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19/02/07, 21:18 | #25 |
Visitatore
Messaggi: n/a
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"La moto e le emozioni La moto non è solo un mezzo di trasporto e essere motociclisti non significa solamente spostarsi su un mezzo a due ruote. E’ qualcosa di più. Molto di più. E’ un modo di essere, è passione, è divertimento, fuga, libertà, è rumore che ti dà silenzio senza parole nè dette nè sentite, senza finzioni con te stesso e quello che sei; stare dentro il casco per centinaia di chilometri fino al prossimo rifornimento; mentre il vento che hai contro rende tutto più vero o il sole al tramonto lo trasforma in un sogno. Sì perchè la moto è soprattutto viaggio e in quel viaggio c’è il viaggio di tutti i giorni. C’è la strada dritta, quella maestra, che devi solo percorrere; c’è la strada tortuosa con curve aperte dove pieghi senza pietà; o con curve chiuse con l’attenzione ad accarezzare la traiettoria giusta. C’è la strada col fondo accidentato e quella col fondo perfetto. Ci sono le cadute e, devi rialzarti e rimontare in sella. Un motociclista di Padova molto più grande di me che incontrai a Rostoff mi disse ”Chi va in moto come chi va nella vita sa già che prima o poi cadrà e si rialzerà“. Ci sono le soste. E arriva anche il momento in cui devi inchinarti a qualcosa di più grande di te. Avete mai guidato con vento laterale a raffiche di parecchie miglia orarie? No perchè vi dovreste fermare! Se la forza della natura di scatena sottomettiti e spera che si calmi. Ti farà capire i tuoi limiti. Ma poi quanto è bello ripartire e quanto è bello raggiungere la tappa che ti sei fissato!?! E alla fine di tutto dici: ma pensa tu! ho fatto migliaia di chilometri, sono stato fuori decine di giorni e quella pochissima roba stipata nei bauletti alla bene e meglio m’è bastata e avanzata. Di quanto poco avremmo bisogno e quanto invece andiamo a cercare. Con la moto viaggio da tanti anni, ho girato quasi tutta Europa e oltre. Sono stato in Francia, in Irlanda, in Inghilterra, in Grecia, in Spagna, Turchia. Si possono raggiungere dei posti inimmaginabili se hai la moto adatta. Puoi andare in posti dove nessun altro mezzo può arrivare. Poi sapete che ogni motociclista ha un vezzo: il mio è quello di portarmi dietro una maglietta con una scritta in romanaccio che dice “Che te credi che sto a pettina ‘e bambole?“. La tiro fuori per la foto ricordo di rito nel posto più lontano da Roma che raggiungo in quel determinato viaggio, quasi a voler dire hai visto quest’anno dove siamo arrivati. Qui sono a Santiago de Compostela in Spagna (ultimo viaggio agosto 2006, 5000 Km), qui a Pamukkale in Turchia (agosto 2005, 4700 km) dove ci sono le piscine di calcare, un posto lunare, qui una foto al tramonto in Sardegna. (emozione e divertimento). Sulle moto si sono scritte molte canzoni, ma soprattutto delle bellissime pagine. Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, di Robert M. Pirsig, edizioni Adelphi e In Vespa. Da Roma a Saigon, di Giorgio Bettinelli, edizioni Feltrinelli". Queste parole non sono mie e non voglio insegnare niente a nessuno. Solo dire che la moto ti deve dare emozioni. Il resto è noia, come diceva un tale. |
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