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Vecchio 16/02/06, 15:38   #1
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predefinito Un "Viaggio" in solitaria....

Entro in punta di piedi.........so che questo è un forum di ERrinisti,ma un viaggio su due ruote è meraviglioso ed affascinante a prescindere dalla moto con cui si intraprende,quindi se non vi offendete e non vi da fastidio mi accingo a raccontarvene uno un po' "strano"......non il solito giro in moto.
Se i moderatori riterranno che è fuori luogo,cancellino pure senza pietà



Il viaggio in moto è una delle esperienze più belle (per quanto mi riguarda) che si possa fare.

Farlo in solitaria non è che mi abbia mai ispirato più di tanto ma,essendone in qualche modo costretto al rientro dalle vacanze in Sicilia (……minchia,la MIA TERRA!........si può dire terra?!)ho fatto di necessità virtù,cercando di affrontare i quasi 1500 Km che devo percorrere per tornare a casuccia,nella maniera meno noiosa possibile.

In realtà questo non lo considero un vero e proprio viaggio;viaggiare in moto per me non implica un luogo di partenza ed uno di arrivo,dove il viaggio stesso è solo un noioso trasferimento,ma andiamo con ordine.



Il viaggio inizia già dalla preparazione del bagaglio.Un occhio di riguardo deve essere dato al bilanciamento dei pesi,facendo si che il peso stia in basso quindi nelle valigie laterali,lasciando il bauletto posteriore alla stregua di un cassettino portaoggetti dove poter riporre con comodità i propri effetti personali,la tuta antipioggia ed altri oggetti leggeri,cercando di non riempirlo troppo.

La borsa da serbatoio invece va riempita di oggetti poco ingombranti e di un certo peso,in modo da appesantire un poco l’avantreno che altrimenti mi trasmetterebbe una strana sensazione di galleggiamento.


OK,tutto è pronto,carico la moto,saluto Mamma Papà ed i vicini di casa,mi bardo come un vero motociclista e parto.

Sono le sette del mattino ed il sole è già sorto da almeno un’ora e mezza;devo cercare di togliemi dall’afa estiva nelle prime ore del mattino se non voglio ritrovarmi lesso in Calabria.Esco dal paese(Fondachelli-ME) ed imbocco la strada che costeggia il torrente “Patrì” e che mi condurrà a valle fino all’autostrada.A quest’ora del mattino,nella valle attraversata dal torrente,l’aria che arriva dal mare è piacevolmente fresca,e mi aiuta a svegliarmi del tutto cosicché arrivo mezz’oretta più tardi bello arzillo a Barcellona Pozzo di Gotto,all’imbocco dell’autostrada Palermo Messina.Questo breve tratto di autostrada di 45 Km lo macino in poco tempo,rallento volutamente solo all’uscita dell’ultima galleria che mi prepara ad uno spettacolo mozzafiato,dalla galleria al viadotto….ecco...ci siamo...è come un sipario che si apre davanti ai miei occhi,regalandomi un panorama che ha pochi eguali in Italia.Da quassù si sovrasta Messina e lo stretto omonimo,solcato dalle navi-traghetto che fanno la spola con la costa Calabrese a Villa San Giovanni,anche lei perfettamente in vista.L’aria di mare mi investe con tutta la sua fragranza,che unita alla vista che si staglia di fronte mi lascia senza fiato.


Arrivo al porto,le pratiche per l’imbarco sono molto rapide ed in men che non si dica sono a bordo della nave.Parcheggio la moto,metto un elastico alla leva del freno anteriore per sicurezza,scendo dalla moto e mi accendo una sigaretta.Rimango sul ponte,a fianco alla Tiddì,affacciato a guardare la costa Siciliana che si allontana inesorabilmente……..so che la rivedrò,ma l’effetto che mi fa quando me ne vado è sempre lo stesso da quarant’anni,non credo che mi ci abituerò mai.


Sono circa le 9,30 quando arrivo al porto di Villa e scendo dalla nave,costeggio per 1 Km il porto che mi regala ancora la vista sulla stretto,imbocco la curva a sinistra che mi immette in autostrada e fa si che mi lasci tutto alle spalle…..adesso mi aspettano un mucchio di Km senza interruzione.

L’autostrada però mi annoia quindi decido di fare un po’ di statale;l’unica che mi consente di non perdere troppo tempo è la SS 18 “Tirrenia inferiore”.Percorro quindi i 130 Km che mi separano dall’uscita di “Falerna” in un’oretta scarsa,e prima di uscire dall’autostrada mi fermo in un’area di servizio per il rifornimento ed una sgranchita alle ginocchia.Riparto dopo un quarto d’ora e imbocco la SS18,che costeggia il mare.Qui il traffico è scarso e la strada rettilinea e,tranne che nell’attraversamento dei centri abitati,mi permette di tenere una velocità di crociera intorno ai 100 Km/h.Ogni tanto la strada si inerpica un po’ per superare alcune scogliere a picco sul mare regalandomi una vista su chilometri e chilometri di spiaggia libera,dove si possono contare gli ombrelloni dei vacanzieri ad almeno cento metri di distanza l’uno dall’altro….qui si che hai la tua privacy!!

Nel frattempo comincia a farsi sentire un certo languorino,visto che è quasi mezzogiorno.Cerco quindi un bar dove potermi rifocillare e rinfrescarmi il gargarozzo con una bella birra gelata;lo trovo con una bella terrazza sul mare e mi concedo un’oretta di sosta.

Il sole picchia a quest’ora,e rischio di addormentarmi sulla sedia del bar,con l’aria fresca che mi trattiene incollato alla sedia ancora per un po’…….si,ancora un po’……


Ok,adesso è ora di ripartire,quindi pago,mi rivesto e mi metto in marcia.

Mi piacerebbe percorrerla tutta questa statale,che più avanti si inerpica nel parco naturale del Cilento,ma non me lo posso permettere,la strada è ancora lunga ed io devo arrivare almeno nei pressi di Roma per un’ora decente,in modo da trovare un albergo dove passare la notte.

Arrivato quindi a Maratea mi immetto sulla SS585 che si inerpica dolcemente sugli appennini verso il monte Sirino e mi accompagna fino a Lagonegro dove rientro in autostrada.Da qui tutta autostrada fino a Roma…..370 Km di noia totale,ma inevitabile se voglio spezzare il viaggio in 2 sole tappe.

Arrivo nei pressi della capitale intorno alle 17,30 e mi dirigo nuovamente sulla costa.Aspetto l’ispirazione,che mi intima di fermarmi a Ladispoli,dove fortunatamente trovo la sistemazione per la notte in un hotel a tre stelle,non troppo caro e con la possibilità di parcheggiare il "bestio" in un cortile interno.Qui,dopo una bella doccia ristoratrice ed una cena frugale mi piombo in un pesantissimo sonno.


Il mattino seguente mi sveglio di buon’ora,intorno alle 7.00,per fare colazione e riuscire a partire ad un’ora decente…..voglio cercare di attraversare la toscana a modo mio,tutta statale,che qui merita davvero.

Mi dirigo quindi sulla SP4 in direzione Lago di Bracciano e dopo aver costeggiato il lago mi immetto sulla SS2 “Cassia” in direzione Viterbo che a tratti è raddoppiata,e arrivo velocemente sul Lago di Bolsena.Qui la statale si fa più consona ai miei gusti e la percorro a velocità moderata,con il motore della fida Tiddì che borbotta sommessamente…..quasi sonnecchiando,e mi concede il lusso di guardarmi intorno e riempirmi gli occhi di bellezza……soprattutto a Bolsena(dove mi fermo per una sosta),frequentata da una fauna femminile variegata e di tutto rispetto


Mi rimetto in marcia dopo una mezz’oretta,di nuovo sulla Cassia in direzione Siena.La strada è molto bella,ed i paesaggi attraversati sono quanto di più rilassante l'occhio umano può percepire;la vista dei "poggi" sulle colline toscane,attraversate da filari di cipressi che delimitano la salita agli stessi,riporta la mente indietro nel tempo,forse complice un vecchio film di Benigni e Troisi(Non ci resta che piangere).Mi piacerebbe fare una deviazione su un'altra magnifica strada,la SS438 "Lauretana",che passa per Asciano nelle "Crete Senesi",un'altro angolo di paradiso,ma per questa volte non me lo posso permettere,avro sicuramente altre occasioni.
Arrivo a Siena e vado a spalmarmi in piazza del Campo,diventata per me una tappa obbligata.Non so perché ma questo posto mi trasmette una bella sensazione.La piazza è bellissima,fatta a conca che sembra un anfiteatro,nella strada che ne delimita il contorno,fatta in lastroni di pietra,c’è ancora la sabbia usata per il recente Palio,che va a riempire gli intertizi tra un lastrone e l’altro.Pur essendo frequentata da numerosi turisti è silenziosa,e questo silenzio antico è spezzato solo dal rintocco della campane e dal ronzio delle biciclette di passaggio……..ci pensa un’ape(piaggio) che trasporta fiori a risvegliarmi da questo torpore e a riportarmi nel XX secolo.


Si è fatto mezzogiorno e devo ripartire.

Mi immetto sulla superstrada che porta a Firenze,ma per pochi Km;l’intenzione e quella di uscire a Colle di val d’Elsa e percorrere la SS68 “Di val di Cecina” fino a Cecina appunto…..e via che si va!Questa è un'altra di quelle strade che ti rimangono nel cuore,sia per il divertimento di guida sia per i panorami che si incontrano.A tratti la strada si perde nel verde dei boschi,e la frescura che lascio entrare dalla visiera aperta odora di selci.
Arrivo nei pressi di Cecina intorno all’una e mezza e mi preparo per un’altra delle mie soste “obbligatorie”.Qualche anno addietro ho scoperto per caso una specie di “salumeria-bar”,l’insegna recita “tipicità toscane”, e da allora ogni volta che passo da queste parti all’ora di pranzo mi fermo per uno “spuntino”.Qui mi faccio uno SPETTACOLARE panino con la porchetta,fatto con due fette di pane toscano belle grosse farcite con 3/4 etti di porchetta che fanno loro,una bella birra gelata….e,rutto libero!…….ma chi è il Papa confronto a me?

Qui ci rimango almeno un’ora e mezza bissando con un altro panozzo al crudo,quello tipico toscano tagliato con il coltello…..una vera leccornia!!

Il proprietario del posto,tra l’altro,è originario di Torino,così tra un panino e l’altro non manca di chiedermi della nostra città e mi racconta un po’ di c*zzi suoi,mi piace starlo ad ascoltare....

Nel frattempo si sono fatte le tre del pomeriggio ed è ora di ripartire.Da qui in avanti farò solo più autostrada e conto di essere a casuccia entro l’ora di cena,e così sarà infatti.Percorro l’autostrada ad una velocità abbastanza sostenuta in modo da limitare la noia del percorso,così verso le 19,30 sono a casa.


Entro nel box con la mente che ripercorre il viaggio appena trascorso,e non manco di fare i miei buoni propositi per il futuro.Malgrado i Km non nego che mi piace l’idea di poterlo rifare,anche se il mio ideale sarebbe quello di farlo in compagnia di un amico motociclista(….anche due),spezzarlo in 5 o 6 giorni e percorrere solo strade statali,attraversare paesini,immergermi in questa umanità con più calma e gustarmi la gente che incontro che,strano a dirsi,quando sono in moto sembra sempre meglio disposta al dialogo.Gli anziani che incontri nei bar e ti raccontano con nostalgia di essere stati a loro volta motociclisti,i bambini piccoli in braccio ai genitori che indicano il tuo passaggio con il dito puntato dicendo “moto!moto!”……chissà poi perché i bambini sono sempre attratti dal passaggio di una moto… si,lo so,è banale….ma tutto questo mi far stare bene,mi fa sentire “cittadino del mondo”più di ogni altra cosa.


Ok….ok….adesso la pianto,ma se siete arrivati a leggere fino a qui vuol dire che in qualche modo non vi siete annoiati,e vi ringrazio per l’attenzione che mi avete concesso.

dita a V

Macs
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