Passeggiata di primavera

Sabato: in giro tra le curve cosentine per un viaggio non proprio turistico. Con Mako che sgasava col suo nuovo marmittone e Giugiu, falso modesto, che ci dava dentro appena poteva. Io seguivo e basta.
Insomma, il gusto della giornata è stato all'insegna della guida e dello stare insieme.

Domenica mattina, due passi per Cosenza con un dilemma: prendo la moto oppure no? Fino all'una non ci pensavo proprio, stavo bene passeggiando tra le bancarelle della fiera di San Giuseppe. Ma a casa, dopo pranzo, non potevo più resistere. Il clima, il sole, il tempo a disposizione mi hanno invitato e sono andato.

Cosenza-Tarsia, un centinaio di chilometri macinati lentamente. Prima tappa il traffico della città. Sto migliorando. Mi è piaciuto aggredire quel piccolo spazio tra un'auto e l'altra. E poi via, per la strade di campagna, lentamente ma non troppo. Alzando spesso la visiera per sentire il vento. Assaporando il profumo d'erba e di camomilla. Oppure quello del fumo di sterpaglia o di stalla.
Viaggio solitario, ma non troppo. Ho incrociato molti motociclisti. Alcuni hanno lampeggiato, altri hanno salutato alzando la mano. E' stato bello sentire lo spirito di "corpo". E' stato brutto, invece, sentire ad un millimetro quel pirla col motard che mi ha superato a 1000 all'ora. Voleva dire: "Io guido". E perché, io che stavo a fa?
Verso Tarsia il vento si è fatto sentire e la moto si comportava più da vela che da due ruote. Ma tant'è. In compenso il sole del tardo pomeriggio giocava con i colori degli alberi e mi faceva divertire. Mi sono sentito bene, al sicuro;
Il ritorno. Meno poesia, più divertimento. Ho accelerato bruscamente, ho piegato, ho superato chi davanti mi rompeva le scatole per poi ritornare alla solita andatura touring. Fine della giornata. E ora mi ritrovo qui, davanti al pc, per raccontarvi l'ultimo giorno della settimana. La prossima non promette bene

tra un po' allego le foto