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Originariamente inviata da pukin
@ Fabiulus: Il problema è che i carburanti alternativi e pseudopuliti richiedono di convertire le coltivazioni destinate a prodotti alimentari in coltivazioni destinate alla produzione di oli vegetali, sui quali si basano i processi chimici che danno origine, ad esempio, al tanto acclamato biodiesel.. che tra l'altro le stesse compagnie petrolifere già producono e vendono, mescolato al gasolio comune.
Da qui una serie di conseguenze per i consumatori come ad esempio l'aumento apparentemente ingiustificato del prezzo del pane.. cioè, non è che dall'oggi al domani tutti i fornai decidono di comprarsi una bentley eh? Per me non è questa la strada.[...]
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NI
I carburanti pseudopuliti ... chiamali biodisel biociccia ... ci sono da anni ... ma non è difficile produrli, soprattuttto da quando esiste il modo e lo si sta ottimizzando.
L'Italia, però, risulta ancora una volta "SUPERATA" dal resto del mondo essendo l'unica che ha emesso oramai oltre 10 anni fa una legge che garantiva un contributo statale a chi, possessore di terreni agricoli, ne teneva INCOLTIVATO il 10% ... ovviamente tenuto pivo di erbacce e/o affini.
Ancora oggi questo non è cambiato.
In Italia, quindi, io sarei più rigido e destienrei IO STATO chi fa cosa e non lasciando al caso la gestione.
Non deve capitare che il 90% dei terreni agricoli producano grano ed il 10% mais bietole ecc.
Gestire un'agricoltura significa anche destinare i terreni.
Quel 10% incolto sarebbe da destinare a piantaggioni di girasoli (da cui si estraggono i principali "biocarburanti").
La realizzazione di "raffinerie" statali, poi, abbatterebbe sicuramente gli attuali prezzi dei combustibili!
ma, parliamoci chiaro, le previsioni sono che entro 100 anni non vi sarà più petrolio e/o materiali radioattivi da utilizzare per le centrali nucleari (in alcune riviste per queste ultime si parla "ottimisticamente" di 80 anni)....
Fabiulus