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16/01/13, 19:02 | #1 |
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Registrato dal: Mar 2010
Moto: Honda CB 1100, ex ER 6 N
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Messaggi: 28
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Le Marche in moto
I violenti deliri di luce stroboscopica ingigantivano Riccardo, avvolto dai bagliori metallici
riflessi dalla tuta da motociclista. Con urla roche di odio che infiltravano distorsioni negli angoscianti tuoni musicali, Riccardo roteava a due mani una sedia frullando suoni e luci in un inviluppo che in un infinitesimo mi raggiungeva, spegnendo l'immagine dell'incantevole brunetta a me vicina. Questo è il ricordo della nottata in discoteca. Non il ricordo di un sogno: ne rende testimonianza la vasta ferita al capo, per la quale fui ricoverato in ospedale. In seguito, questa volta sì in un incubo tormento del raro sonno, Riccardo mi agghiacciava assumendo le sembianze di un apocalittico mostro, le cui tre minacciose teste d'acciaio improvvisamente si agitavano in un vorticoso ripetuto rimbalzo. Ridotto a un vetro spezzato senza riflessi, dimesso dall'ospedale ho restituito al diavolo il gotico, la discoteca, l'esaltazione dal trascinante barocco cristallino di Domenico Scarlatti e financo lo zio Jack (Jack Daniel per chi non lo conoscesse). Cercavo luoghi in cui lasciarmi carezzare dalla quiete. Ero certo di trovarli là, fra le strade già percorse con la mia moto, che attenuava la propria voce in un sussurro rispettoso del silenzio emerso dai seni della terra e diffuso dalla brezza. Là dove l'uomo ha saputo umilmente apprezzare la creazione, adeguandovi le proprie opere, nello stupore della scoperta della naturale composizione pittorica del paesaggio. Mi era di compagnia, la mia moto, nella contemplazione delle balze dei colli che scendevano oblique al mare, del cielo che risale dall'azzurro mite dell'orizzonte portando, in un'aria leggera, profumi di salsedine lontana e di ginestre più vicine. Se anche voi desiderate andare là, nelle Marche, andatevi con la vostra moto. Una volta fermi per godervi il paesaggio lei, come tutte le cose che amate, esisterà accanto a voi facendovi percepire, pur nella propria passiva materialità, la sua silenziosa presenza, quasi in una condivisione di sensazioni, per nulla turbando la quiete del vostro raccoglimento interiore. Ho scritto queste righe condizionato dal riuscitissimo avatar di Nixon. Spero che lui non me ne voglia.
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Renato Bossi |
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