Tra due Parchi: Seconda parte - Monti Sibillini

TRA DUE PARCHI


Parte seconda: Parco Nazionale dei Monti Sibillini

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Il paese dei due parchi. Arquata del Tronto con la sua rocca domina sospesa lungo la via Salaria con lo sguardo a metà tra Sibillini e Gran Sasso.
Poche case, ma in posizione strategica. La Salaria scorre a valle aprendo la strada verso Roma o Ascoli Piceno.
davanti la Laga e il Gran Sasso e alle spalle lo scenario dei Sibillini.

Arquata del Tronto
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La porta per i Sibillini è aperta. La strada dopo un primo tratto tra cavalcavia e gallerie si trasforma in salita di montaga e tornante dopo tornante ci conduce a Forca Canapine.
Se il Gran sasso pareva deserto, qui l'atmosfera è quasi primordiale.
Stazione sciistica in inverno e porta del parco a sud, Forca Canapine in questa stagione, si riposa dalle fatiche invernali regalandoci magnifici scorci sospesi tra il Pian Grande, vero cuore del parco e la morbida e docile piana di Norcia.
Totalmente coltivata, tanto da sembrare una coperta patchwork.

Forca Canapine
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Forca Canapine: il Pian Grande
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Forca Canapine: la piana di Norcia
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Siamo dentro.
Il parco si snoda tra un'alternanaza di poreste e prati, inerrotti di tanto in tanto da un borgo arroccato su un crinale o in riva a un fiumiciattolo.
Lungo il confine ovest dove corre la strada che da Norcia porta a Visso passando per Preci, si incrocia il fiume Nera che inerrompe il biondo ondulare dei campi di grano, con le sue profonde gole rocciose fino a Visso dove il fiume scorre fragoroso tra le case.

Da Norcia a Visso
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Visso
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Poco a poco il paesaggio muta, sembra diventare più arido e la vegetazione cambia. Tutto attorno ancora alte vette, ma lungo la strada a fondo valle compare anche qualche pino e addirittura a tratti, sembra di essere immersi nella macchia mediterranea.
Poi d'un tratto si manifesta l'imponente monastero di Macereto.
si erge lì, solitari, nel mezzo della campaga. quasi per caso. quasi per sbaglio, tanto all'improvviso appare alla vista.
Eppure tutto il complesso è imponente, a comunciare dalle mura che lo circondano, fino alla chiesa ottagonale, ch e si erge al centro della struttura.
Tutto in pietra bianchissima e molto ben curato.

Monastero di Macereto
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Tutto attorno solo montagne e natura!

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Proseguendo verso il lago artificiale di fiastra il paesaggio diventa decisamente più morbido e assume i connotati di una campagna ingentilita dalle colture.
La strada corre soffice lungo un fianco di un monte e poi sale fino a scoprire il lago dall'alto.
Acqua di colore turchese e una rigogliosa vegetazione tutto attorno, caratterizzano il lago che se pur artificiale, si incastra bene ne paesaggio.
C'è qualcuno che fa il bagno, chi prende il sole. altri se ne stanno comodamente lungo le rive a pescare.

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Lago di Fiastra
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Tornando verso sud, si incontrano i paesi di Castel Sant'Angelo sul Nera e Ussita, fino a giungere a Forca di Gualdo da dove si domina il Pian Perduto (Pian Piccolo).
Sullo sfondo la sagoma di Castelluccio di Norcia sulla destra e quella del monte Vettore sulla sinistra. Oltre il Pian Grande.

Pian Perduto
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Superato castelluccio di Norcia siamo alcospetto di uno spettacolo unico.
Il Pian Grande è in piena fioritura.
Grazie alla coltivazione della lenticchia in maniera naturale, senza diserbanti chimici, i parassiti di questo legume possono tranquillamente prolificare.
Così, centinaia di migliaia di fiori crescono spontaneamente macchiando, questa piana a 1300 metri di quota tra le montagne dell'Appennino, di mille colori.
Una tavolozza colorata che esplode dentro gli occhi.
Tutto attorno ci troviamo immersi tra papaveri e fiordalisi. Intere distese rosse o blu.
A volte i colori si mescolano e il blu si confonde al rosso o al bianco delle margherite senza poter ben identificare una linea netta dell'orizzonte colorato, quasi che questa sinfonia non abbia ne una fine ne un inizio, ma come se ci avvolgesse da ogni parte.
L'occhio non sa dove guardare quasi impazzito dalla moltitudine di tonalita da catturare.
Poi il giallo compare timido e pian piano, sempre più forte. Dopo torna il rosso, il blu, ancora il giallo e il bianco e poi tutti assieme.
Meraviglioso.
La perenne brezza che spira in questi luoghi crea un movimento costante e la tavola dei colori prende vita e danza sotto il colpi ora morbidi, ora decisi del vento.
La luce del sole esalta il verde dell'erba che intervalla i colori dei fiori rendendo tutto simile a un enorme sacchetto di coriandoli lanciato in aria dai toni vivissimi!

Pian Grande: la fioritura
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Che altro dire. Il parco offre ancora tante possibilità, ma la città ci chiama a se!

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