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IL BAR Discussioni generiche su tutto quello che vi pare ! Utilizza i sub-forums sotto elencati per discussioni specifiche. |
25/05/09, 19:11 | #81 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
il mio di una z750
sono dappertutto ormai |
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25/05/09, 23:16 | #82 |
Antani
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
Stew ti ho messo la foto del giubbino di cui mi avevi chiesto notizie, e' qualche post piu'sotto.
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DMAX lover
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26/05/09, 18:42 | #83 | |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
Quote:
Quando avrò però io la Kawa, i motoscooteristi li salutero'.
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26/05/09, 20:04 | #84 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
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17/01/10, 05:13 | #85 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
Ciao a tutti,
ieri mi sono imbattuto in questa storiella. Purtroppo non sono in grado di risalire all'autore originale per cui sono costretto a pubblicarla senza riferimenti. Sembra risalire al 2003 ma i comportamenti ivi elencati sono sempre attuali... purtroppo! ------------------- IL MOTOCICLISTA DA GIORNALETTO Questo individuo, non appena passata la sbronza di Capodanno, corre in edicola ad acquistare i vari giornali di moto per vedere come saranno le nuove moto, ed incomincia a costruire castelli in aria e sognare di vincere il Gran Premio della Flaminia che si correrà la prima domenica di maggio. Attende con ansia il numero di Motociclismo dove viene fatta la prova comparativa delle 600 sportive, lo legge avidamente, e scarta in successione: la Ducati 749, perchè è bicilindrica e poi le moto italiane gli stanno sul *****; la Kawasaki 600 perchè, oltre ad essere orribilmente verde, sulla pista di Calafat (che lui non sa neanche dove sia), è più lenta sul giro di ben 2 decimi di secondo rispetto la Honda; la Yamaha 600, perché i freni nell'uso gravoso in pista allungano di 40 cm lo spazio di frenata rispetto la Honda; la Suzuki 600, perchè a causa del peso superiore di ben 700 grammi, è più lenta di 15 millisecondi in accelerazione sui 400 metri rispetto la Honda. Dopo questa approfondita analisi, corre dal concessionario per permutare la sua Suzuki GSXR 600 vecchia di 7 mesi, ormai sorpassata dalle nuove tecnologie Honda, con la nuova CBR 600R; il concessionario gli mostra una lista d'attesa lunga come la via Appia, ma lui lo corrompe offrendogli la Suzuki in permuta 3000 euro, un prezzo pari alla metà del valore di mercato, purché sia il primo ad avere il nuovo gioiello di Hamamatsu. Il concessionario ci sta, però vuole la Suzuki subito come pegno in conto vendita, il motociclista da giornaletto accetta, 2 ore dopo il concessionario ha rivenduto la Suzuki a 6000 euro, dopo 2 mesi telefona al motociclista dicendo: le moto stanno arrivando, a proposito ho un cliente interessato per il tuo Suzuki ma mi offre 2800 euro, che faccio, gliela do? Il motociclista da giornaletto, strappando la promessa che gli immatricolino la moto entro il prossimo fine settimana, accetta. Il giorno fatidico si reca dal concessionario, firma cambiali per 10000 euro, incassa i 2800 euro della vendita della Suzuki, e sale in sella del nuovo gioiello di Hamamatsu tra gli sguardi perplessi dei meccanici e del concessionario e, specchiandosi nella vetrina, si accorge con orrore di avere indosso una tuta bianco-azzurra ed un casco Fujiwara che non sono pandant con la scritta che porta sul serbatoio. Torna a casa, e dopo una notte insonne passata a sfogliare Motosprint, compila una lista della spesa così fatta: tuta Dainese; casco Shoei; guanti Spidi; stivali Alpinestars. Torna dal concessionario, che dopo una rapida trattativa gli procura la mercanzia richiesta in cambio del vecchio abbigliamento (vecchio per modo di dire, l'aveva comprato 7 mesi prima) e dei 2800 euro ottenuti dalla vendita della Suzuki; dopo pochi minuti che lui se n'è andato, l'acquirente del Suzuki, appostato come un falco all'angolo della strada, entra ed acquista tutta l'attrezzatura usata al prezzo di 400 euro. Felice per essere vestito come i piloti che tutte le domeniche fanno palpitare i cuori degli appassionati, inizia la delicatissima fase del rodaggio secondo quanto letto nei manuali di tecnica motociclistica di Massimo Clarke: si mette sul raccordo anulare, e ne esegue 16 volte il giro (totale 990 km) ad una velocità compresa tra i 100 ed i 120 km/h. Dopo 10 ore torna a casa distrutto, e dopo aver letto su Mototecnica i valori di serraggio delle testate del suo CBR, si addormenta sognando Erv Kanemoto che gli fa il primo tagliando. In realtà il meccanico del concessionario si chiama Righetto, e quando lo vede entrare in officina per il tagliando dei 1000 km dopo solo 2 giorni dall'acquisto della moto si frega le mani: dopo che il motociclista si è raccomandato tanto sulle coppie di serraggio della testata, gli cambia l'olio e il filtro, e gli presenta il conto facendogli credere che gli ha smontato le testate per lucidargli i condotti; il motociclista da giornaletto è costretto a vendersi il cellulare per pagare i 500 euro del primo tagliando; nel frattempo la moto è stata usata per tutta una settimana da Righetto ed i suoi amici, con impennate, sfrizionate e fuorigiri a più non posso. E' arrivato il giorno della prima uscita ufficiale: il motociclista da giornaletto ha tenuto nascosto a tutti l'acquisto del nuovo bolide di Hamamatsu, e si reca al punto di ritrovo (benzinaio Esso della Flaminia) per sbalordire gli amici del gruppo con la sua nuova cavalcatura; arrivato lì, lo sbalodirmento viene a lui, perchè ben 14 dei 18 componenti del gruppo sono in sella alla nuova, fiammante, introvabile CBR 600R, ed essendo tutte le moto uguali, ed anche vestiti praticamente uguali, nessuno riesce a distinguersi. Dopo aver fatto benzina, preso il caffè, e regolato le sospensioni secondo quanto suggerito nell'articolo di In Moto, il gruppo selvaggio parte con destinazione Narni, sgasando come e più che nei box della MotoGP, e zigzagando fino al secondo ingresso del cimitero di Prima Porta per scaldare le gomme sui fianchi, dove un vigile li ferma per permettere alle auto di uscire dal cimitero; mentre aspetta il via libera, il motociclista guarda i cipressi, si alza sulle punte dei piedi e si tocca i ********, subito imitato dagli altri amici perchè questo gesto fa tanto Valentino Rossi, si da una grattatina al ****, controlla per l'ultima volta con la coda dell'occhio lo stato della spalla del pneumatico posteriore, ingrana la prima e parte. Come potete ben capire, sono appena iniziate le prove libere del Gran Premio della Flaminia che si correrà la prima domenica di maggio. Le prove vengono usate per testare le moto da poco arrivate dalla factory di Hamamatsu, metterle a punto, controllare se l'asfalto della Flaminia sia stato rifatto in qualche curva e verificare le velocità massime con i rapporti di serie, cosa cui provvedono con l'autovelox alcuni poliziotti travestiti da commissari di corsa. Non trattandosi di una corsa vera e propria, arrivare primi non porta alla gloria ma solo ad una grande soddisfazione morale, e qui tra tutte le CBR600 R 2003 svetta un tipo con la CBR600 del 1987, tuta gialla con scritta blu, che sta un po' sul ***** agli altri del gruppo perché si lamenta di essere l'unico con la moto vecchia, e suo padre non gli vuole comprare almeno la carenatura come quella nuova. Ma torniamo al protagonista della storia: partito come un razzo, con tanto di impennata e saluto con la mano al pubblico che assiste lo show (ovvero contadine che ai bordi della strada raccolgono cicoria e lumache), stira le marce fino alla sesta fino all'entrata del limitatore di giri, viene flashato dalla polizia a 230 km/h alla fine del primo rettilineo, e viene sorpassato da tutto il gruppo alla prima staccata, che anticipa clamorosamente di 100 metri perché spaventato dalla troppa velocità; arriva in curva a 40 km/h con la sesta ancora inserita, apre il gas e scopre quanto avesse ragione il test di Motorcycle News, secondo il quale la CBR600 R è un po' vuota in basso; scala di getto 5 marce, riapre il gas e la moto gli si impenna a 90 gradi, chiude il gas e pinza il freno davanti invece che quello dietro, la ruota davanti tocca terra bloccata e scarta, lui lascia il freno e il manubrio inizia ad oscillare impazzito, anche la ruota posteriore inizia a saltare, si fa 100 metri in preda alle convulsioni della moto, infine lo sbacchettamento termina e la moto si ferma a 10 cm dal fosso che costeggia la strada. Il nostro eroe scende, guarda con terrore se c'è qualcuno che ha assistito alla scena, fa pipì nel fosso (non senza difficoltà, vista la tuta intera), da un'occhiata sprezzante all'avantreno della moto, si dice che un ammortizzatore di sterzo migliore potevano pure montarcelo, regola le sospensioni indurendole al massimo (così la moto oscillerà di meno), e riparte all'inseguimento del gruppo, ormai scomparso all'orizzonte. Mentre si produce nel suo massimo sforzo per recuperare il distacco, durante una piega inaudita alla esse di Morlupo, viene superato all'esterno da una Suzuki GSXR600 guidata da uno vestito in maniera familiare... Arrivato ai tornanti che precedono Civita Castellana, viene passato sul primo tornante da un monocilindrico Gilera Saturno 600 (quello però col motore 4 valvole ad acqua, che vi credevate!), e nel secondo tornante da UDITE! UDITE! un bicilindrico Monster 600 col bauletto; punto nell'orgoglio, tenta una reazione al terzo tornante, ma dopo aver piegato leggermente più del solito ed aver aperto il gas un attimo prima, la ruota posteriore perde leggermente aderenza, la moto scoda dietro di 10 cm, ed invece di mantenere il gas semi aperto e chiudere la curva in leggera derapata, il cretino chiude tutto facendo riprendere bruscamente aderenza alla gomma posteriore, che inizia a scodinzolare (avendo indurito al massimo le sospensioni) leggermente a destra e sinistra. Stringendo forte le mani sul manubrio, raddrizza la moto e attraversa frenando tutta la carreggiata stradale, fermandosi contromano sull'orlo del fosso che costeggia la Flaminia, mentre i Carabinieri che sono sempre appostati all'uscita di quel tornante per fare le multe anche se non hai fatto niente, si fregano le mani. Dopo esser stato multato per guida pericolosa, non senza aver tentato di spiegare ai Carabinieri che la colpa non era sua, ma delle gomme già finite, si rimette in sella e si avvia lentamente ai box di Sassacci; lì trova gli amici del gruppo, riuniti a controllare le gomme, regolare le sospensioni, e domandarsi chi fossero quel Saturno e quel Monster che li avevano passati; dopo essersi scambiati le impressioni di guida, aver sentito il tipo con la tuta gialla lamentarsi perché la sua moto non ha la marmitta sotto il codone come quelle nuove, aver concordato che la CBR600 ha bisogno di un ammortizzatore di sterzo migliore, visto che il tempo si sta annuvolando le prove libere vengono chiuse lì ed il gruppo decide di tornare a casa. Sulla via del ritorno, il nostro intravede a metà di un rettilineo un casco Fujiwara che guida lentamente un Suzuki GSXR600, scala due marce, apre il gas, si mette in carena, lo passa sverniciandolo, e viene nuovamente flashato dalla polizia a 230 km/h. Il lunedi, incurante di quanto gli costerà l'uscita del giorno prima (2 autovelox da 250 euro ciascuno + 100 euro per la guida pericolosa), vende l'enciclopedia Treccani rilegata in pelle e oro e scende nuovamente nell'antro di Righetto. Dopo aver letto nella notte le prove comparative di Tuttomoto, decide di montare le Pirelli Diablo SuperCorsa ed un ammortizzatore di sterzo WP. Quando ritira la moto, lascia al meccanico 1200 euro più le vecchie gomme, e 10 minuti dopo una Suzuki GSXR 600 entra per cambiare le gomme... Mentre percorre i 5 km per tornare a casa, il suo istinto fine di colladuatore gli fa apprezzare la progressività della discesa in piega dei nuovi pneumatici, la tenuta in accelerazione e la tenacia in frenata; prova a girare qualche pomello dell'ammortizzatore di sterzo, anche se non sa bene a cosa serva; è contento perchè ha capito che con questi piccoli particolari la moto sarà molto più prestazionale. La domenica si presenta sulla pista di Vallelunga dove "si gira", con tutti i pelucchi di gomma sulla spalla delle gomme nuove, convinto che a fine giornata non ce ne sarà più traccia causa le grandi pieghe: tra l'altro dalla lettura del numero di Motociclismo dove viene fatta la prova comparativa delle 600 sportive sul circuito di Calafat (chissà dove sarà 'sto posto) capisce che Vallelunga è una pista molto simile perché corta e contorta, e quindi potrà stare davanti agli altri 600. Arriva alle nove di mattina, si prenota per il turno delle 17 perché gli altri sono tutti pieni, nell'attesa si mette sul muretto dei box a prendere il tempo di quelli che girano, poi gira per i box e cerca di attaccare bottone facendo sfoggio di grande cultura motociclistica, sbircia sulle forcelle altrui i clic di regolazione del freno idraulico, si nutre solo di Gatorade per reintegrare i sali minerali ed evitare di appesantirsi troppo, ricontrolla 100 volte la taratura delle proprie sospensioni afferrando il manubrio di lato e spingendo la forcella, alla 101 volta si accorge che la forcella si impuntava a metà perché non aveva tolto il cavalletto laterale, allora toglie il cavalletto, da un'affondata bestiale, la moto rimbalza come una palla di gomma e gli scappa di mano, si inclina dalla parte opposta in cui lui si trova e si adagia per terra. Terrorizzato passa dall'altro lato, tira su la moto, fa il check-in dei danni e scopre UN graffio sulla carenatura, ma non c'è tempo per piangere, stanno chiamando il suo turno. Si avvicina al cancello pista insieme ad altri 30 esaltati, stanno lì fermi 5 minuti e più stanno fermi e più sgasano, e quando il biossido di carbonio ha ormai sostituito l'ossigeno il cancello si apre ed entrano in pista! Prima regola, quando si gira in pista, scaldare bene le gomme, e così si fa 2 giri zigzagando mentre gli altri bestemmiano mentre lo schivano, poi altri 2 giri ad andatura ridotta per prendere i riferimenti delle staccate, poi decide di lanciarsi. Esce dalla Roma a 50 km/h, spalanca il gas, mette 4 marce sul rettilineo e frena per il Curvone, almeno 100 metri prima del Cagiva 125 Mito che lo passa interno a tutta manetta; piega la moto, la mette in appoggio, da il gas progressivamente in uscita, le gomme tengono meravigliosamente, inizia a raddrizzare la moto e spalanca il gas, il motore sale di giri e ................... porca ******a, c'è la curva del semaforo, sono veloce e sono ancora piegato, se freno adesso mi sdraio, che faccio? Raddrizza la moto, poi frena, arriva lunghissimo alla curva del semaforo ma riesce a tenere la moto in pista e mentre la gira a 40 km/h gli scooter modificati lo sverniciano all'interno. Arriva al tornantino senza infamia e senza lode, lo gira fiero di perdere solo 2 o 3 metri dagli altri (che alla velocità del tornantino significa 3 decimi di secondo) apre il gas per la esse, e nonostante i consigli di Guido Meda e Loris Reggiani va subito a prendere la corda; ora, prendere la corda nella prima curva di una esse significa che o devi chiudere il gas per fare bene la seconda oppure che uscirai larghissimo dalla seconda, pur di non farsi passare dal Garelli VIP che lo tallona tiene aperto, in uscita vede avvicinarsi il cordolo, chiude il gas, ma ormai è salito sul cordolo, poi sul prato, 20 metri di prato, poi riesce a rientrare in pista, gira la Roma larghissimo, si prende altri 2 giri a ridotta andatura per pulire le gomme, ricomincia a tirare, riesce fare il semaforo tenendo la corda (mentre un aprilia 125 RS sdraiato a sogliola lo sorpassa all'esterno), si fa un paio di giri ingarellandosi con un UDITE! UDITE! Monster 600 con bauletto e valigie laterali, quindi il turno finisce, ed il guerriero torna a casa, non senza beccarsi un autovelox sulla Cassia bis. Passa la sera della domenica vedendosi la videocassetta registrata del gran premio del Mugello, ascoltando le dotte dissertazioni di Guido Meda e Loris Reggiani sul telaio a traliccio, studia le traiettorie di Valentino Rossi per poterle replicare su strada, invidia il motore di Capirossi, dà ragione a Biaggi che si lamenta perché la sua moto è inferiore alle altre, compatisce Yamaha, Suzuki e Kawasaki che non vincono un gran premio ed inoltre (come confermato dalla comparativa di Motociclismo sul circuito di Calafat) costruiscono delle 600 sportive che fanno ca*are. Lunedì mattina è già dal carrozziere per far sistemare il graffio sulla carenatura, ma visto che c'è per essere originale si fa anche riverniciare tutta la moto coi colori ufficiali di Rossi, ed un bel numero 46 sul cupolino; quando la ritira, visto che il conto sono 400 euro di verniciatura + 400 euro di adesivi, deve lasciare in pegno al carrozziere l'orologio d'oro che gli avevano regalato per la prima comunione. Decide di uscire il sabato, perché c'è meno traffico, e di fare la Tiburtina perché "più tecnica"; dopo aver passato all'esterno un ciclista poco dopo Tivoli, sverniciato alcuni motocarro Ape 125 nei pressi di Vicovaro, esser rimasto in scia ad un UDITE! UDITE! Monster 600 con bauletto, valigie laterali, passeggero e borsa sul serbatoio nella salita dopo il bivio per Subiaco, arriva al curvone di Arsoli dove sono soliti radunarsi gli smanettoni per controllare la temperatura delle gomme; scende dalla moto, la parcheggia, entra nel bar per fare rifornimento di Gatorade e con la coda dell'occhio vede con fierezza 2 bambini che guardano estasiati la sua moto come quella di Valentino. Beve il Gatorade, con la cannuccia perché fa tanto pilota ai box, entra nel bagno per fare pipì, cosa sempre scomoda causa la tuta intera, poi lava la visiera e quando esce trova parcheggiate davanti al bar ben 46 Honda CBR600 R coi colori ufficiali di Rossi, ed un bel numero 46 sul cupolino; l'unica moto che si distingue dalle altre è un vecchio (per modo di dire) Suzuki GSXR 600 del 2002. Il mucchio selvaggio risale in sella, non senza qualche difficoltà nel ritrovare la propria moto in mezzo a 46 moto uguali, e riparte rombando alla volta di Tagliacozzo, tutti rigorosamente attaccati come alla partenza di un gran premio, per cui anche se superi qualcuno la mischia è talmente folta che devi subito chiudere il gas per non tamponare il successivo; e così il serpentone inizia la salita lungo i colli di Montebove, strada molto bella, piena di curve, ma stretta ed anche un po' scivolosa. E infatti, dopo qualche chilometro, molti dritti per fortuna senza conseguenze (la strada è poco trafficata, perché c'è una variante molto più veloce che corre parallela), uno del gruppo si sdraia. Tutti fermi per tirare fuori la moto dal fosso, constatare i danni (carenatura, semimanubrio storto, freccia, leva del freno), discutere sulle cause (asfalto sporco? aghi di pino? ha tirato troppo la staccata? gomme dure?) ammorbidire le sospensioni (SuperWheels dice che così la gomma lavora meglio negli asfalti a bassa aderenza) ed il gruppo riparte ad andatura ridotta per Tagliacozzo. Il motociclista da giornaletto si offre eroicamente di chiudere il gruppo, seguendo la moto danneggiata, così almeno ha la scusa per non tirare; nonostante il gruppo vada ad andatura di passeggio, non mancano svariati dritti lungo i tornanti in discesa; si arriva a Tagliacozzo, si lascia la moto danneggiata ad un meccanico, si va tutti in piazza, dove si intravede un gruppo di MOTOCICLISTI ESPERTI (oggetto delle prossime puntate), si passeggia ingobbiti nella tuta come banane disquisendo sulla necessità di montare freni al carbonio per frenare meglio in discesa, poi si torna a casa facendo la variante veloce, dove in fondo ai rettilinei sono in agguato come falchi gli autovelox che anche stavolta scattano al nostro protagonista una foto ricordo della splendida giornata. Arriva l'estate, ed il motociclista da giornaletto va in vacanza, avendo finito i soldi, a casa degli zii a Ladispoli. Zainetto in spalla con i pochi indumenti necessari, vestito come compete alla stagione (canottiera e calzoncini corti, sandali da frate), sale in sella alla fida cavalcatura ed imbocca l'Aurelia, tutta dritta tranne 3 curve sulle quali concentra tutta la sua ars piegatoria. Viene massacrato da: moscerini, zanzare, calabroni, particolato espulso dai camion non catalizzati, cicche di sigarette accese gettate dai finestrini delle auto, spruzzi di lavavetri ed anche un temporale estivo. Arrivato a Ladispoli quasi irriconoscibile, si lava, poi lava la moto, poi va in spiaggia a rimorchiare con la moto, rimorchia una alta 1.50 e pesante 70 chili, la porta a fare un giro sulla moto, arriva in un prato, la tizia per metterlo a suo agio gli fa dei complimenti sui colori della moto, e lui attacca facendogli tutta la storia di Valentino Rossi da quando aveva 16 anni in poi, il profilo delle Pirelli Diablo SuperCorsa, chi era Mick Doohan; quando lei dice che gli piaceva fare su e giù sulle buche, lui le spiega il funzionamento dell'ammortizzatore Ohlins; quando lei gli dice che ha un certo calore nelle parti basse, lui le spiega che è dovuto alla marmitta sotto la sella, e le spiega anche tutti i vantaggi di questa originale soluzione tecnica; insomma, quando la nana grassa capisce che questo è un tonto che non si accorge di come gliela sta sbattendo in faccia, si fa riaccompagnare a casa, ed il cretino si produce in robuste frenate per sentire le tette di lei sbattergli sulla schiena; finché, all'ultima staccata sul lungomare, strada sulla quale è sempre depositato un impercettibile velo di sabbia, la ruota davanti non si blocca, la moto gli prende sotto ed il tapino scivola per terra. Incurante delle bestemmie che gli lancia la nana grassa, guarda la propria coscia sanguinante, e non sa se piangere più per le ferite o per la carenatura spaccata... Passa il tempo, siamo ad ottobre, sono ormai 3 mesi che la carenatura è stata riparata e ridipinta nei colori originali, il motociclista però va in giro senza carenatura per evitare di romperla, la moto va conservata bene per essere rivenduta al meglio l'anno prossimo: le anticipazioni del 2004 pubblicate su Motociclismo parlano già di una Kawasaki con le pinze freno radiali, la forcella rovesciata e 5 valvole per cilindro; occorre mettere i soldi da parte.... Che fine fa il motociclista da giornaletto? Le alternative sono 2: o si suicida dopo aver dichiarato bancarotta, oppure diventato grande si vendica; diventa giornalista, si fa assumere da un giornale di moto, ed incomincia a scrivere un po' di balle; il culmine lo raggiunge quando, ebbro dei fumi dell'alcool e delle carezze di Macio Melandri, mette quattro voti a caso nelle sue pagelle del dopogara; tanto, qualche motociclista che ci crede si trova sempre. Ringrazio emanuele di Per poter vedere il link devi essere Registrato
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FORUM PEUGEOT SCOOTERS CLUB ITALIANO Portale commerciale: http://www.gasparromoto.com/ BAT - I migliori componenti aggiuntivi per Mozilla Thunderbird Quello che leggo io Siti oscurati o irraggiungibili: come risolvere e perché. Ultima modifica di cts; 17/01/10 a 05:23 |
18/01/10, 08:51 | #86 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
Direi che il tizio è un bel "smanettone"
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Buona partenza!!! |
18/01/10, 11:19 | #87 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
ma io fin da piccolo (quando giravo in triciclo per intenderci)i motociclisti li saluto sempre tutti e onestamente non bado molto a chi non ricambia(le motivazioni oltre alle già note "superiorità" di alcuni marchi, possono essere svariate come condizioni del traffico,della strada,totale concentrazione sulla guida,giornata storta...non saluteresti neanche tua madre.. ecc..)ma mi porto l'esperienza di erristi parcheggiati al mio fianco che non mi hanno ca....to manco di striscio e nella stessa giornata di bmwuisti e harleysti con i quali si é riso e discusso amabilmente fino a tardi quindi
un saluto a tutti |
18/01/10, 13:05 | #88 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
Bellisima!!
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18/01/10, 13:25 | #89 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
Troppo forte
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18/01/10, 23:51 | #90 |
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Re: Come reagiscono gli altri motociclisti ai miei saluti...
Io solo quelli che hanno il motore in mezzo alle gambe! Le altre non sono moto! Saluto tutti ma gli scooteristi che fanno la V mi fanno un po ridere sinceramente....
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Prima di allacciarvi il casco....allacciatevi il cervello!!!! |
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