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Si | 53 | 32.72% | |
No | 103 | 63.58% | |
Non ho ancora deciso | 6 | 3.70% | |
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13/12/09, 01:42 | #11 |
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Re: Il ritorno al nucleare.
@ Phos: Gli studi economici di settore non calcolano mai la contribuzione pubblica, ma il puro costo industriale. La contribuzione pubblica è una variabile indipendente che certamente conta (e hai senz'altro ragione: anche molto ai fini pratici. Basta prendere il solare... esiste solo in forza dei contributi pubblici), ma non può essere accolta sui modelli teorici perchè non avrebbe alcunchè di fondato ai fini di un ragionamento.
@ Zainer: senza arrivare al tuo stesso pessimismo, concludo in linea con te nel mio primo post. Non vado avanti nel ragionamento perchè violerei di sicuro il regolamento... Intervengo solo per la parte della riduzione de consumi: forse mi sono espresso male e non mi son fatto capire... Non intendenvo dire che non si debba cercare di ridurre i consumi attraverso usi più effcienti dell'energia. Intendevo dire che non è però questa la strada su cui è possibile impiantare una politica energetica. Va benissimo cercare di ridurre i consumi, ma questa è una politica collaterale. Ridurre i consumi ed efficientare il sistema energetico rallenta il manifestarsi dei problemi fondamentali, ma non li risolve. Infine una nota sulle ricchezze italiane... La vera ricchezza non è il sole e il vento (con le quali non si potrà mai superare più del 20% del fabbisogno per gli ovvi problemi di incostanza produttiva), ma le montagne. Abbiamo montagne in tutto il paese! L'idroelettrico dovrebbe essere il vero asse portante del nostro paese. è pulito (assai più del solare), economico (è una delle centrali meno costose in assoluto perchè semplicemente dinamica e non termodinamica) ed efficiente. Ma siamo italiani.... e solo gli italiani potevano organizzare una roba come il Vajont !! Ora, come alternativa di supporto, ci siamo lanciati sui rigassificatori.... Non fosse macabro, scommeterei su una tragedia in uno dei rigassificatori nell'arco dei prossimi 25 anni...
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