ottima colazione (a parte il caffè!) e raggiungo il Col de la Couillole (1678m). Un bel pezzo di strada tra boschi e tornanti stupendi. Il profumo di quei boschi non sarà facile da dimenticare, profumo sì di pino, ma delicato ed inebriante... non per niente siamo in Francia... da qualche parte dovranno pur prendere le basi per i loro profumi. Il gioco comincia a farsi interessante, la strada impegnativa ma bellissima mi porta al Col de la Cayolle (2326m). I panorami cominciano a mozzare il fiato.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA038.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA038.jpg)
Ci siamo, scendo verso Barcelonnette, dopo la quale si devia un pezzetto per raggiungere la Bonette, la strada percorribile in auto più alta d'Europa e inebriato al pensiero vado, vado, giro qui, no, più avanti, sarà qui? Sì, giro; avanti, avanti, strada larga e bellissima, ma non sale tanto... un paesino?... chiedo? mmmh non mi ispirano quei ceffi, proseguo, "Maddalena"? Il cartello dice "Colle della Maddalena 1991m", un altro cartello indica "Lago della Maddalena" che vedo, molto vicino; è il terzo cartello che mi, hem, insospettisce: indicava la direzione per Torino! Oops... Che abbia sbagliato? In effetti avevo sbagliato ed ero andato molto più avanti prima di svoltare... Ma non potevo arrivare fin lì e non "fare" la Bonette! E così, chi non ha testa ha ruote e sono tornato indietro. Finalmente imbocco la strada giusta che sale, sale, posti incredibili... rocce, corsi d'acqua che sgorgano da mucchi di rocce, un'erba di un verde... così VERDE che non so descrivere.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA045.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA045.jpg)
Fermarsi su una piazzola e guardare indietro la serie di tornanti già passati che si perdono verso la vallata dà una sensazione di appagamento incredibile.
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Sali, sali, il paesaggio sempre più brullo... sassi, ghiacciai, neve, e alcune piccole fortificazioni risalenti alla seconda guerra mondiale... strane, tetre e fuori luogo. Ci sono entrato (malgrado i divieti) e una scala di ferro scende in un profondissimo pozzo buio... solo cemento, ferro, paura, angoscia, questi posti trasudano sofferenza e ansia... andiamo via, al sole!
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA057.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA057.jpg)
Col de Restefond (2680m), ci siamo quasi; sali, sali, proseguo fino alla cima, se chiudi tutto il gas e aspetti un attimo la moto si spegne... poverina, soffre un po' l'altezza: Col de la Bonette 2802m! Il più alto d'Europa (alcune carte riportano La Bonette a 2715, ma questo prima che aggiungessero un pezzo di strada che gira intorno alla cima e incrementa l'altezza).
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Il paesaggio è... come dire... IMMENSO! Le foto non rendono alcuna giustizia alla magnificenza del luogo. L'alta montagna ha un effetto inebriante, distensivo, rappacificante... sarei rimasto lì ore a guardare in lontananza la corona di cime meravigliose oltre la valle... Ti rendi conto di quanto sei piccolo, di quanto sono piccoli quei problemi quotidiani che fino a due giorni prima sembravano schiacciarti e ringrazi chiunque o qualunque cosa ci sia stato per aver creato tutto questo e per averti permesso di vederlo...
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La cosa più sconvolgente sono però la quantità di ciclisti. Pensavo che pochi uomini al mondo fossero in grado di arrivare così in alto in bici, invece la Route des Grandes Alpes è piena di ciclisti. Sulla Bonette c'era anche una famigliola, lui in bici con un bimbo di un paio d'anni nel seggiolino e lei dietro in bici! COL SEGGIOLINO E IL BIMBO A 2802 m! A me sembra un'impresa mezz'ora di cyclette!
Ripartiamo va... Torno indietro e riprendo la mitica Route verso il Col de Vars (2108m). Splendidi panorami mi accompagnano fino al Col d'Izoard (2360m), con le sue spettacolari guglie di roccia che sbucano da distese di pietrisco.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA060.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA060.jpg)
Raggiungo Briançon, dove trovo una stanza bruttissima e carissima... Ma la stanchezza è tanta e il mio povero deretano urla vendetta (dalle 9 alle 19 in moto è un po' lunga, ma farò di peggio...)
Il giorno dopo mi aspetta il Col du Lautaret a 2057m, Molto bello, tanti prati fioriti, una chiesettina con la bandiera francese che sventola e il ghiacciaio sullo sfondo.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA069.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA069.jpg) http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA074.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA074.jpg)
Poi volo verso la prossima tappa (è il caso di dirlo, visto che sono un intruso motorizzato sulle mitiche strade del Tour de France), il Col du Galibier (2642m) e sull'ultimo tornante un tizio mi fotografa e mi fa le dita a V... e questo chi è? Il tizio è un fotografo e ce ne è un altro sul primo tornante a scendere. In cima al passo c'è un furgone con attaccati fuori tanti biglietti da visita del servizio "GriffePhotos". Questi fotografano le moto, le bici e le belle macchine, poi ti scegli gli scatti sul loro sito e te li stampano e li mandano a casa. Le foto sono molto belle... un po' care, ma non potevo rinunciarci. Bella idea no?
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Via, verso il Col du Télégraphe (1556m) che doppio senza accorgermene (!) me ne sono reso conto quando mi sono fermato a chiedere e il tizio mi ha detto che la strada era giusta ma dovevo tornare indietro... col cavolo! Il prossimo appuntamento è uno di quelli importanti e preferisco non farlo aspettare.
All'improvviso, un ponte, una strettoia, una curva e di fronte a me si apre una valle enorme, con una lunghissima strada, dritta in un modo imbarazzante, con distese di giallo fieno tagliato ai lati... Devo dire un colpo d'occhio formidabile!
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Nella foto si vede anche "Charlotte la mascotte marmotte" che ho comprato sul Galibier e che mi ha accompagnato guardandomi le spalle per il resto del viaggio.
Accetto di buon grado qualche km dritto, tanto alla fine si ricomincia a salire e la strada si snoda (è il caso di dirlo) in un paesaggio verde e soave, il fiume, le rapide, le cascate, ogni tanto una stalla, le mucche che ti attraversano la strada, tanta gente si gode il posto meraviglioso...
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Anch'io vorrei sdraiarmi sull'erba in riva al fiume, ma la mia corsa ha (per scelta) tappe forzate, è una fuga, non so se da o verso qualcosa, probabilmente è la voglia di andare, andare lontano, senza preoccuparmi troppo e intanto riflettere un po'... io, le montagne, la mia moto e me stesso... quel me stesso che non ho mai il tempo e la calma per incontrare. La migliore psicoterapia che possa esistere per me.
E così, dopo una delle più belle e verdi strade in assoluto di tutta la Route, raggiungo il mitico Col de l'Iseran a 2762m, attualmente il secondo passo più alto d'Europa.
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Scendendo dall'Iseran si gode di una vista fantastica che non ho potuto immortalare per ragioni di sicurezza (come tante altre, purtroppo): tutto l'abitato di Val d'Isere, con dietro due monti come a proteggerlo e nello spazio a V che si forma tra i due monti si intravede il lago du Chevril. Veramente fantastico... quella foto non fatta mi è rimasta sullo stomaco!
Dopo aver percorso per sbaglio la spettacolare diga sul lago du Chevril ed essere tornato indietro... macino ancora parecchi Km e un notevole tratto di strada mi porta sul Cormet de Roselend (1968m) per poi scendere verso il lago di Roselend girandoci intorno per un pezzo.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA117.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA117.jpg) http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA120.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA120.jpg)
Dopo il lago la sequenza continua tra i miei "oooh" di meraviglia (per fortuna che il casco è integrale, se no chissà quante bestie avrei mangiato) con il Col des Saisies (1650m), il Col des Aravis (1486m) e il Col de la Colombièr (1613m).
Dopo una ricerca infruttuosa abbastanza preoccupante che mi tiene sulla moto più a lungo di quanto vorrei (o vorrebbe il mio deretano), trovo una stanza in un onesto Hotel a Cluses, dove esco a fare un giretto a piedi e a cenare in un simpatico locale.
La mattina dopo, parto verso le 9 e mi dirigo verso il Col des Gets (1100m) e, con un po' di tristezza, verso la fine della mia fuga, la fine della Route des Grandes Alpes: Thonon les Bains, sul lago di Ginevra, che è in parte in Francia.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA128.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA128.jpg)
A questo punto l'idea era di rientrare a Trieste passando per l'arco alpino e godermi le mie amatissime Dolomiti, ma il budget era superato da un pezzo e il tempo a disposizione scarseggiava... Così ho deciso di concedermi un finale degno della Route, passando in Italia attraverso il passo del Gran San Bernardo e poi fare Aosta-Trieste in autostrada per dormire a casa quella sera stessa. Così, costeggio il lago verso la Svizzera, fino a Saint-Gingolph (mezza francese e mezza svizzera). Scendo a Monthey, poi Martigny e quindi dirigo al Gran San Bernardo. La strada a salire è stupenda, il posto è incantevole, la montagna è fatta di una stupenda roccia luccicante che sembra metallo grezzo. Ci siamo, Col du Grand St-Bernard, 2473m,
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA138.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA138.jpg)
si supera una costruzione caratteristica con un corridoio a ponte sulla strada e si apre alla vista un panorama talmente "da cartolina" che sembra finto... il lago, le costruzioni alla frontiera, la corona di cime dietro, un cielo fantastico... meraviglioso.
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA141.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA141.jpg)
Passo la frontiera e pregusto già un vero caffé appena mi sarò inoltrato abbastanza in Italia. Dirigo ad Aosta, prendo l'autostrada, Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Venezia, Trieste... caldo, camion, pazzi e stupidi al volante superano in numero gli automobilisti corretti, un ragazzino idiota con una Ducati Hypermotard che non ho inseguito per menarlo solo per prudenza, puzza, autogrill sporchi, traffico, code (da Portogruaro fino a Trieste), stanchezza... il sogno è finito e arrivo a casa verso le 23 del venerdì 7... circa 14 ore in sella... se vi dico che avevo delle escoriazioni dove passano gli elastici delle mutande mi credete? Fareste bene.
Percorsi 3205Km in totale di cui 905 nel w.e. a Venezia e i restanti 2300 in 5 giorni da Venezia a Trieste passando per la Route Des Grandes Alpes.
Quando mi sono fermato a pregare sulla Cisa devono avermi ascoltato: nessun contrattempo, nessun problema fisico o meccanico, neanche una goccia di pioggia... devono volermi bene lassù... chissà perché!
La Zetina è una gran moto... se qualcuno medita il passaggio, e ama il genere, si tolga pure i dubbi!
Mi scuso per la lunghezza del post... e mi sono pure trattenuto, ci sarebbe stato molto altro da raccontare... Come il tir di traverso su una strada di montagna :shock:
Non so se sono riuscito a sfuggire a quello da cui fuggivo, forse sì; non so se sono riuscito a raggiungere quello che inseguivo, forse sì; sicuramente questa avventura mi ha portato più vicino a me stesso e al significato della vita che viviamo. Mi ha reso più consapevole di quelle che sono le cose importanti, quelle che diamo per scontate ma sono le uniche che contano: l'amore sincero della donna che ami, l'abbraccio dei tuoi figli, vivere insieme in armonia... sperando che la salute ci assista. Tutto il resto, TUTTO il resto è solo marginale.
Ogni tanto prendete la moto e andate sulla montagna più vicina, spegnete il motore e ascoltate voi stessi.
Bye! Roberto
Qui trovate tutta la gallery: (http://www.er6italia.com/cpg/thumbnails.php?album=444)enjoy!
:moto
Invece gli amici DoloMitici e non, che ho conosciuto su questo forum non li cambio di sicuro, e quindi mi si vede qui, quelle poche volte che posso.
Complice il fatto che moglie e figli sono in vacanza dalla nonna... questa volta, insieme alla mia mitica 銀の刃 l'ho fatta grossa e volevo raccontarvela.
Parto da Venezia lunedì 3 agosto dopo aver salutato il mitico Maxdvst che mi ha ospitato a casa sua per il w.e. facendomi fare un sacco di cose nuove, tra cui il Bacaro tour a Venezia (ammazza che bella sbronza allegra... tranquilli, eravamo in autobus!), un volo in aereo da cui lui, Cate e un altro loro collega sono scesi a piedi da 4000 metri (si, beh, avevano il paracadute, ma è impressionante lo stesso...) e poi la cena ai Pioppi e poi il giro DoloMitico del 2... insomma un w.e. bello fitto e divertente e ringrazio tantissimo Max che lo ha reso possibile e tutti i DoloMitici e i simpaticissimi colleghi di Max che ho conosciuto e con cui mi sono divertito un sacco!
Torniamo alla partenza da Venezia, l'idea è arrivare in Liguria passando per la Cisa.
Dopo un bel po' di pallostrada prendo la SS62 Parma-La Spezia "della Cisa".
Il passo della Cisa (1041m) è un posto veramente particolare, c'era un atmosfera d'altri tempi, un signore un po' più in sovrappeso di me (immaginarsi...) seduto sulla porta del baretto, praticamente sulla strada, suonava l'armonica a bocca in maniera incantevole, non c'era quasi nessuno in giro, un silenzio che portava pace, il suono dell'armonica che "accompagnava" il silenzio, senza romperlo.... strano no? Sembrava fare parte della pace, non la disturbava. La bellissima chiesetta in cima alle scale, molto suggestiva, dove sono andato a raccomandare al Capo lassù che non mi lasciasse solo, magari un angioletto, visto la quantità di strada che intendevo affrontare...
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA005.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA005.jpg)
Adesso si scende dalla Cisa e la strada è bellissima, molto migliore della salita. Punto dritto a La Spezia e da lì mi inoltro per le stradine del parco delle Cinque Terre... Incredibile! Non c'ero mai stato per stradine, avevo già fatto l'autostrada, ma le statali tortuose e divertenti che ci sono in quel posto incredibile non le avevo mai fatte. Perché tanto incredibile? Immaginate un tipico paesaggio di montagna, una tipica strada di montagna, a destra il costone della montagna che sale, i picchi, i boschi, tutto tipicamente montano... ora guardate giù... no, non c'è il fondovalle, c'è il MARE e che mare! di un azzurro stupendo, che si perde all'infinito, con le propaggini dei colli e dei monti, molti terrazzati ad accogliere uliveti e vigneti, che si spingono nell'acqua azzurra a formare golfi e insenature e ogni tanto un paesino su un colle, come sospeso tra il mare e il cielo! un posto incantato, ve lo assicuro!
http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/thumb_RDGA008.jpg (http://www.er6italia.com/cpg/albums/userpics/11946/444/RDGA008.jpg)
La prima notte l'ho passata lì, a Leivi, in una alberghetto niente male se non per la istintiva antipatia che ho avuto per il gestore, rafforzata poi dai suoi discorsi generalizzati sugli utenti delle due ruote. Fare di tutta l'erba un fascio non va bene, e io penso di aver visto molti più pazzi con in mano un volante che non un manubrio. Il tipo non era affatto ligure, non vi dirò di dove era per non fare razzismo.
La mattina dopo si riparte e raggiungo Genova, da qui decido di prendere l'autostrada (per fare prima, la statale che segue la costa è intasata come uno stitico cronico). E qui comincia un piccolo calvario... le indicazioni non sono affatto chiare, l'autostrada intorno a Genova è incredibilmente contorta e complicata e così sbaglio! Un incidente crea una coda paurosa e rimango più volte bloccato in galleria con tutti, camion compresi, che tengono il motore acceso... non so come ne sono uscito vivo, credo il momento più brutto di tutto il viaggio... Finalmente abbandono Genova e il traffico si fa veloce. L'autostrada in Liguria è un'ottovolante! sbuchi dalla galleria e ti trovi su un altissimo viadotto e vedi il mare e un panorama incredibile fino alla galleria successiva, di tunnel in tunnel, tutto un susseguirsi di tuffi al cuore! ti viene voglia di alzare le braccia e urlare! come si fa a Gardaland!
Finalmente arrivo a Menton, bellissima città, non la conoscevo, la parte storica affacciata sul mare è veramente bella.
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NB: Questa foto non l'ho scattata io, l'ho presa da internet, non ricordo dove, è solo per avere un'idea del posto.
Qui comincia la mitica Route des Grandes Alpes! Una strada meravigliosa che attraversa un bel pezzo di Francia, da Menton a Thonon les Bains che è sul Lago di Ginevra. Ci sono più varianti lungo la strada, io ho scelto un percorso di oltre 700km, attraversando passi incredibili, tra cui il più alto d'Europa (no, non è lo Stelvio, è solo terzo).
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Comincio a salire, verso il Col de Castillion (708m), prosego fino a Sospel e trovo la prima brutta sorpresa, la strada è interrotta e mi tocca fare una deviazione passando per il Col de Braus (1002m) e poi per il Col de l'Orme (1000m). Non è un problema, se non che le strade fino al Col de Turini (1604m) sono uno SFACELO! rovinatissime, strette, piene di buche nell'asfalto riempite di brecciolino! L'incubo di qualunque motociclista. Per fortuna è solo una deviazione e non la norma. Proseguo per il Col St Martin (1500m) e arrivo che è ormai sera a St Sauveur Sur Tinée. I due hotel sono pieni e riparto sconsolato. Fuori dal paesino vedo un cartello pubblicitario di un "Auberge Restaurant" a 5 km in su, a Roure... Dopo una stradina quasi tremenda di 5 Km, eccomi in un paesino carinissimo arroccato sul fianco della montagna con un albergo bellissimo dove ho potuto gustare una magnifica cena da "gourmet", l'ospitalità e la gentilezza della ragazza con cui ho avuto a che fare sono state squisite e i prezzi modici. Ve lo consiglio, si chiama "le Robur" a Roure (1113m), un angolino di paradiso.
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La mattina dopo mi accomiato gustando un'ottima colazione (a parte il caffè!) e raggiungo il Col de la Couillole (1678m). Un bel pezzo di strada tra boschi e tornanti stupendi. Il profumo di quei boschi non sarà facile da dimenticare, profumo sì di pino, ma delicato ed inebriante... non per niente siamo in Francia... da qualche parte dovranno pur prendere le basi per i loro profumi. Il gioco comincia a farsi interessante, la strada impegnativa ma bellissima mi porta al Col de la Cayolle (2326m). I panorami cominciano a mozzare il fiato.
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Ci siamo, scendo verso Barcelonnette, dopo la quale si devia un pezzetto per raggiungere la Bonette, la strada percorribile in auto più alta d'Europa e inebriato al pensiero vado, vado, giro qui, no, più avanti, sarà qui? Sì, giro; avanti, avanti, strada larga e bellissima, ma non sale tanto... un paesino?... chiedo? mmmh non mi ispirano quei ceffi, proseguo, "Maddalena"? Il cartello dice "Colle della Maddalena 1991m", un altro cartello indica "Lago della Maddalena" che vedo, molto vicino; è il terzo cartello che mi, hem, insospettisce: indicava la direzione per Torino! Oops... Che abbia sbagliato? In effetti avevo sbagliato ed ero andato molto più avanti prima di svoltare... Ma non potevo arrivare fin lì e non "fare" la Bonette! E così, chi non ha testa ha ruote e sono tornato indietro. Finalmente imbocco la strada giusta che sale, sale, posti incredibili... rocce, corsi d'acqua che sgorgano da mucchi di rocce, un'erba di un verde... così VERDE che non so descrivere.
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Fermarsi su una piazzola e guardare indietro la serie di tornanti già passati che si perdono verso la vallata dà una sensazione di appagamento incredibile.
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Sali, sali, il paesaggio sempre più brullo... sassi, ghiacciai, neve, e alcune piccole fortificazioni risalenti alla seconda guerra mondiale... strane, tetre e fuori luogo. Ci sono entrato (malgrado i divieti) e una scala di ferro scende in un profondissimo pozzo buio... solo cemento, ferro, paura, angoscia, questi posti trasudano sofferenza e ansia... andiamo via, al sole!
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Col de Restefond (2680m), ci siamo quasi; sali, sali, proseguo fino alla cima, se chiudi tutto il gas e aspetti un attimo la moto si spegne... poverina, soffre un po' l'altezza: Col de la Bonette 2802m! Il più alto d'Europa (alcune carte riportano La Bonette a 2715, ma questo prima che aggiungessero un pezzo di strada che gira intorno alla cima e incrementa l'altezza).
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Il paesaggio è... come dire... IMMENSO! Le foto non rendono alcuna giustizia alla magnificenza del luogo. L'alta montagna ha un effetto inebriante, distensivo, rappacificante... sarei rimasto lì ore a guardare in lontananza la corona di cime meravigliose oltre la valle... Ti rendi conto di quanto sei piccolo, di quanto sono piccoli quei problemi quotidiani che fino a due giorni prima sembravano schiacciarti e ringrazi chiunque o qualunque cosa ci sia stato per aver creato tutto questo e per averti permesso di vederlo...
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La cosa più sconvolgente sono però la quantità di ciclisti. Pensavo che pochi uomini al mondo fossero in grado di arrivare così in alto in bici, invece la Route des Grandes Alpes è piena di ciclisti. Sulla Bonette c'era anche una famigliola, lui in bici con un bimbo di un paio d'anni nel seggiolino e lei dietro in bici! COL SEGGIOLINO E IL BIMBO A 2802 m! A me sembra un'impresa mezz'ora di cyclette!
Ripartiamo va... Torno indietro e riprendo la mitica Route verso il Col de Vars (2108m). Splendidi panorami mi accompagnano fino al Col d'Izoard (2360m), con le sue spettacolari guglie di roccia che sbucano da distese di pietrisco.
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Raggiungo Briançon, dove trovo una stanza bruttissima e carissima... Ma la stanchezza è tanta e il mio povero deretano urla vendetta (dalle 9 alle 19 in moto è un po' lunga, ma farò di peggio...)
Il giorno dopo mi aspetta il Col du Lautaret a 2057m, Molto bello, tanti prati fioriti, una chiesettina con la bandiera francese che sventola e il ghiacciaio sullo sfondo.
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Poi volo verso la prossima tappa (è il caso di dirlo, visto che sono un intruso motorizzato sulle mitiche strade del Tour de France), il Col du Galibier (2642m) e sull'ultimo tornante un tizio mi fotografa e mi fa le dita a V... e questo chi è? Il tizio è un fotografo e ce ne è un altro sul primo tornante a scendere. In cima al passo c'è un furgone con attaccati fuori tanti biglietti da visita del servizio "GriffePhotos". Questi fotografano le moto, le bici e le belle macchine, poi ti scegli gli scatti sul loro sito e te li stampano e li mandano a casa. Le foto sono molto belle... un po' care, ma non potevo rinunciarci. Bella idea no?
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Via, verso il Col du Télégraphe (1556m) che doppio senza accorgermene (!) me ne sono reso conto quando mi sono fermato a chiedere e il tizio mi ha detto che la strada era giusta ma dovevo tornare indietro... col cavolo! Il prossimo appuntamento è uno di quelli importanti e preferisco non farlo aspettare.
All'improvviso, un ponte, una strettoia, una curva e di fronte a me si apre una valle enorme, con una lunghissima strada, dritta in un modo imbarazzante, con distese di giallo fieno tagliato ai lati... Devo dire un colpo d'occhio formidabile!
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Nella foto si vede anche "Charlotte la mascotte marmotte" che ho comprato sul Galibier e che mi ha accompagnato guardandomi le spalle per il resto del viaggio.
Accetto di buon grado qualche km dritto, tanto alla fine si ricomincia a salire e la strada si snoda (è il caso di dirlo) in un paesaggio verde e soave, il fiume, le rapide, le cascate, ogni tanto una stalla, le mucche che ti attraversano la strada, tanta gente si gode il posto meraviglioso...
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Anch'io vorrei sdraiarmi sull'erba in riva al fiume, ma la mia corsa ha (per scelta) tappe forzate, è una fuga, non so se da o verso qualcosa, probabilmente è la voglia di andare, andare lontano, senza preoccuparmi troppo e intanto riflettere un po'... io, le montagne, la mia moto e me stesso... quel me stesso che non ho mai il tempo e la calma per incontrare. La migliore psicoterapia che possa esistere per me.
E così, dopo una delle più belle e verdi strade in assoluto di tutta la Route, raggiungo il mitico Col de l'Iseran a 2762m, attualmente il secondo passo più alto d'Europa.
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Scendendo dall'Iseran si gode di una vista fantastica che non ho potuto immortalare per ragioni di sicurezza (come tante altre, purtroppo): tutto l'abitato di Val d'Isere, con dietro due monti come a proteggerlo e nello spazio a V che si forma tra i due monti si intravede il lago du Chevril. Veramente fantastico... quella foto non fatta mi è rimasta sullo stomaco!
Dopo aver percorso per sbaglio la spettacolare diga sul lago du Chevril ed essere tornato indietro... macino ancora parecchi Km e un notevole tratto di strada mi porta sul Cormet de Roselend (1968m) per poi scendere verso il lago di Roselend girandoci intorno per un pezzo.
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Dopo il lago la sequenza continua tra i miei "oooh" di meraviglia (per fortuna che il casco è integrale, se no chissà quante bestie avrei mangiato) con il Col des Saisies (1650m), il Col des Aravis (1486m) e il Col de la Colombièr (1613m).
Dopo una ricerca infruttuosa abbastanza preoccupante che mi tiene sulla moto più a lungo di quanto vorrei (o vorrebbe il mio deretano), trovo una stanza in un onesto Hotel a Cluses, dove esco a fare un giretto a piedi e a cenare in un simpatico locale.
La mattina dopo, parto verso le 9 e mi dirigo verso il Col des Gets (1100m) e, con un po' di tristezza, verso la fine della mia fuga, la fine della Route des Grandes Alpes: Thonon les Bains, sul lago di Ginevra, che è in parte in Francia.
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A questo punto l'idea era di rientrare a Trieste passando per l'arco alpino e godermi le mie amatissime Dolomiti, ma il budget era superato da un pezzo e il tempo a disposizione scarseggiava... Così ho deciso di concedermi un finale degno della Route, passando in Italia attraverso il passo del Gran San Bernardo e poi fare Aosta-Trieste in autostrada per dormire a casa quella sera stessa. Così, costeggio il lago verso la Svizzera, fino a Saint-Gingolph (mezza francese e mezza svizzera). Scendo a Monthey, poi Martigny e quindi dirigo al Gran San Bernardo. La strada a salire è stupenda, il posto è incantevole, la montagna è fatta di una stupenda roccia luccicante che sembra metallo grezzo. Ci siamo, Col du Grand St-Bernard, 2473m,
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si supera una costruzione caratteristica con un corridoio a ponte sulla strada e si apre alla vista un panorama talmente "da cartolina" che sembra finto... il lago, le costruzioni alla frontiera, la corona di cime dietro, un cielo fantastico... meraviglioso.
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Passo la frontiera e pregusto già un vero caffé appena mi sarò inoltrato abbastanza in Italia. Dirigo ad Aosta, prendo l'autostrada, Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Venezia, Trieste... caldo, camion, pazzi e stupidi al volante superano in numero gli automobilisti corretti, un ragazzino idiota con una Ducati Hypermotard che non ho inseguito per menarlo solo per prudenza, puzza, autogrill sporchi, traffico, code (da Portogruaro fino a Trieste), stanchezza... il sogno è finito e arrivo a casa verso le 23 del venerdì 7... circa 14 ore in sella... se vi dico che avevo delle escoriazioni dove passano gli elastici delle mutande mi credete? Fareste bene.
Percorsi 3205Km in totale di cui 905 nel w.e. a Venezia e i restanti 2300 in 5 giorni da Venezia a Trieste passando per la Route Des Grandes Alpes.
Quando mi sono fermato a pregare sulla Cisa devono avermi ascoltato: nessun contrattempo, nessun problema fisico o meccanico, neanche una goccia di pioggia... devono volermi bene lassù... chissà perché!
La Zetina è una gran moto... se qualcuno medita il passaggio, e ama il genere, si tolga pure i dubbi!
Mi scuso per la lunghezza del post... e mi sono pure trattenuto, ci sarebbe stato molto altro da raccontare... Come il tir di traverso su una strada di montagna :shock:
Non so se sono riuscito a sfuggire a quello da cui fuggivo, forse sì; non so se sono riuscito a raggiungere quello che inseguivo, forse sì; sicuramente questa avventura mi ha portato più vicino a me stesso e al significato della vita che viviamo. Mi ha reso più consapevole di quelle che sono le cose importanti, quelle che diamo per scontate ma sono le uniche che contano: l'amore sincero della donna che ami, l'abbraccio dei tuoi figli, vivere insieme in armonia... sperando che la salute ci assista. Tutto il resto, TUTTO il resto è solo marginale.
Ogni tanto prendete la moto e andate sulla montagna più vicina, spegnete il motore e ascoltate voi stessi.
Bye! Roberto
Qui trovate tutta la gallery: (http://www.er6italia.com/cpg/thumbnails.php?album=444)enjoy!
:moto