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14/09/07, 15:04 | #1 |
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Mototerapy:Passo della Consuma e non solo:-)
Mototerapy: Passo della Consuma e non solo….
Sono le 7 di Sabato 8 Settembre, la sveglia suona è ora di alzarsi, stamani mi attende : moto+scarponi..Brancolo nel buio, colazione. incontro Mamma, cattive notizie, Babbo non sta molto bene. decido di annullare l’impegno preso e prendermi cura di Lui. .Con la mattina le condizioni di Babbo migliorano poco a poco, la voglia di una “fuga in moto” è tanta, la lampadina neuronale è di nuovo attiva.. la sera mi sono addormentata leggendo le pagine dello speciale del Touring Club Italiano sulla Toscana, in particolare sono rimasta colpita dal fascino del Casentino:Camaldoli, Laverna, ecc.. Sbrigo un po’ di cose in casa, ma il pensiero permane sulle immagini delle foreste casentinesi :che paradiso!! Nella testa la lampadina lampeggia, la voglia di partir aumenta. Babbo intanto si è ripreso è stabile e decido che posso andar dove mi porta il cuor e la mente.. Alle 10 decido senza troppi scrupoli di telefonare a Iolo, con un po’ di fortuna forse riesco a “tirarlo giù dal letto” e convincerlo a seguirmi , oltre a ricevere gli insulti per averlo svegliato. la giornata non va sprecata, l’attimo va colto. Così è!! Dopo una serie di squilli una voce dall’oltretomba risponde, capisce poco o niente e taglia corto dicendo:” mi sveglio e ti richiamo.” Da lì a qualche ora ci troviamo al Passo della Consuma insieme agli altri intutati di pelle a riprendersi dal traffico dell’autostrada, della statale in zona Pontassieve e dagli autovelox sempre numerosi...Le curve che portano al Passo della Consuma sono un rigenerante anti stress e felicemente si affrontano, allontanando l’incubo del traffico. Guardiamo la cartina, decidiamo l’itinerario ,dopo un buon caffè e crostata al bar del Passo. Un losco individuo si avvicina , mi chiama è Ludoludo, ci salutiamo con la promessa di organizzare un giro insieme. Si riparte in direzione di Poppi, la strada curvosa solitamente è usata come pista da numerosi smanettoni, oggi è quasi tutta nostra, riusciamo a goderci il panorama, il verde dei campi attorno, le belle curve senza troppe preoccupazioni, imponiamo il nostro ritmo di mototuristi .In lontananza si intravede il castello di Poppi, che meraviglia, la visita è rimandata ad altra data. Poco dopo deviazione a sinistra per l’eremo di Camaldoli, si inizia a salire, la strada è deserta. man mano che la percorriamo si va a stringere sempre più . Si attraversa un bellissimo bosco di faggi, tanto fitti che la luce non riesce a filtrare, i busti si innalzano eretti quasi fino al cielo,ogni tanto una finestra naturale del bosco ci lascia intravedere un ruscello e animali al pascolo. Mi sento parte di una bella cartolina panoramica. . I paletti gialli e neri lungo la strada come sempre mi ricordano che siamo in montagna, così come la temperatura.. il silenzio rispettoso di questa terra è interrotto solo dal nostro passare..Non è un sogno, sono realmente là dove ho sognato di andare. finalmente si arriva all’eremo, qui i viandanti in silenzio o bisbigliando curiosano di qua e di là o si incamminano lungo i sentieri del trekking. non è possibile visitare l’interno del Monastero per l’ora e con Iolo ci fermiamo a guardare la bellissima galleria di foto: scatti in cui son immortalati momenti di vita quotidiana dei frati, le notti stellate in questo paradiso terrestre, l’eremo sommerso dalla neve e la volpe imboccata dal frate, l’incontro con i monaci tibetani ,ecc. Si rimane affascinati e colpiti da questo luogo sacro quanto misterioso,silenzioso,naturale ..il silenzio entra nel mio corpo, mi sento arricchire allo sguardo di tutto ciò. Due passi intorno alle mura dell’eremo, una breve pausa seduti nel bosco di faggi a visionare la cartina per decidere l’itinerario da percorrere e infine mostrerò a Iolo quel giornale da cui ho preso lo spunto per questa giornata e che ogni mese insinua idee di viaggio nella mia testolina. Si riparte non prima di essermi dissetata alla fonte dell’eremo.. La strada per scendere in direzione di La Verna di propriètà della forestale ,attraversa il parco del casentino, ben stretta, ci offre un panorama come sempre da cartolina, il ruscello ci segue nella nostra discesa, poche auto si incontrano così come poche persone. Io sogno di tornare quassù per una moto+scarponi, luogo incantato e fatato, merita altre visite. (Maurosessanta capito??) Eccoci ad un bivio: a sinistra per Passo dei Mandrioli, a destra per LaVerna. Iolo è già nella giusta direzione, io non giro sono imbalsamata davanti ai cartelli , fisso il cartello marrone e gli 11 km che ci separano.. Quel santo di Praoohhh capisce il mio desiderio e poco dopo siamo già sulla strada per il Passo. Nessuno di noi due ha mai percorso quella strada e così come un regalo lo scartiamo curiosi:saliamo, curva dopo curva, dapprima belle larghe, poi curve a” s” sempre più strette a susseguirsi , delimitate da un caratteristico gardrail marrone. È qui che con le nostre moto danziamo lungo questa strada, è il nostro parco divertimenti. la strada è deserta, il paesaggio è bello. mi sento in sintonia con la mia moto, siamo io e lei e ci stiamo divertendo da matti non ci sono parole se non quelle di :”prendete la vostra moto e percorrete questa strada”!..alla fine davanti al cartello del Passo Mandrioli(1170 metri) due immensi sorrisi escono dai nostri caschi, siamo strafelici del nostro bellissimo e inaspettato regalo. i bimbi anche per oggi hanno avuto ciò che volevano. Questa diventerà una delle mie strade del cuore. La Verna attende, quindi si ripercorre a ritroso la strada per pochi km fino a Badia Prataglia, da qui per Biforco fino a La Verna. Iolo persevera nel suo stato di coma a causa della mia sveglia mattutina, con momenti di lucidità alternati a momenti di assenza totale dalla terra..:-))un altro che mi odia La strada che ci porta a La Verna dapprima è molto stretta lo scambio con un autobus è a limite della carreggiata , per poi allargarsi. . le curve perseverano con noi, la strada è ricoperta più di escrementi che non di asfalto. Ai nostri occhi dei calanchi appaiono come dune di sabbia, in realtà è roccia che si sgretola. Nel nostro errare, si sale tra boschi, curve e animali al pascolo fino ai piedi del Santuario di La Verna. qui il turismo del pellegrino da autobus, non rispettoso neppure dei cartelli che invocano il silenzio, non ci fa apprezzare quanto meriterebbe questo bel luogo. è proprio come avevo letto:” il Santuario è arroccato sopra la rupe calcarea del Monte Penna,quasi un tutt’uno con la roccia che lo ospita.” Le strutture tutte in pietra sono ben restaurate e curate. Breve visita al museo .tutto bello ma Camaldoli ha il suo fascino e soprattutto ha il suo silenzio.. La ressa da mercato e l’ora tarda ci costringono alla partenza.. Direzione Bibbiena , Passo della Consuma e casa, è là che “Qualcuno” mi attende. Stanchi ma felici con Iolo ci salutiamo al casello di Firenze Signa: “ciao al prossimo giro”.. 300 e passa km sono stati percorsi, gli ultimi in solitaria con la mente e gli occhi carichi delle immagini del dolce casentino.. Altre emozioni vissute e altra ricarica di batterie effettuata.. Grazie Ghibli e grazie Iolo per avermi accompagnato nel mio girovagare. Besos Ila. |
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