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19/01/10, 12:59 | #21 |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
Parlando di impulso , da consumatore, mi chiedo per quale motivo i produttori( in particolare le imprese italiane) in tempi buoni sono sempre puntuali nell'alzare i prezzi a pubblicizzare i prodotti a fare investimenti piu o meno vantaggiosi, e poi in tempi di crisi sembano non riuscire a reagire?visto che qui siamo in tema di moto, prendendo ad esempio le case produttrici di moto, e di accessori appunto come dainese, avete percaso notato una reazione attiva alla crisi?Una campagna di promozioni, sconti una ricerca di un contatto piu diretto con i clienti in modo da invogliare al consumo?
Posso capire l'esigenza di tenere alto il valore del marchio, ma anche al costo di fermare la produzione? (sia ben chiaro, mi pongo le stesse domande per quanto riguarda produttori esteri, ma ad esempio per Kawa le moto sono un hobby rispetto al resto della loro attività quindi vendere 1000 moto in piu non sarà cosi incisivo quanto lo puo essere per ducati o aprilia) Urano, premetto che di economia capisco poco ma mi chiedo se per marchi come MV e Morini,e tanti altri abbia ancora senso mantenere quella rotta del "solo prodotto di lusso" proprio perché come hai detto hanno un prodotto buono ma che non si differenzia a tal punto da distinguersi tanto quanto serve. Già Ducati ma appunto anche triumph (da come la vedo io) hanno fatto un passo avanti, differenziando e allargando il target,il che si traduce in un investimento per ampliare la gamma di prodotti e quindi dei prezzi non dovendo piu fare affidamento alla sola clientela che acquista "beni di lusso". Possibile che l'unica soluzione è spostare la produzione? Ultima modifica di krusty; 19/01/10 a 13:02 |
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19/01/10, 16:57 | #22 |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
krusty, proprio ieri ho sentito che Mister Prezzi avrebbe convocato i produttori di carburanti perchè c'erano appunto 2 velocità nella fissazione dei prezzi: velocissima quando si tratta di alzarli, lentissima quando si tratta di abbassarli. Vorrebbe inoltre uniformare il prezzo dei carburanti in Italia rispetto al resto dell'UE..
Per quanto riguarda il rimanere un produttore di moto di nicchia, può dipendere da un sacco di motivi. Se ad esempio hai un ottimo marketing, ti puoi anche permettere di rivendere prodotti costosi (non esclusivi) in grande quantità (vedi Audi). Nel caso della MV, non sono più aggiornato, ma all'ultima Smau ho parlato con CEO e CFO Harley-Davidson Italia e non avevano ancora trovato compratore..
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19/01/10, 18:47 | #23 |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
marla scusa, ma audi è uno dei marchi di uno dei più grandi costruttori mondiali di automobili.
io parlo di aziende piccole. audi non è più indipendente da decenni. è un po' come se kawasaki si comprasse mv e facesse le ninja ed il top di gamma con marchio mv, la produzione media con marchio kawa e per la roba scrausa magari ci mette su il marchio honda |
19/01/10, 19:06 | #24 |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
Forse non mi avete capito io non parlo di gente che guadagna 2000 euri al mese io parlo di gente lasciata a piedi con 600 euro al mese...
Non si comprano dainese o cell belli perche non riescono a comprare la carne. Siamo nella cacca fino a sopra il collo. Come fai a vendere in un paese se quasi la totalita' dei prodotti li produci al estero? Indotto torinese è praticamente morto....vero la fiat non prende soldi da un paio di anni dallo stato ma tutti quelli che si è presa?per poi lasciarci senza lavoro.. No non è corretto devi riportare le linee di montaggio che li abbiamo strapagato qua in italia. Chiedete a qualsiasi Torinese quanti amici o fomiliari hanno in cassa o in mobilita' o magari hanno perso lavoro visto le ditte chiuse....Negozi chiusi perche la gente deve comprare al discount. Tanto l'importante nei tg è la crisi della juve se rossi va sulla rossa. |
19/01/10, 19:26 | #25 | ||
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
sono assolutamente d'accordo con te uri, ma 20 anni fa audi non era niente, con la differenza che attualmente MV e Morini un minimo di storia e prestigioso ce l'hanno, audi all'epoca non lo so..
poi ovviamente, diventando premium e modaiolo, e incrementando in maniera incredibile la propria importanza, audi adesso si può permettere di essere presente in quasi tutti i segmenti, dalla supercar alla segmento B (A1 a marzo...). quest'ultimo modello, secondo il management, più per fidelizzare il cliente più giovane e seguirlo nella sua "crescita" successivamente proponendogli modelli superiori che per realizzare grandi numeri (anche perchè con un prezzo che probabilmente non partirà da meno di 20.000€...) Quote:
---------- Post added at 19:26 ---------- Previous post was at 19:16 ---------- Quote:
Molti paesi importano più di quanto esportino (deficit commerciale), ma addirittura alcuni piccoli paesi importano la grande maggioranza della loro domanda nazionale (per motivi semplici ma sorvoliamo..) Siamo in un'economia aperta, a prescindere da UE, Schengen, ecc.. Non sono neanche sicuro che le più ferree dittature fossero totalmente autarchiche.. semplicemente la cosa che proponevi prima ci farebbe tornare all'età della pietra! Il mercato è libero e aperto e meno male direi... se poi vuoi aiutare la produzione italiana acquistando unicamente prodotti fatti in Italia, benissimo! Nelle auto ci modelli Fiat, Alfa, Lancia, Maserati, Ferrari, DR.. e probabilmente altri carrozzieri e piccoli produttori... Ma non puoi comprare una Er-6!
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19/01/10, 19:49 | #26 |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
Come fai a fare girare economia italiana se compri una macchina italiana prodotta all estero?
Mica possiamo vivere di vendita di pizze no? Il discorso è stato generalizzato su fiat visto che è la piu grossa azienda italiana. Pero' aziende del vestiario dove sono finite?le aziende dell elettronica? Ci stiamo zappando le gambe da soli. Pultroppo il discorso come dici tu è troppo vasto pero si puo riassiumere in 2 parole Economia europea sta crollando. Vero dovevo comprare una moto italiana ma a quel prexxo nun mi piacevano:-p Dai pero ho il motore della car prodotto in italia e compro un sacco di prodotti ferrero fatti ad Alba:-p Nel mio piccolo ci provo..... |
19/01/10, 20:47 | #27 |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
PuRtroppo, non puLtroppo
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20/01/10, 01:29 | #28 | |||
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
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per le aziende dell'elettronica il discorso è diverso: le migliori sono già giapponesi e coreane, semmai verrebbero loro a delocalizzare da noi.. Quote:
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20/01/10, 17:25 | #29 |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
Produrre e montare i componenti sono 2 cose diverse.
Pochi motori vengono fatti in italia. Pochi telai vengono fatti in italia. Poi il discorso che si produce al estero per mantenere i costi secondo me è la balla piu grossa al mondo. Si produce al estero per aver piu guadagno e intanto prendere li soldi dallo stato. Pero fiat lo puo fare le piccole aziende no e chiudono . Io lavoro nel campo dell automazione.Prima si progettava e si realizava qui il macchinario. Adesso si progetta qui si monta al estero. Da qui vedo solo le linee di montaggio mandate al estero per continuare la produzione la. Se questa è una politica economica corretta allora mi sa che non ho capito na ceppa. Per elettronica intendevo elettrodomenstici scusami. Sono ormai quasi 4 anni che sono iscritto non lo avete capito che non so scrivere in italano? Che ci posso fare nessuno è perfetto:-p |
20/01/10, 18:01 | #30 | |
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Re: Dainese addio all'Italia, la produzione si sposta all'estero
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non sono d'accordo. il fatto di tagliare i costi e guadagnare di più sono strettamente legati, ma spesso tagliare i costi significa stare sul mercato e non chiudere, pure a parità di guadagno. ti faccio un esempio. ho lavorato per qualche anno in un negozio di telefonia. avevamo dei caricabatteria compatibili fatti da una nota marca italiana. made in italy. erano molto buoni, funzionavano bene, noi ci caricavamo il 10-15% e li vendevamo a 25 euro. se ne vendevamo 2 al mese era già grassa. poi abbiamo cambiato fornitore: fatti in cina. era robaccia con una percentuale di rientri per malfunzionamenti almeno tripla, ma l'importatore non faceva una grinza e tutti quelli che rimandavamo indietro ci venivano sostituiti senza neppure chiedere. li vendevamo a 9,90 e ci ricaricavamo il 50%. abbiamo cominciato a venderne 2 al giorno. come vedi il punto è un altro: sei disposto a pagare per una qualità superiore, per la consapevolezza che il prodotto è stato fatto da personale a cui vengono garantiti diritti e privilegi, ed accettando il fatto che chi lo produce debba, pur poco, guadagnarci? la risposta nella stragrande maggioranza dei casi è NO. 25 euro per un caricabatterie è tanto, me ne frego se è bello e li produce l'italiano con le ferie pagate e se per vendermelo il produttore ed il commerciante sono a pelo con le spese. 9 euro sono disposto a pagarli, e me ne frego se li si produce in cina da operai sfruttati e se tra due mesi è da buttare e se il produttore ed il commerciante raddoppiano il loro guadagno. ecco il problema... la gente vuole tutto e gratis, e spesso se ne frega persino del rapporto qualità/prezzo. a questo punto tutti gli altri ragionamenti cadono, e l'azienda che ci dava quelli da 25 o chiudeva o andava in cina a farne da 9 euro anche lei... |
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