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Vecchio 17/07/07, 10:59   #1
smilzo
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predefinito Tra due Parchi: Prima parte - Gran Sasso

TRA DUE PARCHI

Parte Prima: Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

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Due lunghe gallerie che corrono sotto terra per 10 km, si inghiottono altrettante strisce di asfalto immerse in un verde intenso all'ombra di una vetta rocciosa, poi solo natura. Tutto qui, per fortuna, l'intervento umano nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
L'autostrada, unico vero segno invasivo in un parco che ancora resta per gran parte selvaggio e poco frequentato. I piccoli borghi che di tanto in tanto si incontrano, conservano ancora tutto il fascino di un tempo.
Tutto attorno il parco. Sospeso al centro dell'Appennino, tra Tirreno e Adriatico, dove dall'alto dei suoi 2900 m domina la nuda roccia del Corno Grande.

Gran Sasso d'Italia: il Corno Grande
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Gran Sasso d'Italia: il traforo
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Una lunga striscia d'asfalto attraversa lenta tutto il parco. Si insinua, si dirama, attraversa valli e piccoli borghi. Sale sui fianchi dei momti. a volte è una lunga striscia di asfalto, altre volte diventa bianca e polverosa. Ci trasporta tra case di pietra, torri e antichi castelli, che fanno la guardia al lento scorrere del tempo.

Castel del Monte sorge sul fianco scosceso di una montaga.
Sospeso tra campo imperatore e la vallata sottostante. Poche case attorno a un vecchio centro storico in totale ristrutturazione.
Gruppi di anziani seduti ai tavolini dell'unico bar, che si affaccia sulla piccola piazza dove borbotta la fresca acqua di una fontana. I rumori sordi delle città qua non arrivano.

Castel del Monte
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Rocca Calascio domina dall'alto della sua bianca rocca tutto il versante ovest, strizzando l'occhio, in lontananza, ad est al Corno Grande.
Maestosa e imponente questa rocca ispira leggende e fantasie medievali. Non a caso è stato il set del film Lady Hawke.
Invidiabile punto di osservazione sulle vie circostanti. In lontananza si scorge il piccolo borgo di Castel del Monte, mentre ancora più lontano, si erge la scura sagoma della Maiella.
Da qui si gode davvero di un panorama fantastico. l'intervento dell'uomo si è limitato al puro restauro e solo le macchine dei pochi turisti ci riportano al ventunesimo secolo.

Rocca Calascio
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Lasciati i 1500 metri di quota di Rocca Calascio, la strada prosegue sinuosa e deserta snodandosi tra una campagna intrisa nel profumo di fiori di ginestra, attraverso borghi, masserie e ovili fino a giungere a Santo Stefano di Sessanio.
Il piccolo borgo medievale si mostra in tutta la sua antica integrità. Il paese e quasi totalmente ristrutturato, ma nonostante cio non c'è segno alcuno della modernità. L'utilizzo di materiali di recupero, originari del luogo hanno permesso di riportare questo splendido gioiello d'Abruzzo agli antichi splendori. restituendoci un borgo totalmente integro come lo era al tempo che fu.
Girando per gli stretti vicoli e su per le scalinate, si scorgono minuscole botteghe artigiane e si svelano scorci incantati e sospesi nel tempo, fino a giungere alla torre centrale, dal cui culmine ci si rende conto della singolare bellezza del posto e da dove si gode di una vista incomparabile sulla campagana circostante.

Santo Stefano di Sessanio
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Lasciato il versante storico, gli scenari cambiano , fino ad arrivare nel cuore del parco.
Un vasto altipiano tra le montagne percorso da una lunga strada che dal fondo valle di Assegi da un lato e da Isola del Gran Sasso dall'altro, culmina ai 2100 merti di campo Imperatore.
Lunghi rettilinei e morbide curve tra pianure vastissime o aggrappati lungo morbidi crinali, fino a giungere al cospetto del monolitico Corno Grande.
La sensazione è quella di essere infinitamente piccoli e fragili, davanti a una natura perennemente spazzata dal vento e circondati da decine di montagne brulle. Di tanto in tanto un gregge di pecore o una mandria di mucche al pascolo. Poche macchine.

Campo Imperatore
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Gli ampi spazi del versante orientale che caratterizzano campo imperatore, lasciano il posto sul versante orientale, a strette strade tra gole a fondo valle e ripidi tornanti in quota.
La strada che costeggia la valle del Vomano e poi sale verso Pietracamela si snoda sinuosa fino a Prati di Tivo.
In cima ci aspetta il grande piazzale al cospetto del Gran Sasso e proseguendo lungo una strada sulla destra si entra in un fresco bosco al cui termine lo visuale si apre a destrasul massiccio del Corno Grande e davanti degrada in uno strapiombio di centinaia di metri offendo lo sguardo a tutta la provincia di Teramo fino al mare. Meraviglioso!!!
Un Cristo in bronzo vigila sulla vallata. La natura esplode in tutti i suoi colori!!!

Prati di Tivo
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Tornando a valle, la statale prosegue lungo il Vomano e pian piano ci troviamo immersi nel verde pungente dei Monti della Laga.
Montage più basse rispetto al Gran Sasso, ma coperte da un folto manto di foreste, che viste da lontano le rendono simili a un morbido tappeto dalle mille tonalità.
Proseguendo per un bel tratto tra valli e poggi, si arriva alle gole del salinello. Il fiume scorre invisibile a fondo falle, scavando un profondo solco tra le montage.
Solo in riverbero delle sue acque che si infrange sulle pareti rocciose e che crea un eco alterno, ma incessante, fa intuire il suo passaggio inesorabile tra le rocce.
Arrivati a Macchia di sole, un breve sentiero ci apre la strada verso le rovine del catello di Manfrino.
Ruderi che sporgono tra macchie del verde e del giallo delle ginestre che dipingono la vallata fino alla base del castello. Un tempo a vedetta della zona fino a scorgere in lontananza il mare, oggi rudere solitario e dimenticato.
Un cane del posto decide di farci da guida fino al castello, come se fosse stato li proprio ad aspettare noi.

Monti della Laga: Gole del Salinello
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Atraversare i monti della Laga è come passeggiare in un giardino sconfinato.
Monti ammantati di foreste di castagni a quote basse che poi mutano quasi senza soluzione di continuità in boschi di abeti di un verde scurissimo.
Poi all'improvviso si apre come uno squarcio un pascolo, per poi subito richiudersi e il bosco torna padrone.
Senza quasi accorgercene siamo al lago di Campotosto.
La strada disegna tutto il perimetro del lago passando da piccoli paesino e immerso tra i prati che degradano dalle montagne con in lontananza sempre lui che vigila sornione. Il Gran Sasso.

Lago di Campotosto.
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Da qui il viaggio prosegue verso il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma questa è un'altra storia......

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