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23/09/09, 19:09 | #1 |
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Il nostro Dolomitico 2009. Report
Gira che ti rigira, passo che ti ripasso, la destinazione migliore per un motociclista che vuole per un paio di giorni dimenticare il tran-tran quotidiano sono loro: Le Dolomiti.
Toscana, Umbria, Abruzzo, Lombardia, Piemonte? Si vabbè, ma quelle vette sono altra cosa, hanno qualcosa di speciale che rendono quelle zone uniche, inimitabili. Non amo tantissimo la montagna, specialmente in inverno, ma appena posso e se trovo qualcuno per la compagnia non ci penso un attimo e via su per tornanti e passi alpini, e anche se non gratto ginocchi e pedaline che mi frega, sono lassù con la mia moto e tanto basta. Non amo neppure fare foto, posseggo un paio di eccellenti apparecchiature fotografiche ma per la maggior parte del tempo dormono, all'occorrenza si portano nello zaino e proprio se noto qualcosa di particolare tiro fuori “l'arma” e immortalo il soggetto. Per le foto ci pensano o ci penseranno gli altri, se ci sono, altrimenti amen, l'importante non è provare che si è stati in un posto, importante è saperlo e poterlo raccontare, magari seduti con amici davanti a un buon piatto e un boccale di birra, e far sentire loro tutta l'emozione che hai provato, tutte le gioie che hai condiviso se non eri solo. Il Dolomitico 2009 è stato per certi versi più bello del precedente fatto un paio di anni fa. Il compagno sempre lui, Iraton ma questa volta ci ha accompagnato Alessandro (Topix), ragazzo simpaticissimo e di compagnia come pochi. A destinazione poi ci aspettavano altri quattro ragazzi (due maschietti e due femminucce), Mister Orange e compagna, Giando e compagna e con loro il giorno dopo le Dolomiti sono state nostre. Posso raccontarvi della tantissima gente incontrata sui passi, quasi tutti crucchi, posso raccontarvi dell'incontro con SG_12, un lupacchiotto solitario ma preferisco raccontarvi dell'asfalto quasi perfetto, delle salite ripide affrontate a volte in prima marcia, delle discese al 14% con una trentina di tornanti uno dietro l'altro. Preferisco farvi quasi sentire o immaginare, se ci riesco, l'aria frizzante dei duemila metri, il profumo dell'erba e quello delle gomme calde e del fumo degli scarichi delle moto che a decine e decine si avvicendavano sui passi e giù nelle valli. Ma partiamo dall’inizio. Venerdì mattina, statale 9 Emilia, Fiorenzuola d’Arda e pallo-strada per Brescia, in tutto una cinquantina di minuti. Appuntamento all’uscita del casello Brescia-Ovest e i due compari sono già li che mi aspettano. Un veloce saluto, le mani che si stringono e via, subito in sella, non possiamo e non dobbiamo perdere troppo tempo. Attraversiamo qualche centro abitato, il traffico impedisce un’andatura allegra ma poco importa, presto potremo divertirci, solo un po’ di pazienza. Raggiungiamo il Trentino, Riva del Garda è intrisa, zeppa di turisti tedeschi e poco ci manca che Topix mi tamponi. La causa? Presto detto, a suo dire aveva notato una mega-gnocca, senza dubbio tedesca anche lei. Ignaro dello scampato pericolo (povera trans) continuo con gli altri due a percorrere la strada e giungiamo in quel di Rovereto dove facciamo una piccola sosta nel parcheggio di un supermercato. Fa abbastanza caldo, le cose si mettono per il meglio, il meteo ci è amico, altro che il Confo e la sua fortuna. La strada comincia a inerpicarsi, le prime montagne serie, i primi tornanti, i primi passi, l’aria frizzante ti entra nei polmoni, le mani stringono il manubrio, le moto si piegano, inizia il divertimento, inizia il Dolomitico 2009. Niente corse, ognuno segue e non passa i suoi limiti, sarebbe sciocco e idiota rovinare tutto per strafare. Si arriva sul Passo Manghen. Una strada stretta che ricorda quella che porta sul Mortirolo o sul Gavia. Per la verità l’asfalto è pieno di di vacca, sembra che anche i simpatici bovini si siano divertiti su quella strada, non a piegare, è chiaro. Ci fermiamo poco dopo il passo e l’appetito si fa sentire. Detto fatto, gambe sotto il tavolo e pronti via che ti arrivano tre piattoni abbondantissimi di penne al sugo di Spek. Poco dopo, si avvicina un tizio, ci guarda e dice qualcosa. E’ lui, il lupetto solitario, SG_12. Si riparte, ancora curve, ancora tornanti, SG_12 decide di non continuare con noi, magari ci si rivede il mattino dopo, ciao bello, a presto. Noi tre invece continuiamo e cominciamo la discesa verso Caprile, alla ricerca dell’Hotel prenotato da MO. Pensate che abbiamo trovato subito quanto cercato? Bravi, avete indovinato. Poco male, non abbiamo fatto che un paio di Km in più. Dieci minuti e MO è sulla strada che ci fa segno di rallentare e svoltare a sinistra. Baci e abbracci, una doccia rigenerante e quattro chiacchiere, è ora di cena e qui cominciano le risate. Non sapevo che la figliuola di Fantozzi avesse trovato lavoro in quell’Hotel, resto perplesso però dalla velocità (quasi pari a quella della luce) con cui ci vengono serviti i primi piatti e le pietanze. Vabbè, saranno soltanto un paio di giorni e di notti, si può fare. Passeggiatina digestiva, chiacchiere e risate, qualcuno ha freddo, qualcuno fuma e si torna indietro. Ultime quattro chiacchiere e si va a riposare, il Dolomitico ci aspetta e non bisogna prenderlo alla leggera. Centinaia di tornanti e curve, quello che stavamo aspettando. Si parte dopo aver fatto una “ricca” colazione, l’andatura è tranquilla fino alle prime salitelle, poi si comincia. Come sempre e non mi stancherò mai di ripeterlo, ognuno con la sua media, ognuno senza passare i suoi limiti. A ogni incrocio e su ogni passo ci si ricompatta, nessuno deve perdersi, nessuno deve rimanere troppo indietro. Siamo in gruppo e in gruppo dobbiamo restare, a costo di essere catalogati come bradipi. Non sto a elencarvi i passi, non importa e non è necessario. Kilometri e kilometri di salite e discese, le gomme portate quasi al limite, i motori che cantano. Tutto bello, tutto meraviglioso, e tutto fatto con amici. Il pomeriggio passa velocemente, la stanchezza, almeno per me , comincia a prendere il sopravvento sul divertimento, ma non demordo. Ho un male cane al polso sinistro , non riesco più a gestire la leva della frizione e devo per forza di cose rallentare. Ogni fermata per me rappresenta un tacca-sana ma capisco che si sta facendo tardi, stringo i denti e via con tutti gli altri. Si torna indietro, gli ultimi Kilometri sono lunghi, accelero, non vedo l’ora di fermare la moto e di farmi una doccia. Arrivo prima di tutti, riesco a fare tutto con calma e mi rilasso. Arrivano gli altri, cedo loro il posto e vado a sedermi giù in cortile. Ancora quattro chiacchiere, un paio di birre belle fresche, un accenno sulle strade percorse e sulla postura che bisognerebbe avere quando si affrontano i tornanti e le curve veloci e poi basta, le Dolomiti si sono ancora una volta concesse e non ci hanno tradito. Si cenaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa , sempre a velocità Warp, e meno male che Topix ha chiesto e ottenuto un po’ di formaggio (dal cameriere) perché quando si è azzardato a chiedere un po’ di torta extra alla figlia di Fantozzi la risposta è stata categorica. “Abbiamo finito tutto”, facendo capire allo stesso tempo di levare le tende perché si doveva apparecchiare per le colazioni del mattino seguente. E’ sera e non abbiamo voglia di camminare, siamo tutti un po’ stanchi e con la compagnia televisiva di Miss Italia restiamo seduti sulle panche del bar annesso all’albergo e beviamo un paio di grappini e amari. Decidiamo di saldare il conto, il giorno dopo non vogliamo perdere troppo tempo, casa è parecchio distante, magari riusciamo a pranzare con chi ci aspetta. Ancora salite, ancora tornanti e ancora passi. La famosa strada del vino, bellissima e perfetta, passiamo tra meleti infiniti profumatissimi, una goduria per un paio dei nostri sensi. Bisogna fare rifornimento, ci fermiamo e qualcuno, come noi motorizzato, ci chiede aiuto per una foratura. Ho nel bauletto un gonfia e ripara ma il foro lasciato dall’enorme vite nella gomma della BMW non lascia scampo al malcapitato. Forse avremmo dovuto rimettere la vite nel foro ma secondo me non avremmo avuto l’effetto sperato. Andiamo via augurando a quei ragazzi miglior fortuna. E’ tardi, non credo che riuscirò ad arrivare a casa in tempo per il pranzo e decido di fare una telefonata. Cara, non riesco, lasciami un po’ di tagliatelle al ragù, penso di essere a casa per le 14.00. Siamo nelle vicinanze del lago d’Iseo, Iraton e Topix tirano dritto per Bergamo mentre salutandoli prendo l’uscita che mi porterà a Brescia. Consumo gli ultimi Km da solo, accelero, non ne posso davvero più, imbocco finalmente l’autostrada, meno di un’ora e sono a casa. Che dire, credo che basti così. Le Dolomiti non hanno più segreti per noi e penso per la maggior parte dei motociclisti. Descriverle si, è sempre bello e piacevole ma non vale tanto. Bisogna viverle, bisogna attraversarle, bisogna……………………………..bé, avete capito. Ciao ragaSSuoli, spero di poter ripetere l’esperienza ancora un sacco di volte e magari, perché no, sempre con gli stessi amici e/o con nuovi compagni. Perdonatemi per i sicuri strafalcioni ma non mi frega nà cippa, non sono uno scrittore. Spero solo di essere riuscito a farvi venire una voglia matta di curve, di salite e di discese, di panini e di birra e di……………………………………………………e che ve lo dico a fare? Sporcaccioni, cosa avete capito? Iratooooooooooooooooooooooooooon, metti qualche foto che a me scappa da ridere Ultima modifica di nardo; 24/09/09 a 16:59 |
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