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24/12/13, 22:39 | #1 |
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Ubicazione: Calliano (Tn)
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Moto: kawasaki er-6n 2012 Black ABS
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Sensazioni...
"Ma si può sapere dove vai a quest'ora ?"
La voce di mia moglie si fa perentoria quando mi vede in procinto di uscire in l'abbigliamento tecnico. Sono circa le 22.00 di una serata estiva qualsiasi. Fa caldo, forse troppo. Vabbè, oggi mi girano; il lavoro come il solito è sempre quello che non da abbastanza soddisfazioni e, tra la routine quotidiana e quella sottile noia che accompagna alcune giornate... beh, meno male che c'è lei che mi aspetta in garage. Nota: la mia Lei non è una cosa o un oggetto, almeno così io non la considero. Adesso si tratta semplicemente di saltare in sella e per qualche momento, qualche tempo, uscire e girovagare a caccia di meraviglie, cambiare il mio universo dopo pochi chilometri, estraniare la mente. Mi sento bene quando la accendo, anzi, e lo dico senza vergogna, mi sento il re, quello che comanda, che decide, che ha il potere. Il cuore prende immediatamente il sopravvento, ma per fortuna è il cervello che flette il polso destro ed è così che deve andare, devo pensare a tornare a casa cosicchè questa sensazione si ripeta per quante volte mi sarà concesso. Ed inizia il viaggio. Sono io, sono solo con lei, intorno c'è di tutto: l'aria, i suoni, le luci, le stelle, gli odori, e quel profumo inconfondibile tipico dell'estate, mentre il vibrare della mia errina mi fa partecipe in ogni parte del corpo... sensazioni. Ecco, volendo descrivere il guidare una moto userei proprio questa parola "sensazioni". Mi fiondo verso il lago di Garda, ed anche a quest'ora c'è la solita coda delle autovetture tedesche che come dinosauri pesanti si accodano viaggiando a passo di lumaca, ma la mia bella non teme rallentamenti, non teme code: agilmente passo le fila, apro gli orizzonti, mi levo dal gregge, perchè io in sella sono "libero". Arrivato a Torbole, procedo al trotto e mi godo l'estate, fatta di persone che affollano i marciapiedi, negozi aperti, le turiste tedesche che con il loro vestitini succinti rinfrancano lo spirito (e non solo quello). Vedo un locale che mi piace: mi fermo. Parcheggio la mia bella e mi gusto un buon gelato. Caspita, gran parte di ciò che non andava è già dimenticato e mi ritrovo a sorridere. Lei è sempre in vista, sembra assopita, ma lo so che mi sta chiamando perchè ci sono altri posti, altre meraviglie ove mi vuole portare in questa notte estiva carica di emozioni. Va bene mi dico, accetto la sfida. Finisco il gelato, pago e riparto. Piano, in seconda marcia, mi gusto ogni momento, perfino ogni stop o attraversamento pedonale è ben accetto, mentre il clack metallico dell'innesto in prima scandisce ogni partenza. Arrivo ad Arco, passo gli incroci e decido di fare la strada più lunga (ma più divertente) quella che arriva a Trento dalle Sarche. Qui mi rendo conto che il traffico è quasi inesistente, ed allora posso osare. Libera dalle briglie la mia errina si comporta come un vero purosangue, è immediata, ruvida, quasi non la riconosco. Conosco la strada benissimo e potrei descriverla ad occhi chiusi, ma mi rendo preso conto che con la moto non è così, con la moto devi "guidare". Da quel momento in poi, gambe, busto, schiena, braccia e polsi devono essere tutt'uno. Ogni curva, ogni sorpasso richiedono calcolo ed attenzione. Ovviamente, e non lo dico con fare ipocrita, è sempre il cervello che guida, ma siamo su un altro pianeta. Ed ancora una volta quelle sensazioni... quando in curva pieghi la moto e la forza centrifuga decuplica l'adrenalina, quando apri il gas e ti becchi quel calcio nelle "chiappe" che ti fa ridere come un bambino, o quando lo stomaco ti sale in gola. A Sopramonte mi rimetto al trotto, sta per finire il giro e per Calliano ci vuole davvero poco. Manca poco alla mezzanotte quando arrivo a casa e nonostante gli sguardi di disapprovazione di mia moglie, oggi per me è stata la giornata più bella di sempre. |
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